Nessie, l’essere acquatico che dimorerebbe nel Loch Ness, in Scozia, è sicuramente l’essere “anomalo” che più ha fatto parlare di sé nel corso dei secoli. Si tratterebbe davvero di un animale ancora sconosciuto alla scienza o saremmo in presenza di altro?

 

  • San Colombano e avvistamenti successivi

Un certo Adamnan, autore de “La Vita di san Colombano”, racconta che Colombano di Iona nel 565 d.C., nella sua opera di evangelizzazione delle tribù picte della Scozia, giunto sulle rive del lago, si imbatté in una creatura acquatica di dimensioni notevoli che aveva appena mangiato un uomo. Il santo, vedendo la bestia avvicinarsi, fece il segno della croce e disse alla creature: “Non avanzare, torna indietro” e così l’essere si fermò e scomparve sott’acqua.

L’aspetto che maggiormente preme sottolineare in un’ottica di interpretazione parafisica del fenomeno è che la creatura del loch sia comparsa dinnanzi a un uomo certamente in possesso di conoscenze e tecniche spirituali elevate, il che fa ipotizzare possa aver in qualche misura facilitato il contatto, proprio dal momento che non si tratterebbe di un animale bensì di una sorta di genius loci.

La vicenda non rappresenta un caso unico, ma è accompagnata da altri resoconti del XVI, XVII e XVIII secolo concernenti incontri, sempre nel Loch Ness, con bestie di volta in volta definite “leviatani”, “mostri”. Lo stesso Sir Walter Scott fa menzione di un “mostro acquatico” in uno dei suoi Diari del 1827.

Anche un quotidiano locale, l’Aberdeen Journal, nel gennaio 1849 riportò di una esondazione del fiume Ness il quale aveva portato al crollo di tre ponti e veniva ricordato come alcune antiche profezie che affermavano che un ponte vicino al Loch Ness non sarebbe crollato fino a quando si fosse trovato sotto la minaccia di un attacco da parte della misteriosa creatura simile a una balena che si aggirava nelle acque del Loch Ness.

Altro episodio di interesse risale al 1852. Il primo di luglio, infatti, l’Inverness Courier riportò un evento anomalo accaduto la settimana precedente. Le acque del loch erano calme, tutto sembrava normale fin quando numerose persone videro due animali apparire a pelo d’acqua. Nessuno riusciva a capire con certezza di cosa si trattasse. Alcuni ritenevano fossero serpenti marini, altri una coppia di balene, altri ancora due foche. I pareri dovevano però propendere per la pericolosità di quanto osservato dal momento che molti si armarono per dare battaglia ai due mostri. Avvicinandosi, le due creature assunsero l’aspetto di cervi, tranquillizzando in parte chi era da poco sopraggiunto a vedere cosa stesse accadendo. Ancora più da vicino, i due animali parvero essere dei pony, il che calmò ulteriormente tutti, per quanto permanessero dubbi sul reale aspetto dal momento che, all’inizio dell’avvistamento, i due animali non erano pony ma parevano serpenti marini.

La reazione della gente dimostra come gli abitanti del posto fossero ben consapevoli dell’esistenza di creature anomale nel loch, il che smentisce la visione semplicistica secondo cui Nessie sarebbe stato “creato” nel 1933.

 

  • Aleister Crowley e la Boleskine House

Nell’ottica di un’analisi “parafisica” del fenomeno è di estrema importanza ricordare il collegamento che unisce il celebre mago ed esoterista inglese Aleister Crowley e il Loch Ness. Nel 1899, infatti, Crowley acquistò la Boleskine House, un edificio risalente alla fine del Settecento collocato di fronte al lato est del Loch Ness, in prossimità di un antico cimitero. Crowley rimase colpito dalla magione, percependo un forte potenziale “magico” e ritenendola una sorta di portale attraverso cui le entità potessero venire canalizzate con maggiore facilità. Crowley chiamò a raggiungerlo l’amico Charles Rosher, membro pure lui della Golden Dawn. Dopo poche settimane Rosher fuggì dalla casa per via della presenza di forze oscure nell’abitazione. Stessa decisione fu presa da un altro amico di Crowley il mese successivo per i medesimi motivi.

Crowley rimase per lunghi periodi a Boleskine House fino al 1913.

Fu a partire dal 1933, con la costruzione di una strada carrozzabile sulle rive del lago, che i resoconti di avvistamenti della creatura del Loch Ness aumentano in maniera esponenziale. Resoconti tra loro diversi, con da un lato descrizioni di un animale di circa 5-8 metri di lunghezza, dotato di un collo estremamente lungo e sottile di colore grigio scuro, altri invece di un animale descritto come un enorme mollusco che si spostava con lentezza nei pressi dello specchio d’acqua, comprese le rive.

Col passare del tempo l’interesse per Nessie cresce vieppiù, culminando in due approfondite scansioni tramite sonar delle acque del lago (nel 1972 e nel 1987) attraverso l’utilizzo di una vera e propria rete formata da imbarcazioni che percorsero in lungo e in largo le acque del lago: i risultati delle scansioni furono quantomeno interessanti, nel senso che venne rilevata la presenza di un qualcosa di solido e di dimensioni rilevanti (circa 10 metri) nelle profondità del lago, ma non fu possibile stabilire con certezza se si trattasse effettivamente di un singolo animale o di un banco di pesci o di alcuni tronchi.

 

  • Il reverendo Omand, l’esorcismo e “l’uomo in nero”

Sempre al 1973 risale un episodio di assoluto interesse, vale a dire un esorcismo sulle rive del Loch Ness da parte di Donald Omand, medico e reverendo ed esorcista della chiesa anglicana.

Egli aveva dichiarato alcune settimane prima dell’esorcismo di essere un assiduo percorritore della strada che costeggia il Loch Ness ma di non aver mai osservato Nessie. Ciononostante questo non lo aveva indotto a ritenere inesistente la creatura, semplicemente pensava occorressero alcune condizioni particolari per poterla vedere, dal momento che, ai suoi occhi, essa era di natura soprannaturale e non prettamente fisica come ritenuto invece dai più. Nello specifico, per il reverendo si trattava di proiezioni di qualcosa di terrificante presente nel loch in epoche passate lontane milioni di anni che, tuttavia, poteva manifestarsi ogni tanto. Tale creatura malefica andava quindi esorcizzata affinché non comparisse più.

Sei anni prima, nel 1967, il reverendo aveva visto una strana creatura nel Loch Long, talmente anomala da spaventarlo non poco poiché aveva compreso come non si potesse trattare di nulla di conosciuto.

Il reverendo Omand contattò il vescovo di Crediton, il quale diede il proprio benestare, essendo dell’idea che si trattasse di qualcosa di malevolo.

Omand e lo studioso Ted Holiday, uno dei massimi esperti di Nessie, decisero di eseguire numerosi esorcismi: molteplici sulle rive del lago e uno al centro del lago stesso, su una barca.

Alcuni giorni dopo Ted Holiday si recò a fare una passeggiata nei pressi del loch. In lontananza vide un uomo che gli parve subito un po’ strano, dal momento che era tutto vestito di nero e, pur da lontano, guardava nella sua direzione fissandolo. Avvicinandosi, Holiday poté notare ulteriori dettagli: la persona indossava guanti neri e in testa aveva una sorta di casco da motociclista che lo rendeva ancora più insolito. Occhiali neri e una sciarpa a coprire parzialmente naso e bocca. Costui continuava a guardarlo mentre si avvicinava, senza compiere alcuna mossa, come se non lo avesse visto, malgrado lo guardasse. Per un istante Holiday ebbe la tentazione, una volta giunto a breve distanza, di saltare per toccarlo, poiché gli sembrava avesse una consistenza particolare, non fisica al 100 per 100. Proprio mentre stava per compiere un balzo verso di lui, questi scomparve come se si fosse improvvisamente dematerializzato.

 

  • Nessie: un naga?

Nell’ottica di comprendere la reale natura di Nessie risulta di estremo interesse quanto dichiarato da Gelongmo Zangmo, primo lama buddista in Gran Bretagna, il quale ha affermato che il famoso mostro di Loch Ness sarebbe un naga (Termine sanscrito con il quale si indica il serpente. Nell’induismo, nel buddismo e nel giainismo sono esseri mitici semidivini, metà umani e metà cobra. Possono assumere una forma completamente umana o completamente serpentina e vivono in un regno sotterraneo chiamato Naga-loka, o Patala-loka. Brahma relegò i naga nelle regioni inferiori quando divennero troppo popolosi sulla terra e ordinò loro di mordere solo i malvagi o quelli destinati a morire prematuramente. Sono anche associati alle acque (fiumi, laghi, mari e pozzi) e sono custodi di tesori). 

«Nessie è una naga. Proviamo a stabilire un buon rapporto con i naga, cerchiamo di compiacerli e di non abusare dell’ambiente. Se Nessie viene trattato bene, porterà prosperità».

Il naga infatti risiederebbe spesso nei corsi d’acqua e ha la capacità di mutare forma, il che darebbe contezza di come le varie testimonianze descrivano esseri acquatici mai uguali (dal plesiosauro all’anguilla gigante all’essere anfibio semiacquatico).

Sono già stati fatti tributi al monastero di Samye Ling nel Dumfriesshire, ed è stato creato un rifugio nel vicino fiume Esk, dove sono stati lasciati sacrifici allo spirito. Il dottor William Tuladhar-Douglas, docente di buddismo presso l’Università di Aberdeen, ha dichiarato: «Ci sono circa 2.500 anni di storia dietro un gesto del genere».

I punti di contatto sono evidenti e ciò spiegherebbe sia il fatto che le testimonianze descrivano esseri differenti sia la mole di avvistamenti in molti altri laghi di tutto il mondo, come visto in un precedente numero di Mistero.

 

  • Ipotesi

Varie ipotesi sono state fatte in merito alla possibile natura di Nessie. Tra quelle tradizionali, prendendo le mosse da molte fotografie risulterebbe notevole la somiglianza con un animale preistorico ormai ritenuto estinto, il plesiosauro: la presenza di pinne (fotografate nel 1972 con una macchina fotografica subacquea) e il lungo collo sono elementi che tracciano una linea di congiunzione con questo animale preistorico. Altri studiosi, Bernard Heuvelmans in testa, hanno ritenuto si tratterebbe di un animale non ancora conosciuto, da loro ribattezzato Megalotaria longicollis, ossia gran lotaria dal lungo collo. Per entrambe le ipotesi si presentano alcuni problemi di non poco conto, come accennato nella prefazione: per garantire la sussistenza alimentare di un animale simile ci vorrebbe una quantità di pesce che nel lago non è invece presente; inoltre, per consentire la riproduzione della specie, bisognerebbe postulare l’esistenza non di uno ma di un certo numero di animali di questo tipo. Inoltre, negli anni non è mai stato trovato un cadavere e le testimonianze non sono per nulla concordi le une con le altre, descrivendo un essere di volta in volta differente e persino anfibio in certi casi.

Cosa pensare dunque?

La scienza ufficiale, peccando di saccenza, si limita ad ascrivere a errate identificazioni la mole di testimonianze su Nessie.

Il criptozoologo medio, invece, afferma in maniera un po’ naif che nel lago vi sarebbe una creatura non ancora scoperta dalla zoologia ufficiale. Questo secondo atteggiamento quantomeno parte dagli avvistamenti e tiene conto delle prove a disposizione ma, a giudizio di chi scrive, erra nel tenere in considerazione esclusivamente gli aspetti che danno sostegno all’ipotesi che si vuole sostenere, non dando rilevanza agli elementi visti in precedenza, su tutti la discordanza nelle testimonianze, poiché alcune concernono sì un essere simile a un plesiosauro, ma altre no, parlano persino di un essere anfibio, altre ancora puntano verso una sorta di mega anguilla.

Proprio la caratteristica di mutare forma spinge con forza verso l’ipotesi parafisica, così come la mancanza di cadaveri e il non esservi sufficiente fauna per garantire la catena alimentare.

Di UMBERTO VISANI

 Video di approfondimento sul canale YouTube “FacciamoFintaChe“:
ESSERI ANOMALI DALL’IGNOTO con UMBERTO VISANI

 

Un pensiero su “IL MOSTRO DI LOCH NESS: ANIMALE O ALTRO? di UMBERTO VISANI”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *