Qual è il significato della parola democrazia? Quasi tutti, comunque la maggioranza di noi, darebbero la classica risposta: “potere del popolo”, ovvero quello che ci è stato insegnato come l’unico significato traducibile in italiano dell’unione tra le parole dal greco antico δῆμος, demos, “popolo” e Kpcrroc, kratos, “potere”. Ma ora, con un semplice giochino lessicale, in questo mio articolo tenterò di svelare l’inganno che ruota attorno al vero significato etimologico della parola democrazia e all’abuso indiscriminato che ne viene fatto.
La traduzione in greco della parola popolo è anthropoi, plurale di anthropos, dove quest’ultima significa “persona/individuo”.
In una società evoluta, o ritenuta tale, l’individuo ha una importanza fondamentale per la costruzione della stessa, perché dall’individuo dipende la sua cultura. La cultura, infatti, è il processo di formazione sociale che chiunque di noi, durante la sua crescita, assorbe da tutto ciò che lo circonda e che, una volta raggiunta la consapevolezza di sè, lo forma come persona. Persona e non uomo, perché la parola “uomo” in greco si traduce con andros, distinguendo e distanziando nettamente i due termini tra loro. Dove anthropos delinea la persona evoluta, andros definisce un livello grezzo di essere umano, il primitivo in attesa di diventare individuo.
Anticamente le varie forze della natura e il loro manifestarsi senza nessun preavviso e soprattutto la loro provenienza ignota (basti pensare al fulmine nei temporali, ai terremoti o alle eruzioni vulcaniche) causava nell’uomo, che ancora non le comprendeva, un tale sconcerto e senso di inquietudine che in alcuni casi travalicava nella disperazione e nella paura. II bisogno quindi di capirle, e in un certo qual modo dominarle o placarle, avrebbe rappresentato un traguardo evolutivo non indifferente. Nel tempo, infatti, alcuni pensarono di accattivarsi il potere di quelle forze venerandole e compiendo rituali propiziatori (la danza della pioggia dei nativi americani potrebbe essere uno dei tanti esempi), gettando così le basi per una primordiale religione. Per fare in modo che l’essere umano non avesse più timore di queste potenze della natura, quindi, bisognava avvicinarle a sé, renderle riconoscibili, familiari, e vennero perciò antropomorfizzate, ovvero gli vennero attribuite sembianze umane.
In relazione a quanto visto prima, però, trasporre una forza immateriale in una figura materializzata avente solo e unicamente fattezze umane, se non altro per una maggiore “gestibilità” anche a livello simbolico-rappresentativo, si dovrebbe tradurre diversamente da antropomorfizzare; infatti, il termine giusto sarebbe andromorfizzare, ma in questo caso si lascerebbe intatta la natura selvaggia della natura (com’è giusto che sia tra l’altro) a scapito della più civilizzata e inconsciamente comprensiva natura dell’anthropos ovvero dell’uomo evoluto.
Torniamo perciò a monte e alla dicotomia tra andros e anthropos. Quindi la traduzione di “potere del popolo” dovrebbe essere anthropoicrazia o, per renderla maggiormente fruibile in italiano, antropocrazia, dove la h e la i dell’originale anthropoi greco spariscono senza però stravolgerne la semantica. Ma il significato che è stato dato al termine antropocrazia è “governo dell’uomo libero”, dal suo ideatore Nicolò Bellia. Niente di più inventato o peggio ancora adattato! Semmai il termine greco esatto per “governo dell’uomo libero” avrebbe dovuto essere eleftherandrocrazia, dal greco eleftherfa, “libertà”, e andros, “uomo”, o nella migliore delle ipotesi solamente elefterocrazia e non quello uscito irresponsabilmente fuori dalla mente del Bellia.
Ma torniamo a noi. II termine greco che potrebbe dare un significato più consono alla parola popolo, e anche foneticamente più accettabile, potrebbe essere ethnos che significa “nazione” e in effetti un popolo riunito sotto delle norme giuridiche sociali che ne delineano la struttura come identità e civiltà, potrebbe rientrare nel termine da me preso in considerazione: nazione. Ma il significato, anche stavolta, che viene dato alla parola etnocrazia, non rispecchia questa visione. Anzi tutt’altro. Se cercate in rete il significato etimologico di etnocrazia, vengono fuori assurdi risultati con rimandi alla democrazia etnica, al nazionalismo etnico o, ancora peggio, al tipo di governo vigente a lsraele, che non c’entrano nulla con il motivo della ricerca.
Se si rispettasse l’etimologia e il significato della parola in greco, semplicemente etnocrazia sta per potere della nazione. Ma passiamo oltre e, per cercare di avvicinarci al risultato finale, ho scovato un termine che presenta in sè il suffisso demos e che ci aiuta a capirne meglio il significato: la parola e “democristiano”. Democristiano non significa “popolo cristiano” o “di religione cristiana”, né tanto meno significa “cristianesimo popolare”, ma vuol dire “modi di fare propri del cristiano”; ovvero della persona rispettosa o appartenente al cristianesimo o che persegue la sintesi dei principi etico-sociali cristiani. Ripeto: “modi di fare propri del cristiano”!
Prima di proseguire mi permetto di analizzare, scomponendolo, il termine utilizzato che caratterizza l’indirizzo della mia laurea in lettere: esso è demoetnoantropologia, con ciò non voglio divagare, ma aggiungere un importante tassello alla comprensione finale. Curiosamente il termine “demoetnoantropologia” le racchiude un po’ tutte; esso significa (partendo dalla parte finale della parola): logia, studio, dell’anthropos, l’individuo vista prima, inserito nell’ethnos, la sua nazione/stato, con il proprio e caratterizzante demos, spesso tradotto con folklore ovvero, e ancora, le sue abitudini o anche il suo modo di fare.
Un’altra conferma: “demologia” significa studio delle tradizioni popolari, leggasi modo di fare di un popolo. Vuoi vedere che demos significa “modo di fare”? Quando Pericle nel suo discorso rivolto agli ateniesi nel 461 a.C. ripete, come un mantra, la frase “Qui ad Atene noi facciamo così”, esprime consciamente il vero significato della parola demos: ovvero l’abitudine, tutta ateniese, di seguire un determinato comportamento di fronte alle situazioni. Democrazia significa, in sintesi, il “potere di fare come meglio si crede”.
Quando una nazione, almeno fino a poco tempo fa ritenuta la più potente del mondo sotto il punto di vista economico e militare, decide di giustificare la sua politica prevaricatrice e conquistatrice dichiarando di farlo per “esportare la democrazia” in quei paesi che rientrano in una orbita a lei economicamente interessante, dichiara la verità sulla sua vera intenzione, ovvero esportare il “potere di fare come meglio crede”. Pro domo sua aggiungo.
Pressione morale e finanziaria, sfruttamento delle risorse minerarie e umane, capitalismo sfrenato e senza scrupoli, corruzione, abusi, colpi di stato e seguente insediamento di politici fantocci e chi più ne ha più ne metta, non sono forse tutti modi di fare tipici di una certa nazione d’oltreoceano perseguiti impunemente anche con l’aiuto di governi complici?
La prossima volta che da un politico sentirete pronunciare la parola democrazia, riflettete sul fatto che costui, o costei, sta solo legittimando il suo “potere di fare come meglio crede”.
di Paolo Filonzi
Grazie per la spiegazione,mi è piaciuta,divento sempre più consapevole dell’importanza di conoscere il significato delle parole e del loro uso corretto.
Felice di aver contribuito al rafforzamento della tua già maturata consapevolezza. I dogmi di questo genere sono ormai da tempo radicati nella società, ma come hai visto, basta saper ragionare liberamente per poter creare un pertugio nel muro delle menzogne.
Saluti.
Paolo.