Sulla rete si leggono moltissime storie sulla formazione dell’Ordine dei Templari, molte sono fantasiose, altre volutamente denigratorie, altre ancora ne esaltano le gesta basandosi sul sentito dire. Con questo articolo vogliamo definire la vicenda della fondazione dei Templari basandoci sui fatti storici.
Siamo verso la fine del secolo XI°, l’Impero Romano d’Oriente, detto Bizantino, è sotto attacco da parte dell’Islam e teme di veder cadere la capitale, la “Seconda Roma”, ossia Costantinopoli, nota come Bisanzio. Cosicché l’Imperatore Alessio I° Comneno compì un atto che sconvolse l’Europa ed il Medioriente per i successivi due secoli. Saputo che il Patriarca di Roma, noto come Pontefice, Urbano II° aveva convocato il Concilio di Piacenza (nel 1095), mandò una accalorata supplica scritta, in cui invocava l’aiuto dell’occidente contro le truppe islamiche, che stavano conquistando l’Anatolia. Dopo aver conquistato la Siria e la Palestina. L’ambasciatore bizantino lesse la lettera al Papa ma questi rispose con vaghe parole di appoggio morale, che si sarebbe interessato riferendo la questione ai nobili europei etc. L’ambasciatore bizantino si fermò a Piacenza per insistere nei giorni successivi.
Non sappiamo chi, ma in quei giorni qualcuno fece presente a Papa Urbano II° che nella lettera vi era scritto che l’Imperatore di Bisanzio si sarebbe impegnato a “Superare le differenze che ci separano”. Qualche Cardinale capì che era un’occasione unica, che si sarebbe potuta riunire l’intera Chiesa sotto il controllo di Roma, che come minino avrebbe raddoppiato potere, prestigio e ricchezze. Il problema era come aiutare l’Imperatore Bizantino. Il Ducato di Roma aveva un esercito minuscolo che a malapena serviva a sopprimere le rivolte dei nobili locali. Non erano passati tanti anni da quando, per l’ennesima volta, il popolo di Roma aveva cacciato il Papa proclamando da Repubblica. E poi le differenze con il Clero ortodosso erano sostanzialmente due e difficilmente superabili. Innanzitutto pochi anni prima era stato introdotto il celibato per il clero, ed in realtà passerà ancora almeno un secolo per veder attuata l’ordinanza; si era trattato di un decreto inderogabile, il clero locale nascondeva le donazioni per lasciarle in eredità ai figli e dare una dote alle figlie, mentre Roma aveva sempre bisogno di un grande flusso di denaro per mantenere i Cardinali, oltre la corte papale. Invece il clero ortodosso non si poneva quel problema, in quanto il Patriarca di Costantinopoli viveva alla corte dell’Imperatore e non aveva una sua corte, né aveva decine di Cardinali da mantenere, ognuno di essi con la sua piccola ma lussuosa corte. L’altro problema era che la Chiesa Ortodossa seguiva i dettami dell’Imperatore Costantino, il Fondatore del Cattolicesimo; ossia la Chiesa è uno dei tre pilastri dell’Impero assieme all’esercito ed alla burocrazia; quindi la chiesa è sottoposta al volere imperiale. Ed in effetti l’Imperatore di Bisanzio non in rari casi ha dimissionato il Patriarca di Costantinopoli, nominandone un altro. Roma invece ci aveva messo secoli ad ottenere l’autonomia dall’Impero, l’Imperatore ormai lasciava raramente la Germania per venire in Italia e nemmeno più si interessava dei problemi della Chiesa. E’ vero che i Vescovi tedeschi li nominava ancora lui, ma la speranza era di ridurlo a più miti consigli. Ma come fare? Come aiutare l’Imperatore di Bisanzio.
A qualche Cardinale venne l’idea, poi tutti assieme definirono il piano. Si doveva partire dal concetto che Costatino aveva nominato 5 Patriarchi: Alessandria d’Egitto, Antiochia, Gerusalemme, Costantinopoli e Roma. Le prime 3 città ormai erano in mano all’Islam e la quarta stava lottando per la salvezza. L’idea fu di lanciare un grido forte in tutta Europa asserendo che “gli infedeli” avevano occupato la “Terra Santa”, ossia la Palestina, che occorreva formare un esercito ed andare a liberare il Santo Sepolcro, il Calvario, il Monte degli Ulivi, Betlemme, Nazareth e tutti gli altri luoghi santi. “Liberate” Odessa, Gerusalemme ed Alessandria, si sarebbe imposto un Patriarca favorevole a Roma, meglio ancora se un vescovo mandato da Roma e quindi si sarebbe convocato un Concilio Ecumenico dei 5 Patriarchi, 4 avrebbero votato per l’unificazione della Chiesa e per porla in mano del Patriarca di Roma, ossia il Papa; l’Imperatore di Costantinopoli non potrebbe opporsi in quanto è stato salvato dall’invasione dell’Islam e Roma sarebbe divenuta la capitale incontrastata del Cristianesimo! Il piano c’era, sulla carta funzionava, mancava solamente l’esercito e vincere la guerra. Dettagli non da poco, in realtà.
Venne convocato l’Ambasciatore Bizantino e lo si rassicurò, quindi si convocarono i migliori predicatori e li si sguinzagliò per l’Europa affinché promettessero indulgenze ed ingresso sicuro in Paradiso per chiunque si fosse unito nel Santo Esercito della Croce.
Non è qui in luogo né il momento per narrare delle tristi storie delle crociate di contadini armati di falci e tridenti che furono annientate dagli eserciti islamici, nonché le due crociate dei bambini, che andarono a scrivere le più orrende e tragiche pagine di storia della Chiesa. Come corollario, si diffuse in Europa la caccia all’ebreo, con massacri in Francia e Germania, in quanto al popolo ed ai preti di campagna non era chiaro che gli infedeli islamici non erano gli infedeli ebrei, per loro erano infedeli e basta.
Dopo decine di migliaia di morti e non aver visto nemmeno da lontano Gerusalemme, a qualche Cardinale si illuminò la mentre e capì che non bastava avere il “Sacro Furore della Santa Fede”, essere guidati dallo Spirito Santo o dall’Arcangelo Michele, occorreva anche saper combattere, e possibilmente avere a capo dei militari di mestiere. A quel tempo solamente i nobili conoscevano l’arte della guerra, solo loro sapevano combattere a cavallo, solo loro avevano piccoli eserciti di militari professionisti.
Il Papa scrisse ai Re ed all’Imperatore per chiedere il loro impegno diretto nelle Crociate, ricevendo in risposta frasi di circostanza e nessun impegno. A Roma la delusione fu grande, ormai si vedevano alla guida di tutta la Chiesa; poiché, come noto, il bisogno aguzza l’ingegno, a qualcuno venne l’idea che diede la svolta alle Crociate. L’idea era questa: la nobiltà era diffusa in tutta Europa, al primogenito spettava il titolo e le terre del padre, il secondogenito veniva avviato alla carriera ecclesiastica (I vescovi dell’epoca erano quasi tutti nobili e questi molto sovente non erano preti, ma nobili sposati che acquisivano il titolo vescovile), dal terzogenito più nulla, dovevano trovarsi un mestiere e mantenersi. Quasi sempre diventavano militari al servizio prima del padre e poi del fratello maggiore o del fratello vescovo o abate. Era fra questi che bisognava pescare e creare un vero esercito.
Così avvenne, Spagna e Portogallo erano impegnati contro i Mori e quindi declinarono l’invito, inglesi e tedeschi non furono particolarmente entusiasti, almeno nella prima crociata, di più gli italiani. Dove la predicazione ebbe successo fu la Francia, all’epoca la nazione più popolosa d’Europa. L’esercito fu creato e si partì per la prima Crociata. Tanti erano i franchi, che ancora oggi nel mondo islamico, i crociati sono indicati come “i franchi”.
La storiografia ufficiale ci narra che la motivazione religiosa era che il Sultano di Damasco non faceva più affluire i pellegrini cristiani verso i luoghi sacri, avendo preso il controllo della Terra Santa. Il che è falso per due motivi: erano circa 400 anni che i musulmani avevano conquistato la Palestina e non avevano mai impedito nessun pellegrinaggio a nessuno. In Palestina vi erano monasteri ortodossi, chiese ortodosse, il Patriarca ortodosso, poi vi abitavano ebrei e palestinesi, in pace. Il secondo motivo era che non vi erano pellegrini che giungevano dall’Europa, i vescovi e gli abati europei indirizzavano i pellegrini nei locali santuari e certamente non in Palestina ove non avrebbero raccolto le offerte, Quindi la motivazione era falsa. Ciò nonostante fu raccolto un grande esercito e, come noto, sbarcato in Palestina, il 15 luglio del 1099, dopo feroce assedio, la città venne conquistata. Inutile ricordare che gli abitanti furono in buona parte massacrati, in quanto per i crociati erano tutti infedeli, non sapendo distinguere musulmani, ebrei e cristiani ortodossi.
Il clero inviato dal Papa al seguito della Crociata, per prima cosa prese possesso delle Chiese e quindi fi fu l’investitura del Patriarca Latino di Gerusalemme, tale Arnolfo di Rouex, un franco originario delle Fiandre, figlio di un sacerdote, non risulta che fosse vescovo, ma era un particolare secondario.
Quindi venne fondato il Regno di Gerusalemme ed il 22 luglio del 1095 Goffredo di Boulogne (Buglione in italiano) fu incoronato Re di Gerusalemme dal neo Patriarca. Goffredo era un franco del nord della Francia.
In breve tempo, vennero conquistate altre terre, ma non si mantenne l’unità statale, vennero creati nuovi Regni e possedimenti feudali. Venne conquistata anche Antiochia, con la conseguente creazione del Principato di Antiochia ove, nel 1098, fu insediato il Patriarca Pietro I° di Narbonne, un franco del sud, un Occitano. Principe fu nominato Boemondo di Taranto, un Normanno originario della Calabria. Una nota di colore, per comprendere l’epoca: Antiochia fu Conquistata da Roberto, Duca di Normandia, Un ducato in Francia, ma che dipendeva dal Re d’Inghilterra. Saputo dai delegati del Papa che il designato ad essere Patriarca gli disse di prendere possesso del palazzo patriarcale, ma questo era occupato dal Patriarca Ortodosso, tale Johannes V° l’Ossita, e questi non intendeva cedergli il palazzo in quanto Pietro era solamente un Sacerdote. Al seguito dell’esercito normanno non vi era un vescovo che potesse imporre le mani su Pietro e nominarlo Vescovo, così Roberto disse al vescovo ortodosso Johannes di nominarlo lui, questi inizialmente si rifiutò sdegnato, ma Roberto lo convinse in breve tempo, e noi siamo certi che si limitò a fargli vedere la spada.
Il Papa riceveva continuamente buone notizie, regni e principati praticamente suoi vassalli, la nomina di 2 patriarchi e quindi aveva già 3 voti su 5. Ma l’ingordigia annebbia la vista, e le crociate continuarono con la creazione di altri Regni e la nomina anche dei Patriarchi Latini di Costantinopoli e di Alessandria d’Egitto.
Poi, sappiamo come andarono a finire le Crociate ed i Patriarchi Latini si rifugiarono a Roma, creando così altre 4 corti da mantenere. Inoltre nel Rinascimento questi Patriarchi senza fedeli erano nominati fra i fratelli od i cugini dei Papi del momento. La pacchia finì con Papa Giovanni XXIV°, il quale abolì i Patriarcati Latini di Costantinopoli, Antiochia ed Alessandria ed assegnando il Patriarcato Latino di Gerusalemme ai Frati Francescani, i quali mantengono questa carica, ormai solamente più onorifica assegnandola all’Abate del Convento Francescano che è in Israele.
Regno di Gerusalemme, Contea di Tripoli, Principato di Antiochia, Contea di Edessa, Regno di Cipro, Regno di Piccola Armenia.
Impero Latino di Costantinopoli, Despotato d’Epiro, Ducato d’Atene, Principato d’Acaia, Impero di Nicea, Impero di Trebisonda.
Questo era l’ambiente della Terra Santa di quegli anni, ma noi dobbiamo vedere come si sono formati i Templari. Vediamo allora come avvenne.
I Crociati, cavalieri o semplici fanti, quando non erano impegnati in scorribande in Cisgiordania, passavano il tempo ad annoiarsi nelle taverne. In una di queste si venne a formare un gruppo d’amici, 9 in tutto. Si trattava di Hugo de Payens, Godfrey de Saint-Omer, Payen de Montdidier, André de Montbard, Hugo Riguad, tutti dalla Francia, Godfrey de Bisol, della Savoya in Borgogna, Roland, della Borgogna, Arcimbold de Saint-Amand delle Fiandre e Gondemar detto il tedesco.
In breve si diffuse la caccia alle reliquie, vere o false che fossero. I nobili volevano tornare a casa con una reliquia per dare lustro alla casata, altri cercavano reliquie per venderle ai prelati, che volevano portare a casa una reliquia per dar prestigio alla propria curia. Altri ancora per rivenderle appena tornati a casa. Cosicché i truffatori si moltiplicavano: tutti potevano comperare una scheggia della Vera Croce o una Spin della Corona di Nostro Signore etc. Invece i 9 amici non erano truffatori né prede di truffatori, ma sarebbero voluti tornare a casa con qualche reliquia. Pensarono che sarebbe stato possibile trovare delle reliquie sotto il Tempio di Salomone. Il Tempio non c’era più, in quanto distrutto dai romani, come vendetta per l’ennesima rivolta del popolo giudaico. Esisteva il “Muro del Pianto”, gli ebrei dicevano che erano le vestigia del tempio, in realtà si trattava dei resti del Tempio di Giove, fatto costruire dai romani. Vi erano voci che sotto la spianta vi fossero le “Stalle di Salomone” ed i 9 amici erano convinti che lì sicuramente si sarebbero trovate delle vere reliquie. Quindi si presentarono al Re e chiesero il permesso di scavare nella spianata. Nel frattempo Re Baldovino II, successore di Re Goffredo, nel 1119 aveva trasformato la Moschea di al-Aqsa, che era sulla spianata, nel suo palazzo reale e concesse al gruppo di amici di stabilirvisi e di scavare nei sotterranei se avessero voluto. Nel frattempo i 9 amici si erano costituiti in un Ordine detto «Pauperes commilitones Christi templique Salomonis», ossia “poveri soldati di Cristo del Tempio di Salomone”. Quindi iniziarono a scavare. Trovarono effettivamente delle gallerie e ritennero che si trattasse delle famose stalle. Le loro ricerche proseguivano infruttuose sino a quando avvenne qualcosa.
Tipica rappresentazione dei Templari, vedremo prossimamente il significato.
Improvvisamente si presentarono al Re chiedendo il permesso di tornare in Francia. Il Re chiese per quale motivo volessero abbandonare la Terra Santa ed un lavoro ben retribuito per tornare in Francia dove il futuro non era certo. Ma i 9 amici, pur dando motivazioni vaghe, vollero partire. Lasciarono a presidiare la loro parte di palazzo da altri cavalieri che si erano uniti a loro successivamente alla fondazione. Pertanto mantennero quel luogo come la loro sede. Sede che rimase tale sino al 1187, quando il Saladino riconquistò Gerusalemme e fece riconsacrare la Moschea, restituendola al culto islamico.
I 9 amici giunsero in Francia, ed invece di cercare un lavoro si diressero a nord e si recarono all’abbazia Cistercense di Clairvaux, ove incontrarono Bernard de Fontaine, poi noto come Bernard de Clairvaux (Bernardo di Chiaravalle). Il Monaco era figlio della sorella di André de Montbard. Lo zio e Hugo de Payens parlarono a lungo con il Monaco e nacque il sodalizio fra Templari e Cistercensi.
A quel punto deciso che occorreva organizzare tutto per il meglio, e Bernard scrisse la regola per l’Ordine del Tempio e si recarono al Concilio di Troyes e ne richiesero l’approvazione ai Vescovi conciliari. Questi la approvarono, rendendo così l’ordine del Tempio autonomo alle leggi civili e ponendo i monaci-cavalieri al servizio della Chiesa come difensori della medesima e della “Vera Fede”.
Quindi Cistercensi e Templari si misero a contattare una Gilda di Costruttori, la trovarono e trovarono anche il primo committente, il vescovo di Laon. La locale cattedrale, in stile carolingio fu rifatta in stile gotico e fu dedicata a “Notre Dame”, ossia “Nostra Signora” con la consacrazione nel 1150. Occorre ricordare che a questa Gilda entrarono a farne parte i “Maestri Comacini”, originari della zona di Como ed erano esperti scalpellini.
La Cattedrale di Laon, la prima cattedrale gotica.
La costruzione, unica al mondo lasciava stupefatti per l’ardita architettura, mai si era visto sino ad allora una costruzione così elevata, con mura così sottili e con costì tante ed ampie finestre. Fu nota anche per una particolare statua posta all’altezza del tetto: un toro.
Toro: simbolo astronomico e alchemico, che vedremo prossimamente il significato nelle cattedrali gotiche
Il Vescovo che sottoscrisse il mandato per il rifacimento della cattedrale era tale Barthélemy de Jur, che fu vescovo di Laon fra il 1113 ed il 1151. La diocesi adiacente era quella di Soissons, retta da Josselin de Virzy, cattedra fra il 1126 ed il 1152. Nel 1129, quest’ultimo, aveva partecipato al Concilio di Troyes, ove conobbe sicuramente Bernardo di Chiaravalle e molto probabilmente Hugo di Payens. Non abbiamo notizie, ma non è da escludere che fosse parente di uno dei Templari francesi, in quanto tutti originari di quelle terre. Barthélemy, di famiglia alquanto ricca, partecipò con fondi propri alla costruzione della Cattedrale di Notre Dame. Amico di Bernardo da lunga data, nel 1121 aveva favorito la costruzione delle abbazie di Foigny e di Vauclair presso Laon. Con il fratello Eble partecipò alla fondazione dell’abbazia del Lago di Joux, ma questa era dei Monaci Premonstratensi, fondati da Norbert de Xanten (poi santo), di cui era amico. Quando Papa Callisto II° (Nato Gui de Bourgogne – Guido di Borgogna) si recò dal Re di Francia a Reims (l’allora capitale francese) si fermò a Laon, questi era amico dei monaci Cistercensi ed approvò la costruzione di nuovi monasteri.
Quindi l’inizio della grande epopea della costruzione delle cattedrali gotiche avvenne in un ambiente sì religioso, ma di amici dei Cistercensi; grandi tessitori di una rete potente di amicizie. Il clero non era tutto formato da analfabeti dediti al lusso ed alla dolce vita, vi erano anche vescovi letterati ed amanti del bello, che conducevano il loro compito con coscienza.
Quindi cosa possiamo dedurre? Che i Templari avevano trovato un tesoro nelle gallerie nelle viscere del monte Sion, ma non un tesoro d’oro e argento, un tesoro sapienza e conoscenza. Poiché all’epoca si affermava che le Chiese Gotiche erano costruite sul progetto del Tempio di Salomone, dobbiamo dedurre che i Templari avessero trovato la documentazione inerente ai segreti architetturali del mitico Architetto Hiram. Questi era un architetto fenicio incaricato dal biblico Re Salomone alla costruzione del noto Tempio detto di salomone.
Per quanto riguarda il mito dell’Architetto Hiram, peraltro citato nella Bibbia con il nome di Chiram, in “Primo Libro dei Re” nel paragrafo 7. Indicando che era figlio di un esperto nella fusione dei metalli. Hiram fu incaricato da Re Salomone di edificare il Tempio. Il padre, come esperto di metalli, fuse le due colonne in bronzo che erano poste ai lati dell’ingresso del tempio. Ebbene la tradizione massonica conosce l’Architetto indicandolo come Hiram Abif e gli riconosce il titolo di Grande Architetto, quindi progettista e direttore dei lavori della costruzione del Tempio. Sulla base di questo mito, tutte le Logge del mondo, indicate come Tempio Massonico, hanno ai lati dell’ingesso due colonne. Quindi la Massoneria tramanda il mito di Hiram, che vedremo in altro articolo su queste pagine.
A questo punto il dubbio che ci assale è: quali erano questi segreti architetturali fenici ritrovati dai Templari? E come è possibile che dei papiri si siano preservati per oltre 2.000 anni (dal 1.000 a.C. circa al 1.096 d.C.) in una galleria nelle viscere del Monte Sion? Questo secondo quesito è di facile risposta; la classe dirigente fenicia era di origine sumera, mentre il popolo era formato da camiti e semiti. Ebbene, sappiamo che i sumeri, per preservare le scritture, le tracciava in tavolette d’argilla, come è noto dagli scavi archeologiche in Mesopotamia. Ed in effetti la tradizione massonica, ancora oggi, riferisce che occorre tracciare la “tavola architettonica”; quindi la tavola ricorda la tavoletta in argilla e non si cita tracciare un papiro.
Quindi possiamo pensare, a ragion veduta, che il grande tesoro dei Templari non era composto a oro e argento, pietre preziose e perle, ma si trattava di tavolette in sui si insegnavano i segreti della geometria, dell’architettura e della matematica. Comprendendone il valore, si precipitarono a farle valutare da chi poteva comprenderle: i Monaci Cistercensi. L’ordine monastico con il più elevato livello culturale di quei tempi. Bernardo di Chiaravalle, compreso il valore delle tavolette, organizzò la costruzione delle cattedrali dette gotiche. La domanda è perché sono dette gotiche? Perché era una sapienza che, per la prima volta, non giungeva da Roma ma da popolazioni germaniche, i Franchi nel caso specifico. All’epoca era comune indicare come Goti i popoli germanici.
Per completare l’argomento, pubblicheremo altri articoli in cui affronteremo la questione della denominazione di tutte le Cattedrali Gotiche costruite dal Templari e Cistercensi sono tutte dedicate a “Notre Dame”, la crescita irruenta della potenza dei Templari e la loro distruzione. Vedremo anche la simbologia esoterica dei Templari e delle chiese gotiche.
Per chi volesse approfondire questi argomenti, potrà fare riferimento ai miei testi:
- “La Massoneria spiegata ai Profani”, scritto assieme a Piergiorgio Massaglia;
- “Papi e Antipapi, la vera storia”, unico saggio di tale argomento che narra la storia completa dei papi e degli antipapi, immersa nelle vicende storiche del momento;
- “Patriarchi Latini, l’espansionismo della Chiesa al tempo delle Crociate”, unico saggio italiano di tale argomento tabù.
Di MARCO ENRICO DE GRAYA
Racconto sempre piu avvicente. Alcuni nomi mi risuonano nella mente dal Film Crociate di Ridley Scott.
In questa narrazione gli scavatori avrebbero potuto venire in contatto con scritti religiosi sumeri o con vangeli apocrifi (simili a quelli ritrovati poi a Nag Hammadi nel 1945?). Attendo con ansia le prossime puntate.
In effetti le tradizioni mediorientali quali Maria Maddalena, Hiram, Mithra etc seguirono i Templari nella loro storia, quindi è plausibile che abbiano trovato anche altro, oltre le indicazioni architettoniche. Ciao
Grazie! Sempre interessantissimo!
Grazie Daniela, ciao.