Il partito nazionalsocialista è stato l’unica forma di aggregazione sociopolitica che ha basato la propria ideologia su tutta una serie di concetti, informazioni e documentazioni, miti e leggende, legati a società esoteriche tedesche. Tra le principali figurano il Germanenorden, la Thule Gesellschaft, l’Ordine dei cavalieri teutonici, la SS Schule auf Wewelsburg (scuola superiore delle SS esoteriche del castello di Wewelsburg) e la Vril Gesellschaft, che approfondiremo più avanti. Quando il partito riuscì a prendere il potere, la maggioranza dei suoi componenti era dunque composta da elementi che facevano in qualche modo riferimento a tali correnti o che prendevano ordini da chi apparteneva ad esse.

 

Il Castello di Wewelsburg

 

Ricordiamo inoltre che, all’inizio del secolo scorso, si venne a formare in Germania, in Inghilterra e in Francia, tutta una rete di ricercatori che andava a scavare nella parte più sconosciuta della nostra storia. Si crearono così collegamenti tra i vari circoli di queste nazioni, che cominciarono a scambiarsi informazioni e conoscenze. Alcune di queste circolavano già all’interno della Thule Gesellschaft, una nota società segreta che prendeva il nome della leggendaria isola che i nazisti cercavano.

Sempre in quel periodo si riteneva altresì che le varie razze umane presenti sul nostro pianeta non avessero tutte la medesima discendenza. Alcune provenivano da altrove, altre erano terrestri, mentre la razza bianca europea era considerata originaria di Aldebaran, una stella appartenente alla costellazione del Toro. Proprio per questa origine “divina” i nazisti sentivano di dover dominare la Terra. Si distinguevano quindi tre gruppi: i creatori di cultura (che erano rimasti pochi), i portatori di cultura (la razza bianca) e i distruttori di cultura. È questo che permeava all’epoca il partito nazionalsocialista, un enorme substrato esoterico ereditato da Thule e non solo.

Tra le prime azioni intraprese dal partito, una volta salito al governo, vi fu quella di creare una sorta di “organizzazione” direttamente controllata dalle SS, conosciuta col nome di Ahnenerbe (L’eredità dei nostri avi). Essa, che annoverava tra i suoi fondatori anche Heinrich Himmler, nasceva con il compito di effettuare ricerche in campo magico ed esoterico per conto del Terzo Reich. Permase attiva ufficialmente dal 1935 al 1945, anche se le sue origini risalivano a molto prima.

L’Ahnenerbe era formata da professori universitari e scienziati, oltre che da tecnici esperti di vari settori, come fotografi o archeologi. Si ricercavano tutte le antiche tradizioni, tramandate in forma orale o scritta, bisognava trovare delle prove, recuperare manufatti di vario genere (solitamente testi), e conferirli a loro, che li avrebbero studiati e analizzati, cercando di andare a scoprire le conoscenze più antiche.

Tra le varie azioni svolte da questo ufficio vi furono innumerevoli spedizioni per rinvenire, tra gli altri, la tomba di Maria Maddalena, il sacro Graal o la spada di Longino. Le spedizioni si spinsero un po’ in tutte le zone del mondo, dalla Grecia alla Mesopotamia, dall’Italia alla Siria.

 

Molto famosa è stata la spedizione in Tibet, dove ufficialmente i nazisti andarono in visita ai monaci tibetani, ma in realtà cercarono di ottenere contatti, attraverso di loro, con chi viveva ancora nelle viscere della Terra, ossia i possibili discendenti di Śambhala, situati sotto all’antica capitale del Tibet, Lhasa. I contatti con il Tibet furono continui e molto assidui nel corso del tempo. Addirittura le SS Ahnenerbe aprirono lì una sede diplomatica del Terzo Reich con un lama tibetano, stringendo un accordo diplomatico che riconosceva la comune origine ariana dei due popoli e trasferendo presso la Cancelleria di Berlino una ventina o una trentina di monaci tibetani particolarmente “dotati”, che diventarono di supporto ai nazisti in una serie di attività. Nel dettaglio, si parlerebbe di persone in grado di praticare la visione a distanza (utile contro i nemici), di esperti di tecniche di controllo della mente (dalla Germania è anche iniziato il progetto MK Ultra) e, ancora, alcuni di questi monaci sarebbero stati addirittura capaci di rendere operativo il cosiddetto Linga-Śarīra, ovvero la possibilità di far diventare tangibile, sia pur per breve tempo, il corpo astrale di determinati personaggi.

 

Palazzo del Potala a Lhasa

 

A proposito di individui dotati di poteri straordinari, è giunto il momento di introdurre un’altra società segreta che ha ricoperto un ruolo chiave soprattutto per quanto riguarda l’innaturale salto tecnologico del Terzo Reich a quel tempo. Si tratta della cosiddetta Vril Gesellschaft, ovvero la Società dei Vril, composta da sole donne, bellissime e con i capelli molto lunghi, che potremmo definire delle canalizzatrici o delle medium. Il simbolo della società raffigurerebbe un Sole Nero, dal quale si sprigionerebbe il Vril, una sorta di energia di cui si conosce ancora molto poco. Allo stesso modo anche il materiale scritto al riguardo è scarso, se non presente in qualche testo in sanscrito. Non è da escludere che qualcuno dei monaci citati sopra abbia collaborato o sia stato in contatto con qualche membro di questa società. Le stesse Vril Damen pare fossero in comunicazione anche con una civiltà che diceva di venire da Aldebaran. Sostenendo di chiamarsi Sumerian, essa asseriva di essere colei che aveva dato inizio alla civiltà Sumera, a quella aurita e a quella accadica. Difficile affermare se ci troviamo di fronte ad una sovrapposizione con la storia degli Anunna o se, invece, si tratti di una vicenda parallela. Tramite loro, le donne avrebbero ricevuto progetti e disegni per sviluppare armi e velivoli sofisticatissimi. Maria Orsic, una delle Vril Damen più conosciute, era in grado di scrivere anche in caratteri cuneiformi. Alla fine della seconda guerra mondiale ogni traccia di queste donne è andata perduta, sembrano essersi dileguate nel nulla.

 

Il simbolo Schwarzesonne, o Sole Nero, da cui si sprigiona il Vril

 

Negli anni Trenta i tedeschi si spinsero pure in Antartide, un luogo verso cui mai nessuna nazione aveva mostrato grande interesse prima. La motivazione ufficiale è la ricerca di acque pescose dove recarsi a caccia di balene per un ipotetico bisogno di grasso per le lampade ad olio. In un punto ritenuto adatto, nella parte settentrionale dell’Antartide, vennero presto avviate, tra il 1937 e il 1938, le operazioni per costruire una prima base in un territorio rivendicato dai nazisti e ribattezzato Neuschwabenland, la Nuova Svevia. La sua posizione è strategica. Tra la parte orientale e quella occidentale del continente, esiste un canale sottomarino molto lungo che corre al di sotto della calotta antartica. Questo canyon comincia nel Mare di Weddell, in particolare nella Filchner Ice Shelf, prosegue il suo percorso sotterraneo fino ad arrivare abbastanza vicino a quello che un tempo era il continente della Zealandia, che oggi vede emerse due grandi isole che sono quelle della Nuova Zelanda.

 

L’Antartide

 

La Neuschwabenland presentava al suo interno tutta una serie di endemismi e di particolarità che la rendevano agli occhi dei tedeschi gradevole come un Eden. L’Antartide venne raggiunto da sottomarini nazisti fino quasi a tutto il 1945, soprattutto da battelli di tipo 21 e 24, nello specifico quelli costruiti come sottomarini da trasporto che potevano portare quasi 5.000 tonnellate di materiale, persone, armamenti e quant’altro. Essi effettuavano con una certa frequenza dei veri e propri viaggi-spola verso l’Antartide per poi ripartire e tornare in Germania.

A tal proposito, nel libro “La svastica nel ghiaccio”, si racconta  che già nel 1941-42, all’epoca in cui i sottomarini tornavano carichi di materiali in Germania a scopo energetico, nella Base sotterranea 211 vivevano almeno 10.000 persone. I RuSHA, ovvero i presidi amministrativi delle SS per la razza e gli insediamenti nei territori occupati, prelevarono dall’Ucraina occidentale (in zone in cui c’era popolazione tedesca), almeno 4.000 donne di chiara genetica tedesca e conformazione anatomico-fisiognomico ariana per trasferirle nella Neuschwabenland per ripopolarla. Non si trattava di donne strappate dalla strada, ma di persone molto preparate a livello scientifico e culturale in vari campi.

 

Come già accennato, i sottomarini non tornavano mai indietro vuoti in Germania, ma erano carichi di minerali perché i monti Mühlig-Hofmann e la Terra della Regina di Maud sono ricchi di uranio e pieni di materiali rari e terre. I tedeschi, dunque, in difficoltà per quanto riguardava l’approvvigionamento di determinati materiali, poterono far fronte ad alcune loro esigenze industriali in questo modo.

 

L’intero territorio circostanziato dalla Germania, oggi Terra della Regina di Maud, che i nazisti avevano annesso al Terzo Reich, presentava un’estensione territoriale di 600.000 chilometri quadrati. Stiamo parlando di una zona non lontana dalla cosiddetta Oasi di Schirmacher, delle valli geotermali lunghe centinaia di chilometri dove tutto l’anno la temperatura è di 14°, nulla a che vedere con il resto dell’Antartide. A tal proposito è il caso di riportare un’affermazione emblematica dell’ammiraglio Karl Dönitz, capo dell’Arma dei battelli sottomarini della Marina tedesca durante la seconda guerra mondiale: «nel 1942 i nostri sottomarini hanno scoperto un Eden, un paradiso terrestre ignoto a tutti. Nel 1943 grazie all’Arma dei battelli sottomarini siamo orgogliosi del fatto che dall’altra parte del mondo abbiamo creato per il Führer un’inespugnabile fortezza, una Shangri-La».

In effetti diverse cartine e report ci fanno sapere che esiste un territorio, tra la costa della Principessa Astrid e la costa del Mare di Lazarev, di 5.000 chilometri quadrati di terreno particolarmente fertile quasi sempre libero dai ghiacci e dalla neve, in qualche modo sostanzialmente addirittura coltivabile. In questa zona probabilmente i tedeschi fondarono una delle loro tre basi o punti di appoggio che è quella che poi è conosciuta come la Base 211 Neue Berlin (Nuova Berlino). Un’altra base più piccola era stata approntata nel Mare di Weddell, sul Filchner Ice Shelf, e si chiamava Kosaken o Luitpold, dal nome della Germania guglielmina che lì aveva costruito un approdo per baleniere. L’altra è la base Neumayer che è quella dove approdò la nave Neuschwabenland in occasione della famosa spedizione. Erano in approntamento altri due centri, uno ancora una volta sotterraneo come la Base 211 e uno di superficie nella zona dei monti Mühlig-Hofmann.

 

Panorama antartico

 

Le altre nazioni sapevano che qualcosa di importante si trovava in quei territori e per questa ragione avviarono alcune “esplorazioni”. La missione Tabarin (1943) e la missione Tamerlan (1945) sono soltanto due delle operazioni portate avanti contro le basi naziste in Antartide (spacciate sempre per spedizioni scientifiche). Esse furono portate avanti dai commandos dell’impero britannico, in particolare SAS (Special Air Squadron) e SRS (Special Raiding Squadron).

 

Nella prima, i soldati sbarcarono, trasportati da un sottomarino inglese, sulla costa della Principessa Astrid nel Mare di Lazarev e cercarono di addentrarsi a piedi nelle zone che si presuppone fossero quelle in cui i tedeschi stavano acquartierandosi. Abbiamo delle testimonianze a riguardo, due sopravvissuti della squadra parlarono di basi subglaciali sotterranee con gallerie e tunnel di accesso dove veniva portata avanti anche una produzione di tipo meccanico o industriale di un certo livello, con creazione di oggetti mai visti prima da questi commandos inglesi. Essi testimoniarono la presenza di una sorta di yeti, un homo polaris, ricoperto da una pelliccia bianca e al completo servizio dei tedeschi, come un normale cane da guardia. Lo yeti non solo avrebbe ucciso, ma addirittura sbranato uno dei soldati inglesi che si erano addentrati nelle gallerie. In questo tunnel segreto, i testimoni oculari raccontarono di aver assistito anche all’esecuzione di alcuni loro compagni alla presenza sia di nazisti che di uomini polari. La temperatura interna delle caverne era insolitamente alta, si aggirava attorno ai 24°, il che sembra confermare quanto affermato dall’ammiraglio Byrd nel corso dei suoi viaggi. I tunnel sarebbero stati dotati, inoltre, di un’illuminazione artificiale, poiché erano in corso al loro interno degli scavi. Da segnalare la presenza di hangar per “strani aerei”. Non mancavano delle banchine alle quali far attraccare gli U-boot tedeschi.

 

Nel 1945, sempre i commandos inglesi, tentarono di distruggere le basi e certificare la presenza di queste creature pelose. Esisterebbero degli audio in cui si sentono i soldati comunicare con la base e raccontare ciò che hanno visto. A questo punto bisogna chiedersi se tali esseri siano un endemismo dei monti Mühlig-Hofmann o di alcune zone dell’Antartide. Ricordiamo che pure Byrd aveva segnalato un suo incontro con creature che sembravano abitare nel sottosuolo.

 

Non dimentichiamoci che simili creature potrebbero essere anche frutto di una sorta di ibridazione. È plausibile che siano stati svolti esperimenti biologici per la creazione di umanoidi da utilizzare come schiavi. Sono innumerevoli i progetti avviati dai nazisti per praticare esperimenti genetici di vario tipo. Tra questi, vale la pena citare il Progetto Gigante, svoltosi proprio in una delle basi tedesche in Antartide. Il progetto prevedeva che commilitoni dei nazisti presenti sul posto venissero sottoposti all’inserzione di un siero, tramite endovena, prelevato da creature particolarmente grandi, dei giganti potremmo dire, lì conservati da migliaia di anni sotto il ghiaccio. Ci sarebbero anche dei video in rete a riguardo. Gli esiti di questi esperimenti sembrano essere stati terribili, ma purtroppo si sa davvero ben poco su questo progetto. Inutile aggiungere che nella fantasia malata dei nazisti non c’erano limiti a ciò che poteva essere sperimentato.

 

Uno yeti tra i ghiacci – immagine prodotta con computer grafica

 

Quel che è certo è che viene il sospetto che i nazisti potessero aver ricevuto il “benestare” di qualcuno per poter risiedere in quelle zone poiché, come abbiamo visto dagli esempi riportati sopra, altre spedizioni avventuratesi apparentemente “senza permesso” sono tornate da quei luoghi con un pugno di mosche, sconfitti da tecnologie di altissimo livello che potevano soltanto sognarsi. Sicuramente la Gran Bretagna sapeva bene cosa avrebbe potuto trovare in Antartide, anche perché all’epoca fu eclatante il numero di nazisti che mancavano all’appello (misteriosamente scomparsi) alla fine della guerra, così come quello di centinaia di loro mezzi. Non risultava in nessun report che gli U-Boot, i sommergibili tedeschi, fossero stati abbattuti o che si fossero arresi. C’erano buone possibilità di trovarli proprio lì, in quelle basi segrete.

 

Negli ultimi anni della guerra, gli Stati Uniti strinsero accordi con le nazioni dell’America latina per evitare che venisse dato supporto o rifugio a navi tedesche che volessero approdare da quelle parti. Sappiamo che nel luglio del 1945 in Argentina arrivò un U-530, un U-Boot tedesco. L’equipaggio era a bordo, privo di armi e di libretto che ne indicasse la provenienza. Alcuni supponevano provenisse dal nord Europa, anche se è abbastanza improbabile. Gli argentini prelevarono il gruppo di persone e li consegnarono agli statunitensi. Questi ultimi li interrogarono ma, dai loro racconti, non riuscirono a carpire informazioni utili perché troppo confusi e non in grado di rivelare il loro luogo di provenienza. L’U-boot sarebbe poi stato utilizzato negli anni ‘60 come bersaglio della Marina americana, venendo affondato (è possibile vederlo su Google Earth). Si sospetta che questo sommergibile arrivasse in realtà da una base segreta in Antartide.

 

Infine, nel corso della missione Argus, svoltasi nel 1958, sarebbe stata sganciata nei cieli sovrastanti la Neuschwabenland una bomba all’idrogeno, o bomba H. Probabilmente gli effetti distruttivi su queste basi sotterranee sono stati minori, secondo alcune fonti c’erano addirittura campi di schermatura energetica che avrebbero impedito gli effetti più devastanti di questo ordigno.

 

Gli interessi per le basi tedesche non sembrano essersi arrestati nonostante siano passati decenni dalla fine ufficiale della seconda guerra mondiale. Nel 1973 i servizi segreti francesi inviarono nella Terra della Regina di Maud Jacques-Yves Cousteau con la sua nave Calypso, accompagnato da una serie di sommozzatori militari francesi aggregati alla nave, con lo scopo di scoprire il più possibile su questa terra. Eppure ben altro premeva ai servizi segreti francesi, che avevano il compito di introdursi in alcune specifiche gallerie sottomarine, probabilmente vicine alle basi tedesche. Almeno una mezza dozzina di sub morì immediatamente in queste gallerie e la nave scientifica Calypso, con Cousteau a bordo, fu costretta a fare subito marcia indietro, comunicando a chi di dovere che le cose erano andate molto male e che era meglio andare via.

 

In quei luoghi si trovava, o forse esiste ancora, qualcuno o qualcosa di davvero reale e sostanziale, inutile dire che la seconda guerra mondiale non si è conclusa quando la storia ufficiale ci ha raccontato.

 

Sara Perotti

 

Se vi interessa l’argomento, potreste approfondirlo leggendo il libro “Sotto l’Antartide – Enigmi di una terra proibita”, di Gianluca Lamberti e Umberto Visani, con la prefazione di Nicola Bizzi. Lo trovate nella libreria di fiducia e nei grandi store on-line. Potete scegliere fra l’edizione con copertina morbida o rigida, oppure nel comodo eBook. Quest’ultimo anche sulle piattaforme Kobo, Apple e Google Play. Leggete qui la sinossi:

 

 

 

 

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