Quello della Luna è un tema di grande fascino, entrato nell’immaginario collettivo ben prima delle missioni Apollo, con poeti, scrittori e uomini di scienza che da sempre hanno guardato al nostro satellite con interesse.

Proprio intorno alla Luna si concentrano alcune domande cui abbiamo cercato di dare risposta nel nostro nuovo saggio “Dalla Terra alla Luna”, edizioni FacciamoFintaChe. La prima concerne la natura della Luna. Molti, in un’ottica spesso da “popular science”, hanno affermato come sia strano che un lato sia sempre nascosto e che, quindi, il moto di rotazione sia “settato” su quello della Terra. Aspetto a prima vista di potenziale interesse ma che, in realtà, non rappresenta una singolarità, nel senso che vari satelliti di altri pianeti hanno la stessa caratteristica che, di conseguenza, pare più naturale che artificiale. Tuttavia, ciò non significa che non vi siano altri misteri, con vari studiosi che hanno mostrato come vi siano anomalie da indagare in dettaglio, non ultima la presenza di strutture che hanno fatto pensare ad antiche vestigia rovinate dal tempo ma la cui origine non sarebbe necessariamente naturale.

Senza dimenticare, ovviamente, la questione cardine, vale a dire se sulla Luna ci siamo stati oppure no. Tema estremamente dibattuto, con vere e proprie fazioni da una parte e dall’altra. In questo dibattito abbiamo preso una sorta di “terza posizione”, basata su fatti concreti, su accurate analisi e calcoli compiuti da matematici e fisici: infatti, non possiamo sapere con assoluta certezza se ci siamo stati o no, però le fotografie di cui alle missioni Apollo NON sono state scattate sul suolo lunare. E questo, ci preme sottolinearlo, non lo diciamo noi ma soggetti in possesso dei titoli necessari per compiere queste affermazioni, vale a dire, lo ribadiamo, professori di matematica, di fisica, fotografi, tutte persone perfettamente in grado di potersi esprimere con tanto di complessi calcoli matematici alla mano, in cui si dimostra come quelle foto non siano coerenti con l’essere state scattate realmente sulla Luna.

Per cui qui si apre il passo ulteriore, cioè domandarsi come mai le fotografie siano “alterate/false”. Lo sono in quanto non ci siamo mai stati? Oppure si è voluto nascondere qualcosa, come la presenza di “qualcuno”?

In questo annoso dibattito non si possono dimenticare gli avvistamenti di oggetti volanti non identificati, UFO, da parte degli astronauti, soggetti anch’essi in grado di distinguere eventuali blocchi di ghiaccio, luci, riflessi, satelliti, da oggetti che invece non sono né naturali né riconducibili a qualcosa di noto.

Ed è proprio qui, come risulta evidente, che si colloca il primo potenziale cortocircuito, la prima “aporia” logica: se gli astronauti hanno visto questi UFO di cui a varie testimonianze che abbiamo esaminato nel libro, allora sulla Luna ci devono per forza essere stati, per cui si torna alla “terza posizione”, quella più solida: le fotografie e i filmati non sono stati girati sulla Luna ma su dei set sulla Terra, gli stessi set in cui venivano simulate le condizioni lunari per preparare gli astronauti.

E da qui si diparte, sempre unendo i puntini come siamo soliti fare sul canale YouTube di FacciamoFintaChe, una potenziale “controstoria” dell’esplorazione spaziale, fatta di missioni spaziali parallele rispetto alle missioni Apollo, basate su una tecnologia realmente esistente (quella di cui al Progetto Orion) in grado di portare in maniera più veloce non solo sulla Luna ma molto più lontano. Ovvio, prove certe non se ne hanno ma il quadro indiziario che emerge risulta estremamente interessante e va preso in seria considerazione.

Questo il viaggio in cui vogliamo condurre per mano il lettore, mostrando come siano ancora numerosi i misteri che circondano il nostro satellite.

Qualcuno vorrà accusarci di “complottismo” ma, in verità, nessuno intende “complottare” alcunché, semplicemente cerchiamo di spingere l’indagine scientifica e storica un po’ oltre rispetto a dove era arrivata fino a ieri. Ne consegue che accusare chi si sforza di allargare, per quanto di un minimo, i confini della conoscenza, equivale più che altro a cercare di bloccare i suoi tentativi sul nascere, dando per scontato – a priori – che essi siano erronei, falsi e infondati. Ma è davvero così? Davvero storia e scolastica sono la stessa cosa? Davvero ripetere come un mantra una serie di “verità rivelate” equivale a un metodo scientifico? E come mai certe “verità”, per risultare tali, hanno solo bisogno di essere ripetute ad infinito, accolte a scatola chiusa, mai sottoposte ad una disamina approfondita?

Questo il presupposto da cui si è partiti in “Dalla Terra alla Luna”, esaminando i numerosi aspetti, tutt’altro che chiari, connessi alla Luna e alle missioni Apollo.

Come spesso accade, siamo in presenza di eventi in cui il peso della narrazione è frutto in parte di accadimenti e in parte (forse anche in parte molto maggiore) di manipolazioni con evidenti intenti politici e propagandistici.

Senza avere la pretesa di fornire risposte apodittiche e tanto meno definitive, ma cercando di sollecitare il lettore alla riflessione e all’approfondimento, e ponendo in rilievo come certe affermazioni siano state fatte, e sovrarappresentate, anche nell’intento di sottorappresentarne altre. In una parola, nulla vieta alle missioni Apollo di aver portato degli esseri umani sulla Luna, ma che cosa è accaduto davvero nel corso delle medesime, cosa è stato incontrato, quali misteri sono emersi e – interrogativo cruciale – come mai sulla Luna, da allora, non ci è andato più nessuno?

In conclusione, la questione fondamentale è la seguente: dove ci sono “verità rivelate” è probabile che spesso ci siano anche “bugie sedimentate”. Capire questi meccanismi, e come vengano fatti funzionare, risulta assai più importante – in definitiva – che la vicenda in sé, perché essi vengono applicati, da tempo immemorabile, a tutto il nostro vivere associato, nella beata indifferenza di chi ama ancora credere alle favole, e si pregia di illudersi che siano pure mitopoietiche. La verità è un po’ diversa, ma non è nelle mani di questo o di quell’autore, bensì di uno sforzo comune che l’umanità dovrebbe fare per cercare di analizzare e comprendere tutte le questioni che le si pongono di fronte, piuttosto che accettare passivamente di essere depistata e/o fuorviata.

Se non altro perché, con il tempo, le “verità rivelate” tendono a diventare “verità inconfutabili”, e allora sono dolori… E chi le contesta viene assegnato d’ufficio a una lunatic fringe. Il che – come minimo – è da considerarsi paradossale.

di Umberto Visani

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Vi ricordiamo che sul canale Facciamo Finta Che è inoltre disponibile una playlist interamente dedicata all’argomento intitolata “Luna segreti e misteri”:

 

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