Se leggete questo blog assiduamente, non vi sarà sfuggito l’amore della sottoscritta per la serie X-Files, per cui quando Eleonora Fani e Gianluca Lamberti hanno iniziato a esporre i dettagli del Montauk Project e di altri progetti della CIA relativi al controllo mentale, la mia mente è diventata un lunapark di ricordi, immagini e flash derivanti non solo dalle avventure di Fox Mulder e Dana Scully, ma anche da molti altri film, serie tv e telefilm. Ma andiamo con ordine.

Ovviamente non voglio riassumervi la puntata, anche perché l’intervista stessa, lungi dall’essere esaustiva, mira proprio a fornire spunti per una ricerca personale e più approfondita, e si può ben dire che questo è il concept su cui si fonda tutto l’impianto di Facciamo Finta Che, tutt’al contrario del modus operandi dei nostri cari amici di Wikipedia – l’enciclopedia serva. Come lo so? Perché ammetto che ero ben informata sull’MK Ultra, sull’Operazione Paperclip, sul Philadelphia Experiment e su altre piacevoli e del tutto disinteressate attività della CIA, ma non avevo mai sentito parlare del   Torna a trovarci l\’amica Eleonora Fani con un appuntamento sul tema della manipolazione mentale e del Montauk Project, così mentre ascoltavo l’intervista ho “googolato” ed ecco cos’ho trovato:

“Il Montauk Project è una presunta serie di esperimenti governativi segreti degli USA (che si sarebbero svolti nella base di Camp Hero, nella Montauk Air Force Station, Long Island, stato di New York), per sviluppare procedure di guerra psicologica. L’accesso pubblico al vecchio edificio militare è tuttora proibito. Non esiste una versione definitiva delle storie e voci riguardanti il progetto, ma alcuni resoconti lo descrivono come un’estensione o continuazione del Philadelphia Experiment.
A causa della mancanza di prove verificabili il progetto Montauk è ritenuto semplicemente una leggenda metropolitana”. Ma come dice Carl Sagan e come insegna il principio di precauzione (che noi complottologi abbiamo invocato ogni giorno negli ultimi 3 anni), “l’assenza di prove non è prova di assenza” e forse qualcuno dovrebbe ricordarlo anche ai redattori delle pagine di wikipedia, i quali nelle ulteriori sezioni ripetono varie volte che “a causa dell’assenza di prove” l’intero progetto è ritenuto una pura fantasia complottista. Infatti, benché si ignori a quando risalga la prima citazione del Montauk Project, “un progetto militare segreto proprio a Montauk è descritto già nel 1956 dallo scrittore di fantascienza Frederik Pohl nel romanzo L’Insidia del Glotch e in Le navi di Pavlov. […] In questi racconti (mai supportati da dati certi) si cercava di rendere il cacciatorpediniere scorta USS Eldridge otticamente invisibile ai radar. In questi racconti (mai dimostrati) si afferma che l\’esperimento diede risultati disastrosi, dovuti a un’ipotetica distorsione dello spazio-tempo. […] Nessuna delle affermazioni riguardanti il Philadelphia Experiment è mai stata verificata, e i romanzi si basavano inizialmente sulla testimonianza del marinaio Carl Allen, dichiarato mentalmente “instabile”. Secondo i sostenitori dell\’esistenza del Montauk Project, i ricercatori sopravvissuti al Philadelphia Experiment si riunirono di nuovo nel 1952-53 per riprendere i loro vecchi lavori riguardanti la manipolazione dello “scudo elettromagnetico” che sarebbe stato usato per rendere lo USS Eldridge otticamente invisibile, e continuare a investigare le possibili applicazioni militari della distorsione del campo magnetico e anche come dispositivo di guerra psicologica. […] Gli appassionati del paranormale e delle pseudoscienze (potevano anche scrivere “complottisti” a questo punto…N.d.A.) sostengono che tuttora vi si svolgano ricerche di fisica applicata all\’utilizzo militare estremo, […] ma a causa della mancanza di prove verificabili il Montauk Project è ritenuto semplicemente una leggenda metropolitana”.

Ecco, potrei chiudere qui stendendo un velo pietoso su tutta la pagina e soprattutto su quel “marinaio dichiarato mentalmente instabile”, che tanto violentemente riecheggia il premio Nobel Montagnier definito “rincoglionito” dalla stampa main stream semplicemente perché “non allineato” alla narrativa ufficiale… E invece no, io il velo pietoso lo sollevo e ci sbircio sotto: ricordate il film Shutter Island (2010, Martin Scorsese & Leonardo di Caprio)? Nella scena madre la paziente fuggitiva viene trovata dal protagonista e svela la propria identità e la vera natura degli esperimenti di manipolazione mentale condotti anch’essi (guarda tu le coincidenze a volte…) su un’isola. Anche in questo caso, quando le cose erano sfuggite di mano (come sempre succede ai novelli dottori Frankenstein che amano giocare a fare dio), la dottoressa avrebbe voluto porre fine agli esperimenti e i colleghi hanno semplicemente deciso di farla passare dall’altro lato del vetro, dichiarandola pazza e trasformandola da ricercatrice a paziente. E il gioco è fatto: qualsiasi cosa avrebbe detto, sarebbe stata la parola di una povera pazza.

Fa male constatare che quest’arma potentissima è ancora usata dai mass media, e non credo che, come diceva Malcom X, lo strumento più potente dei mezzi d’informazione sia quello di ignorarci. Noi (complottologi) ormai non siamo più solo ignorati, siamo costantemente derisi e sbeffeggiati. Ho voluto riportare un lungo brano della pagina di Wikipedia proprio per evidenziare quante volte si afferma che non ci sono prove e quindi tutti le “versioni cospirazioniste” sono bufale. Magari le prove non ci sono perché il Governo ha vietato d’indagare, o magari qualche solerte investigatore le aveva anche trovate, ma gli sono state distrutte o sottratte; quante volte l’abbiamo visto succedere in X-Files? E quanti libri e telefilm narrano la stessa storia?

Come ricorda Eleonora Fani durante l’intervista, Stranger Things, Fringe, Agent of Shield (serie tratta da un fumetto), ma anche il telefilm Flash Forward e il romanzo La cresta dell’onda di Thomas Pynchon (Bleeding Edge, 2013) traggono spunto dai fatti oggettivi che sono emersi dalle pur poche e carbonare ricerche svolte da indagatori alternativi, che spesso erano le stesse vittime che erano state costrette a prendere parte agli esperimenti di MK Ultra, Philadelphia, Montauk e molti altri.

Persino il film Se mi lasci ti cancello contiene una scena di manipolazione della memoria, e caso vuole che sia stata girata proprio a Montauk! Film del 2004 con protagonisti Jim Carrey e Kate Winslet il cui titolo originale suonava “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”, ovvero “Eterna luce solare di una mente pura”. Prossimamente scriverò anche un articolo su come le “traduzioni/tradimenti” linguistici nella cultura di massa modifichino la percezione del mondo che i vari popoli hanno, come a perpetuare la confusione linguistica di Babele… Intanto, se l’argomento vi appassiona, leggete qui https://www.facebook.com/profile/1148453825/search/?q=linguistica

Certo, è facile liquidarli come “prodotti della fantasia”, ma è ormai appurato che riprogrammare la mente umana è possibile, e il metodo migliore è creare traumi che frammentino e destrutturino la personalità e la psiche.

Come ricorda ancora Eleonora Fani, l’area di Montauk era frequentatissima dai tedeschi e dai russi prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale, e ormai tutti sappiamo che il Progetto Paperclip in pratica ha messo i nazisti a capo di tutti i progetti scientifici statunitensi, al punto che quando ho sentito lo spot di The man in the High Castel (cosa sarebbe accaduto se i nazisti avessero vinto la guerra?) ho riso, perché in effetti l’hanno vinta, basta guardarsi attorno…

La verità è là fuori, come insegna X-Files – probabilmente si trova in qualche base militare sotterranea negli USA…

Stella Sophia Picarò

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