Abbiamo visto nell’articolo precedente come veniva tracciato il terreno per la costruzione di una cattedrale gotica.
Le maestranze erano suddivise gerarchicamente ed ognuna aveva uno specifico compito. Abbiamo visto che esistevano tre ordini che componevano l’organizzazione. I Monaci Cistercensi, che detenevano la “sapienza”, ossia la conoscenza per ottemperare alla costruzione, ed in un prossimo articolo vi illustrerò come la ottennero. Poi vi erano i Templari, che difendevano il luogo, allontanando chi non apparteneva alla Gilda, ossia alla corporazione dei costruttori, affinché non si corresse il rischio che i segreti venissero scoperti. Rappresentando così la “Forza”. Infine, ovviamente, vi era Gilda, ossia una corporazione di “Liberi Muratori”. Rappresentanti la “Bellezza”, che sorgeva dalla loro costruzione. Liberi Muratori, perché tale nome? Deriva dal tedesco FreiMauer, per distinguersi dai contadini che erano “servi della gleba”. Loro, come uomini liberi avevano la “patente”, ossia un permesso scritto dal Signore delle terre ove risiedevano, che gli permetteva di muoversi per l’Europa, una sorta di passaporto.
Ancora oggi i rituali massonici prevedono per l’apertura dei lavori, l’accensione di tre luci, ossia tre candele, poste vicino all’ara. Il Maestro Venerabile, il 1° ed il 2° Sorvegliate, accendendole, recitano una formula di rito, in cui fanno riferimento alla Saggezza, alla Forza ed alla Bellezza. In ricordo di tale organizzazione.
A dispetto del Cristianesimo imperante nel Medioevo, i tre ordini avevano come protettori: la Saggezza, la Dea Minerva; la Bellezza, la Dea Venere e la forza, il semidio Ercole.
I tre ordini erano divisi gerarchicamente al loro interno.
I Monaci Cistercensi erano guidati da un Maestro, coadiuvato da un “capitolo” di anziani e tutti dipendevano dall’Abate dell’Abbazia di Cluny (nord della Francia).
I Templari erano guidati da un Maestro, sotto di lui i cavalieri, quindi i semplici monaci-guerrieri. Tutti facevano riferimento al Gran Maestro, che era il capo di tutto l’Ordine Templare. Normalmente erano degli iniziati solamente i cavalieri, oltre ai maestri, ovviamente.
Pi articolata la Gilda dei costruttori. Al vertice vi era il Grande Architetto, colui che presiedeva e guidava i lavori. Sotto di lui il “collegio” degli Architetti. Quindi vi erano i Maestri dell’Arte, ognuno specializzato in una attività particolare: muri, finestre, colonne, archi, volta. Poi vi erano i maestri che si dedicavano alla verifica della squadratura delle pietre, chi alla verifica della bontà della malta, agli approvvigionamenti, alla verifica della posa delle pietre e via discorrendo. Sotto di loro vi erano i Compagni d’Arte, erano gli addetti alla posa delle pietre, il loro livellamento, le misurazioni, la scelta delle pietre etc. Sotto di loro vi erano gli Apprendisti, che fungevano da scalpellini; vi era chi sgrossava la pietra, chi la squadrava, chi la levigava etc. La sera si riunivano nella Loggia (un baraccamento in legno sorvegliato dai Templari) ove venivano istruiti per divenire Compagni d’Arte. Così come i Compagni d’Arte meritevoli studiavano per divenire Maestri. Al di sotto vi erano i Coadiuvanti. Ossia manovali sovente non appartenenti alla Gilda: chi preparava la malta, chi la portava lungo le scale ed i ponti sino al punto di costruzione, chi guidava i carri per l’approvvigionamento. Vi erano vetrai, cuochi, falegnami, fabbri e quanto serviva per gestire il grande cantiere. Infine vi erano operai specializzati che potevano appartenere alla Gilda o meno: i carpentieri che costruivano le enormi strutture lignee (ponti) ove lavorare ed i mastri scalpellini che producevano le statue ed i pinnacoli. Ornamenti indispensabili.
Costruzione di una Cattedrale Gotica. Immagine retorica, in quanto questa veniva costruita dal basso verso l’alto e non da un lato verso l’altro.
Però, come visto, vi erano segreti che erano gelosamente custoditi. Ad esempio come si crea la Centina per la posa in opera di un arco o di una finestra.
Gli Etruschi avevano insegnato ai Romani come costruire gli Archi. Detti archi reali, in quanto l’architetto che ne era a conoscenza, all’interno della Corporazione dei Pontifex aveva il titolo di Rex. Questa corporazione era potentissima nella Roma Repubblicana ed Imperiale, al punto che Sentori e, poi, Imperatori, facevano di tutto per poterci entrare a far parte, per il solo prestigio che ne comportava. Ma per entrarvi occorreva superare esami di matematica e di geometria, oltre a saper dimostrare di avere una buona manualità. L’Imperatore Costantino non solo ne entrò a far parte, ma ne divenne il capo, ossia il Pontifex Maximus; pare che ne fecero part anche Cesare, Augusto e Traiano.
Vediamo ora un’immagine eloquente che ci illustra la costruzione di una Centina per la creazione di un grande arco. Archi che servivano sia per i ponti che sono ancora lì dopo 2.500 anni a testimoniare la qualità del lavoro, che per creare i famosi acquedotti.
Grandi centine per la costruzione di un ponte
Una volta creata la centina occorre creare con sapienza l’arco. E solo quando la malta è asciutta si può smantellare la centina.
Arco Romano e acquedotto romano
Il lavoro diviene più complicato il momento che si utilizzano pietre anziché mattoni. Le pietre devono essere sagomate secondo un preciso calcolo e posizionate con sapienza.
Arco in pietra
Provate ad immaginare con quanta precisione deve essere creata una centina per una volta:
Centina per la posa in opera di una cupola
A maggior ragione per creare una cupola, quale quella del Pantheon a Roma, il lavoro di progettazione della centina e di preparazione è molto complicato, così come deve essere preciso il lavoro di controllo e di esecuzione.
Enorme Centina per la posa in opera di una grande cupola, come quella che fu creata per la costruzione del Pantheon di Roma
Ma noi sappiamo che le cattedrali gotiche non hanno archi a tutto sesto, o romani, ma hanno gli archi gotici, quindi le difficoltà si moltiplicano, come i segreti da mantenere. Gli archi a sesto acuto o gotici sono complicati da progettare ma anche da porre in opera.
Arco a Sesto Acuto o Arco Gotico
Le tipologie di arco: “A tutto sesto”, “A sesto ribassato” ed “A Sesto acuto”
Prima di proseguire con i segreti delle costruzioni delle cattedrali, sfatiamo un antico mito, basato sulla non corretta interpretazione di una frase. Nel Vangelo di Matteo, in 21:42, si fa riferimento alla “Pietra scartata che diventa pietra d’angolo”. Poiché la Chiesa non ha conoscenze in merito né, tantomeno l’umiltà di chiedere, sono secoli che narrano la sciocca vicenda che i costruttori di una abitazione hanno scartato una pietra e poi questa viene scelta come “pietra d’angolo”, pietra importante per sorreggere l’abitazione. Quindi sciorinano la favoletta che chi è accantonato dalla vita terrena, viene scelto da Gesù e tramite lui si sorreggerà l’edificio, simulacro allegorico della Chiesa stessa, immagine terrena della Gerusalemme Celeste, ossia del paradiso cristiano.
Purtroppo per gli sciocchi teologi di secoli fa e dei non meno sciocchi ripetitori odierni della favola, la vicenda è chiara a chi conosce la materia. Innanzi tutto dobbiamo tener ben presente che in Palestina non vi era alcuna cultura costruttiva, in quanto le abitazioni del popolo erano edificate in pietre non squadrate e tenute assieme da fango, mentre i rari palazzi furono progettati ed edificati da architetti fenici, così come ci dice la stessa Bibbia citando il fenicio Hiram come architetto del Tempio di Salomone. La cui leggenda vi narrerò con il prossimo articolo. Inoltre, come sappiamo i Vangeli vennero abbozzati quasi un secolo dopo la nascita di Gesù, redatti in terra straniera (Marco ad Alessandria d’Egitto, Matteo probabilmente in Siria, Luca in Anatolia e Giovanni in Grecia); testi che vennero ampiamente rimaneggiati al tempo dell’imperatore Costantino, al momento della creazione della Religione Cristiana; con conseguente rogo delle versioni precedenti, delle quali oggi abbiamo solamente più alcuni frammenti preservati dalla secca sabbia del deserto. Ebbene, i greci, al pari degli etruschi, furono i maestri dell’arte muratoria romana, e la frase, nella loro cultura ha ben altro significato. Ossia: Una pietra non adatta ad essere squadrata, in quanto di misura non sufficiente, viene scartata dal maestro competente, ma non gettata. Quando occorre creare un arco, servono pietre di misure differenti, ed ecco che la pietra precedentemente scartata ritorna utile. Prese le dovute misure, viene abilmente scolpita a forma di cuneo e posta a creazione dell’arco. Ogni pietra ha un suo nomee, in quanto di foggia differente dalle altre: intradosso, estradosso, concio e concio di chiave. Quest’ultima è la più importante, in quanto è quella che sorregge l’intero arco e quanto vi è al di sopra, quindi, di conseguenza, sostiene l’intero edificio, poiché se cadesse l’arco, cadrebbe l’edificio. Pertanto la pietra scartata non diviene la pietra d’angolo nel senso dell’angolo dell’abitazione. In effetti, se i teologi avessero letto la Bibbia, avrebbero rilevato che in Isaia 28:16 si legge: “Perciò così parla il Signore, Dio: «Ecco, io ho posto come fondamento in Sion una pietra, una pietra provata, una pietra angolare preziosa, un fondamento solido; chi confiderà in essa non avrà fretta di fuggire». Niente pietre scartate, ma una “pietra provata”, ossia misurata, una pietra “angolare preziosa”, ossia squadrata. Ed in effetti in salmi 118;22 leggiamo: «La pietra che i costruttori avevano disprezzata è divenuta la pietra angolare», ossia una pietra tagliata con ad angolo. Come abbiamo descritto appena sopra.
I nomi dei componenti dell’arco Archivolto, Estradosso, Concio e Concio di Chiave
Però abbiamo scoperto che esisteva la posa della prima pietra. Naturalmente anche i costruttori di cattedrali svolgevano il rito di posa della prima pietra. Come vediamo dall’immagine sottostante, la pietra sotterrata dove sorgerà la costruzione, non è utile all’edificazione se non ritualmente. Già nell’antica Roma il rito avveniva, ma con l’interramento della statua di una divinità, che avrebbe protetto l’edificio.
Cerimonia “Posa della Prima Pietra”
Per i costruttori di cattedrali il rito aveva un significato allegorico, che trova riscontro nel percorso iniziatico degli iniziati, che trova riscontro nel percorso alchemico. La pietra sotterrata, quindi legata alla terra, rappresenta l’uomo che non ha ancora iniziato il suo percorso di elevazione. E’ ancora avvolto dalla terra, ossia legato alla vita terrena.
Non conosciamo nel dettaglio il percorso iniziatico dei costruttori di cattedrali ma conosciamo quello alchemico. Pertanto sappiamo che la prima fase è l’opera al nero (nigredo), che consiste nella morte e risurrezione a nuova vita, lasciando dietro tutto quanto ti lega alla vita terrena. Ed ecco che la seconda pietra, quella cubica è simboleggiata dalla base della cattedrale, che rappresenta l’apprendista. Questi, se apprende coscienziosamente ed approfonditamente, crea buone fondamenta per il suo percorso iniziatico. In effetti, nei riti di passaggio massonici, l’apprendista, per divenire Compagno d’Arte, deve dimostrare di saper squadrare la pietra. La terza pietra, quella che rappresenta, appunto il Compagno d’arte è il Concio di Chiave, che abbiamo visto nella costruzione degli archi. Questo simboleggia il secondo passo alchemico, quello della trasformazione del piombo in argento, legato alla Luna (Selene). La costruzione del Tempio interiore, rappresentato dalla cattedrale si innalza verso il cielo e l’ultima pietra da posizionare, il sigillo, è il Concio di Crociera. Ossia quello che si trova al centro della navata.
Cupola a Crociera con archi a Sesto Acuto
Questa pietra sorregge l’intera costruzione, rappresenta il terzo passaggio alchemico, quello che trasforma l’argento in oro, rappresentato dal Sole (Apollo) ed il Maestro in Massoneria.
Un altro segreto dei costruttori era l’inclinazione delle pareti e delle colonne, che non erano edificate verticali, ma con una leggera pendenza verso il centro, inoltre vi erano i Contrafforti e gli archi rampanti, ossia archi esterni che spingevano la struttura verso l’interno.
Elementi componenti la struttura di una Chiesa Gotica
Cosicché tutto il peso convergeva verso il centro della crociera del centro della navata. Così facendo, era possibile edificare cattedrali di altezze mai viste sino ad allora, con muri non spessi e soprattutto potevano resistere ai terremoti.
Volta della navata di una chiesa gotica
Di MARCO ENRICO DE GRAYA
Prossimi articoli
- Come Cistercensi e Templari ottennero la “conoscenza”
- La leggenda di Hiram
Fantastico approfondimento prof. Graya. L’allegoria tra la costruzione della cattedrale, percorso alchemico e percorso iniziatico é veramente avvincente. D’ora in poi guarderò ogni singola pietra delle cattedrali gotiche con un altro occhio.
Sono contento Francesco, era l’obiettivo dell’articolo. Ciao