Questa settimana vi proponiamo nuovamente un articolo che ci è stato inviato da un amico di Facciamo Finta Che, al quale abbiamo lasciato uno spazio per parlarci di un mistero da lui stesso indagato. Grazie a Federico Sanapo viaggeremo fino a Tuturano, una piccola frazione del comune di Brindisi, distante circa una decina di chilometri dal capoluogo. In particolare approfondiremo una scoperta legata alla torre intitolata a Sant’Anastasio, come abbiamo già accennato, situata nel cuore del centro storico di Tuturano, località già esistente in epoca messapica e poi romana, con continuità di insediamento fino al Medioevo e all’età contemporanea.

La torre si erge al centro di Piazza Regina Margherita e, al contrario di quanto si possa pensare, non è una torre di avvistamento (quindi usata a scopo difensivo), ma residenziale. Prende il nome dall’effige dell’omonimo santo che si trova sulla sommità, in facciata. Chi ci abitasse nei secoli del Medioevo non possiamo saperlo, in quanto la documentazione è molto lacunosa. Tuturano, secondo quanto riferisce la documentazione antica reperibile presso la Biblioteca Arcivescovile “Annibale De Leo” di Brindisi, nel 1097 viene donata dal Conte Goffredo di Conversano e da sua moglie, la Contessa Sichelgaita, alle monache benedettine di Brindisi. La frazione era quindi un feudo della Chiesa. Da scavi archeologici effettuati sotto al pavimento della torre, sono venute fuori due fosse, probabilmente dei butti, che hanno restituito reperti che vanno dall’epoca medioevale fino all’età contemporanea.

La torre Sant’Anastasio consta di due piani, uno inferiore e uno superiore, e oggi ospita la Biblioteca Sociale “Enzo Cosma”. Secondo gli storici, il piano terra serviva come zona giorno e accanto vi era una sala destinata a magazzino, che fino al XVIII secolo avrebbe ospitato un carcere. Al piano superiore troviamo invece un elegante camino e cinque finestre, di cui quattro disposte ai quattro punti cardinali e una piccola in alto sul lato sud.

Devo precisare, a scanso di equivoci, che quelle che vi sto illustrando sono soltanto mie interpretazioni. Il discorso, come voi attenti lettori di Facciamo Finta Che avrete immaginato, è molto lungo e complesso, ma adesso vi spiegherò in sintesi i risultati a cui sono arrivato con la mia ricerca.

Il graffito risulta in sé già molto particolare e non sarebbe comunque collegabile ad un reimpiego né tantomeno al “marchio” di qualche tagliapietre medievale o di altra epoca. Gli archeologi che ho consultato datano il graffito entro un arco temporale vasto che va dal XIII fino al XVI secolo, almeno da quanto si evince dal ductus, che in paleografia indica il grado di rapidità con cui viene tracciata una scrittura. Il fatto che sia presente un occhio di Horus ci porta a riflettere su altri significati che potrebbe avere il graffito e infatti è saltata fuori la storia della presenza, nel piccolo paese di Tuturano, del potente mago rinascimentale Enrico Cornelio Agrippa, storia che appresi dai social nel lontano 2013. Una presenza non certa quella del mago a Tuturano, ma comunque possibile visto che sappiamo certamente dai documenti raccolti dai fratelli Beringos nel 1600 che egli nell’anno 1515 (e precisamente nel mese di febbraio) era a Brindisi, che dista ancora oggi pochissimo da Tuturano. Proprio da Brindisi sappiamo che Agrippa scrive una lettera ad un amico.

A questo punto era impossibile non indagare a fondo questa figura e le sue opere, anzi, la sua opera maggiore, ovvero il De Occulta Philosophia. Si tratta ancora oggi di una delle opere di magia più importanti in circolazione, la quale è stata tradotta in moltissime lingue, italiano compreso. Per maggiori informazioni sul personaggio riportiamo all’interessante saggio “Agrippa e la sua magia secondo Arturo Reghini” curato da Nicola Bizzi, Lorenzo Di Chiara e Luca Valentini (libro disponibile sul sito Edizioni Aurora Boreale al seguente link: https://www.auroraboreale-edizioni.com/?wpam_id=3).

Il De Occulta Philosophia consiste in tre libri: nel primo il mago tedesco (nativo appunto di Nettesheim, piccolo borgo vicino Colonia, in Germania) parla della magia naturale, nel secondo della magia celeste e nell’ultimo della magia cerimoniale. Ad Agrippa è attribuito anche un quarto libro, conosciuto come Libro del Comando, la cui attribuzione ad oggi risulta dubbia. Proprio consultando l’opera di Cornelio Agrippa, balzano subito all’occhio dei particolari interessanti.

La ricerca che vi sto illustrando ha richiesto due anni per poter essere messa a disposizione del pubblico. Alla fine del primo capitolo del primo libro del De Occulta Philosophia, il mago tedesco riporta questa complessa tabella dove figurano 5 colonne.

Nella prima sono illustrati i segni dello zodiaco, i pianeti principali e i quattro elementi naturali più lo spirito. Nella seconda figura l’alfabeto ebraico, nella terza l’alfabeto dei caldei (così ci informa Agrippa nel De Occulta), nella quarta il greco e nella quinta lettere dell’alfabeto latino. Gli alfabeti, specie il greco e il latino, hanno dei segni e dei simboli che non appartengono a tali lingue. Qui è balzato subito all’occhio come proprio la lettera Phi greca corrisponda all’elemento Aria, elemento in magia legato al punto cardinale est. Proprio da questo momento della ricerca si è accesa come una “lampadina” nella mia mente che mi ha portato appunto ad approfondire la questione. Volendo cercare, quindi, anche il significato del Pi-Greco, osservando sempre la tabella di Enrico Cornelio Agrippa contenuta nel De Occulta Philosophia scopriamo che proprio il Pi-Greco è collegato al segno zodiacale del Sagittario, segno di fuoco che, come si sa, è sotto l’influsso di Giove e quindi collegato alla Luce e al Sole. Un altro astro che sorge proprio ad est. A questo punto, le coincidenze che sono venute fuori analizzando l’opera di Enrico Cornelio Agrippa e soprattutto questa tabella, sarebbero un pò troppe. Passando, infine, al simbolo dell’occhio di Horus, come ben sa chi si intende di esoterismo, questo è legato soprattutto alla protezione dei luoghi. Gli antichi egizi lo usavano anche all’interno delle piramidi o nelle tombe (le mastabe) e messo lì, all’interno della torre Sant’Anastasio che, come detto, fungeva da residenza, può avere pure una valenza protettiva del luogo.

Alla fine, sono quindi arrivato ad ipotizzare che questo particolare graffito che compare sul davanzale della finestra del lato est, al piano superiore della torre Sant’Anastasio, possa rappresentare una qualche formula magica, scritta lì da qualcuno che magari conosceva anche l’opera di Enrico Cornelio Agrippa. Se lui stesso sia stato effettivamente nella torre non possiamo saperlo con certezza, sappiamo di sicuro, come abbiamo già detto, che Enrico Cornelio Agrippa si trovasse a Brindisi nel febbraio del 1515, epoca in cui aveva già finito di scrivere il primo libro del De Occulta Philosophia. L’opera uscirà poi in maniera completa nel 1533, mentre il primo volume uscì solo nel 1531. Cornelio Agrippa morirà il 18 febbraio del 1535 a Grenoble, in Francia.

Dobbiamo inoltre precisare che a Tuturano era molto attivo il culto greco ortodosso, quindi bizantino, in quanto la popolazione era abitata da albanesi che erano di rito greco. Si potrebbe risolvere la questione con il semplice fatto che un abitante del posto abbia voluto trascrivere le sue iniziali magari in greco affiancandoci, stranamente, un simbolo particolare come l’occhio di Horus. Inoltre, proprio di fronte alla torre, si ergeva l’antichissima chiesa dedicata a Sant’Eustachio, chiesa risalente all’XI secolo che era appunto di rito greco. Si è presa altresì in considerazione l’ipotesi che il davanzale potesse essere un pezzo di reimpiego che si trovava originariamente nella chiesa. In questo caso resta una domanda: perché posizionarlo proprio sulla finestra del lato est? Perché quelle lettere hanno valori che si possono mettere bene in relazione con quanto compare nell’opera De Occulta Philosophia di Enrico Cornelio Agrippa? Domande alle quali sarebbe interessante rispondere con certezza ma, facciamo finta che qualcuno nel piccolo villaggio di Tuturano, un piccolo villaggio di campagna, conoscesse l’opera di Agrippa? Avrebbe potuto sicuramente operare in questa maniera.

Ricordiamo che la torre Sant’Anastasio di Tuturano è aperta a tutti e offre i suoi servizi di biblioteca e le visite guidate in maniera completamente gratuita. Se vi trovate dalle parti di Brindisi vi aspettiamo per farvi scoprire un mistero davvero molto particolare e avvincente. Grazie per l’attenzione, e come sempre, facciamo finta che!

di Federico Sanapo

Questo, in sintesi, quello che è venuto fuori dalla ricerca, chi è interessato ulteriormente può consultare un mio scritto sull’argomento dal titolo “Enigma Tutorius” che si può trovare al seguente link: https://amzn.to/3Ya9Dky. Si tratta di un saggio che porta la prefazione di Francesca Valentina Salcioli docente di ArteTerapia presso l’Accademia della Belle Arti di Udine e la postfazione di Enrica Perucchietti, che vorrei ringraziare infinitamente per l’attenzione prestata alla ricerca.

Per quanto riguarda il personaggio di Enrico Cornelio Agrippa se ne parla anche nel libro di Edizioni Facciamo Finta Che, “Torino e il Triangolo della magia: viaggio alchemico alla ricerca della Pietra Filosofale” di Gianluca Lamberti e Enrica Perucchietti, disponibile al seguente link: https://amzn.to/4faUipE

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