In questi giorni è Lughnasad, secondo gli antichi nativi europei, periodo in cui si celebrano i Misteri del maschile divino. Un maschile sano. Lugh – “dio” irlandese celtoligure – è portatore di Luce (diventa poi Light in Inglese). Secondo alcuni autorevoli storici ed esoteristi francesi – cito su tutti Louis Charpentier – lo stesso nome “Liguri” (di cui già in antichità come oggi sostanzialmente si dice tutto e il contrario di tutto, ma io, come Charpentier, considero i nativi europei, gli abitanti dell’Occidente europei dalla notte dei tempi) deriverebbe da Lugh.
Da questo punto di vista, sarebbero antichissime città di Lugh innanzitutto Lione (centro esoterico dei druidi, Lugdunum), ma anche Parigi (Lutezia) e Londra (Londinium). L’antico suono LU o LUG è presente in alcuni toponimi ancora oggi (la scorsa settimana facevo conferenze al confine con la Svizzera, e ho parlato proprio di questo, citando Luino e Lugano).
Le nostre radici spirituali e cultuali sono anche queste: celtoliguri. Non siamo solamente frutto della cultura che chiamo greco-romano-cattolica (cultura peraltro spesso bellissima e altissima, non c’è dubbio). Ma anche dei popoli celto-liguri.
Faccio un velocissimo riassunto. L’antico popolo dei nativi europei di Lugh, i Liguri, si fusero coi popoli “celtici”, che derivano cioè dai cosiddetti “kurgan” (indoeuropei che scesero dal Nord-Est diciamo 3-4000 anni fa). Scesero grossomodo dalla zona che oggi chiamiamo Ucraina. Erano un popolo con valori maschili guerrieri. Amavano cimentarsi e combattere. Avevano spade in ferro, erano grandi e grossi, biondi e rossi. Si spostavano e combattevano a cavallo. Amavano i cavalli. Portarono i valori maschili che poi oggi son degenerati in maschilisti.
Quando arrivarono presso i nativi europei, che vivevano in pace, onoravano il femminino sacro e sostanzialmente erano ancora al neolitico, non ci fu guerra. Semplicemente, i “kurgan” divennero l’aristocrazia dominante, gli altri il “popolo”.
I conquistatori mantennero però le antiche usanze spirituali di matrice druidica, gli antichi “dèi” e soprattutto “dee” connessi ai Misteri della natura, e la sacralità dei siti megalitici (costruiti molte migliaia di anni prima – in realtà, io credo, dai coloni atlantidei scappati alla catastrofe, ma questa è un’altra storia).
Rimaniamo agli antichi dèi “francesi” e a Parigi, che era connessa al maschile divino, sano, vale a dire – anche – il protettore del femminino sacro e della natura.
Riti contro-iniziatici
Fare riti “artistici” in diretta mondiale di evidente matrice contro-iniziatica e “satanica” (come li ha definiti credo non impropriamente qualcuno), a Londra prima e Parigi poi, vale a dire in due antichissime e potentissime città europee di geografia sacra e del dio Lugh (il più potente guerriero sano, puro e luminoso dell’antichità celtoligure), significa da un lato distruggere il vero significato del Maschile divino e di Lugh, dall’altro fare una pesante operazione di magia nera della geografia sacra:
• ci si appropria da un lato dei sacri luoghi del maschile divino, pervertendolo,
• dall’altro si veicolano, da quei luoghi di potere, informazioni su vasta scala, utilizzando le principali linee energetiche e sincroniche europee. Da lì si cominciano a irradiare messaggi specifici, subdoli, segreti, sotto traccia, in tutto il pianeta.
Nessuno purtroppo, ormai, si occupa delle influenze che i luoghi di potere hanno anche sull’essere umano (soprattutto a livello sottile: sul suo subconscio e/o nei corpi mentale e astrale). La geografia sacra è diventata una “scienza” desueta. Impera da secoli l’oblio su di essa (in realtà, chi è al Potere occulto, ben conosce le sue Leggi, e le utilizza all’uopo da sempre).
Nel messaggio terrificante di Londra prima, sostanzialmente, si anticipava e creava, letteralmente, magicamente, si propiziava e sdoganava, quello che sarebbe accaduto nel 2020 (e si toccava il tema della Morte e della malattia, che è il centro del Capodanno celtico, pervertendolo).
L’altro asse della croce delle 4 feste celtiche veniva invece intaccato a Parigi: questo è l’asse che va dal 1° febbraio (in cui si celebra la dea Brighid e il Femminino sacro), e il 1° agosto (in cui si celebra Lugh e il Maschile divino).
Maschile e Femminile erano molto distinti in antichità: erano opposti complementari. Erano esattamente a sei mesi di distanza. Nessuno in una società sana, stabile, si sarebbe mai sognato – in una qualsiasi cultura tradizionale antica – di intaccare i differenti doni del Maschile e del Femminile e la loro differenza. Due “mondi” separati, opposti, ben distinti, ma complementari: nessuno dei due può essere sano se l’altro zoppica.
Ora, il mio punto di vista è questo: quelli che noi chiamiamo barbari, uomini scimmia scesi dagli alberi, vale a dire i popoli (in questo caso europei) celtoliguri preistorici, del neolitico e poi dell’età del ferro, erano invece donne e uomini saldi, sani. Avevano quattro idee ma ben consolidate e protette – e celebrate ogni anno – dalla Tradizione delle 4 feste. Il 1° novembre si celebrava il mistero della Morte, degli altri mondi, delle creature dell’Altrove. Si onoravano i cari defunti. Ma anche “sorella morte”. Si imparava così – a partire dal Capodanno celtico – fin da piccoli ad amarla, rispettarla, onorarla. Non temerla o rifiutarla, come avviene al nostro popolo cosiddetto evoluto.
A scuola ci insegnano che i popoli preistorici erano incivili e che l’evoluzione è una linea continua che va dai meno evoluti (loro) ai più evoluti (noi). Noi che siamo ora tecnologici, scientifici, iper-razionali e siamo anche andati sulla luna.
Ammesso e non concesso che ci siamo mai andati, secondo me la scala di valori che determina se una civiltà e cultura è stabile, sana, non è quella. Ma ad esempio è lo schema trasmesso dai nostri antenati europei nella Croce celtica. La morte oggi è diventato un rimosso psicologico, un tabù. Tutto questo processo culturale crea sostanzialmente persone ricattabili, fragili e senza radicamento.
I ricatti del 2020 ecc., al tempo dei Celti non sarebbero mai potuti attecchire. “Stiamo per morire tutti per un morbo terribile, invisibile? Benissimo: cerchiamo di vivere ancora di più e degnamente questi ultimi momenti. Godiamocela! Chiusi in casa, stateci voi”: questo si direbbero persone celtoliguri di oggi, vale a dire con un rapporto sano coi misteri della morte (e della malattia, dell’impermanenza, della “reincarnazione” ecc.).
Sei mesi dopo si celebra la Vita. 1° maggio: Beltane. Riti di primavera in natura e sesso sacro.
A quell’epoca (2020) ci fecero chiudere in casa proprio nel momento dell’anno in cui sarebbe invece sano, e naturale, prendere per mano la persona che amiamo e andare a celebrare i riti di primavera in natura, tra le braccia della dea. Come fanno tutti, in quei giorni, da sempre e per sempre: i fiuori, le piante, gli animali, gli uccellini. Si chiama: Cicli naturali. È un metodo vecchio come il mondo.
Io credo questo: la cultura dominante oggi ci sta snaturando. Ci stiamo staccando dalle radici, dalle basi delle cose elementari, che funzionano da sempre, dalla notte dei tempi.
Nessun popolo antico (i cosiddetti “primitivi involuti”) aveva paura della morte, del dolore, della malattia. Chi sono gli involuti allora?
Il popolo dei nativi europei e i celtoliguri amavano celebrare il sesso in natura in primavera, c’erano addirittura cerimonie tradizionali, “pubbliche”. I riti di passaggio erano anche questo.
La comunità si prendeva cura dei giovani. Le persone più vecchie e sagge erano le più considerate e autorevoli. Nel mondo antico ognuno trovava la sua collocazione – anche di ruolo – all’interno della società.
Il nulla che avanza
Oggi sta dilagando il Nulla. Da decenni, sia chiaro: basti guardare la famosa citazione di Atreyu ne La storia infinita (con cui tanto per cambiare concluderò questo articolo).
La cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Parigi (luogo sacro) rappresentano da un lato proprio il nulla che avanza. La promiscuità imperante, la confusione di genere, ahimè la pedofilia, il trash più trash: tutto viene sdoganato. Sdoganare vuol dire che, se l’evento “artistico”, lo spettacolo più importante del mondo del momento, mette in scena qualcosa, quel qualcosa scivola nel subconscio e ci autorizza inconsciamente ad emularlo. Sdoganare. Si passa la frontiera, non si paga però la dogana: si transita abusivamente, come ladri: di soppiatto, subdolamente. In una parola desueta: proditoriamente.
Sdoganare da questo punto di vista è un movimento sotterraneo, subdolo. Agisce su tutti i livelli: vengono passati modelli e si forgia la popolazione.
Un tempo “l’arte” era lo specchio della cultura umana: c’era una cultura, e veniva rappresentata e messa in scena attraverso l’arte. Oggi si fa il contrario: si veicolano attraverso messaggi “artistici” nuovi valori (valori che fino a pochi decenni fa sarebbero stati considerati aberranti). E si forgiano – soprattutto – le giovani menti.
Quando si è giovani – oppure non più giovani ma un po’ incoscienti cioè privi di coscienza, oppure mezzi addormentati spiritualmente o sempre distratti dal Nulla dilagante – si è più facilmente influenzabili. Manipolabili. Non si ha la malizia ed esperienza di vita che ci può insegnare, anche, a diffidare (Gesù insegnò: “essere puri come colombe ma anche scaltri, astuti come serpenti” disse. Non insegnò solamente a tornar puri come fanciulli, ma anche svegli e con spirito critico vivo, attivo, vale a dire essere Guerrieri di luce della Coscienza).
Quando si è molto giovani si prova ad esperire e assaggiare un po’ tutto. Si fa esperienza.
Il problema è che, se si impara a mangiare m. e a farcela pure sembrare gradevole, quando ci porteranno un piatto di tartufi o caviale ci sembreranno cose immangiabili, delle vere schifezze. Il nostro palato si sarà abituato e assuefatto alla m. Avremo tarato le nostre vibrazioni verso il basso. Le vibrazioni più “alte” e delicate, sottili, non le capiremo più e/o ci sembreranno addirittura qualcosa di sgradevole. Saremo uniformati verso il basso.
Il livello della nostra cultura, secondo me, è oggi sempre più basso. Non c’è affatto evoluzione, ma continua involuzione. Siamo alla fine della Civiltà. È un processo irreversibile, io credo.
Per fortuna un sottobosco “eretico” di irriducibili galli come Asterix e Obelix – e ovviamente il druido Panoramix e il cagnolino Idefix –, che si oppongono alle imposizioni arroganti del Potere centrale, sta rinascendo. I germogli del nuovo mondo son già nati e crescono floridi in ogni parte del pianeta – basta saper cercare.
Si tratterà semplicemente di aspettare.
Due culture neo-umane (quelle che chiamo degli zombies e dei robot) stanno nascendo. Molti aderiranno a quelle neo-razze di transumani. E adotteranno i nuovi valori. Va benissimo. La cerimonia di Parigi ha decretato tutto questo. L’ha sdoganato – se mai ce ne fosse stato ancora bisogno – sempre più.
Contro-iniziazioni di massa
Durante la cerimonia in tv dell’inaugurazione delle Olimpiadi di Parigi, ho visto in caratteri cubitali campeggiare a tutto schermo la scritta “Obscuritè”, seguita dal ballo di giovani dalle facce stralunate, zombies a tutti gli effetti, che uno alla volta cadevano in terra e morivano (mettevano in scena la bruttezza, la devitalizzazione, il decadimento e la morte). I telecronisti Rai provavano a farfugliare parole di spiegazione e giustificazione, ma credo che anche loro, persone sui 50 anni come me, fossero abbastanza basiti.
C’erano poi altre meravigliose perle nelle scene artistiche dell’inaugurazione. Soprassiedo sulla promiscuità e trashiume delle donne che forse erano uomini che forse erano vecchi ma forse erano giovani ma ballavano tutti viscidamente con bambini; soprassiedo anche sulla presa per il c. dell’Ultima cena di Leonardo – poi smentita, cioè smentito il fatto che si alludesse a quella: ma cosa credono, che siamo tutti cerebrolesi? Incapaci di giudizio e analisi critica? Era la stessa immagine dell’Ultima cena! Non c’è dubbio. Le stesse sante iconografie, ma stravolte e mostruose – c’era tra l’altro un tristissimo dio pagano della gioia folle, della vita e degli eccessi, Dioniso, che veniva invece rappresentato grottescamente circondato da cibo, grassottello, bolso e satollo: usciva se non ricordo male da un vassoio, era dipinto di blu (tipo Krishna e gli antichi sublimi dèi blu dalla pelle blu), ed era completamente inebetito, aveva lo sguardo spento e addormentato (cioè, tutto il contrario del furore della vita e della trasgressione di un rito realmente dionisiaco). Ecco: quando parlo di riti contro-iniziatici parlo di questo: si prendono antichi simboli viventi, in questo caso il dio degli eccessi, della vitalità smodata, incontrollabile, della gioia di vivere, della trasgressione (quella vera) e si mettono in scena, dal punto di vista sia iconico che soprattutto “energetico”, al contrario!
Faccio un esempio forse grossolano o surreale (ma neanche tanto) per far capire meglio cosa intendo. È come se dovessimo celebrare il dio del calcio Maradona. Diciamo tra dieci, cento o mille anni, vogliamo celebrare Maradona con una rappresentazione artistica, e lo mettiamo in scena artistica in diretta mondiale così: alto un metro e novanta, capelli biondi e con la maglia del Brasile. Ho reso l’idea?
Questi sono riti contro-iniziatici. Servono per distruggere ogni cosa, ogni Tradizione antica. È il nulla che avanza.
Tradizioni celtiche pervertite
Quando poi ho visto l’antica dea gallico-celtica Sequana – che dà il nome alla Senna – rappresentata come un musicista cibernetico extraterrestre tipo Daft Punk, e cavalcare sul (suo, ne è il genius loci) Fiume sacro sopra un robotico cavallo cibernetico (cavallo associato invece alla dea gallico-romana Epona, non certo a lei!!!), il mio sangue celtoligure ha ribollito e i miei antenati celtici francesi si son rivoltati tutti nella tomba. E mi hanno detto: “Andrea, così è troppo: scrivi qualcosa, di’ qualcosa. Siete veramente blasfemi e spudorati!”.
A parte gli scherzi. Ci sarebbe più da piangere che da ridere in effetti.
Però io penso che l’ironia, la satira, il sarcasmo, la critica beffarda siano una delle armi bianche più potenti che possiamo avere. Arrabbiarsi fa solamente il gioco del Nulla che avanza. (Esso – il Nulla – si nutre anche di paura, rabbia, tristezza…).
La vera arte non morirà
Chiudo l’articolo mandando un pensiero di solidarietà al povero John Lennon: anche lui, poveretto, avrà visto la cerimonia delle olimpiadi da lassù con la mascella staccata.
A un certo punto della cerimonia dei Gioghi, tra il trash più osceno, lo sdoganamento di volgarità e riti contro-iniziatici (sottili, subdoli) di ogni genere, finalmente mi accorgo di qualcosa che ha a che fare con l’arte musicale come la intendo e conosco io.
Vedete, ho più di 50 anni, ho suonato per decenni, son cresciuto a pane e Pink Floyd, oppure Queen (ecco: quella sì che era trasgressione evolutiva!), per non parlare dei meravigliosi Beatles, Rolling stones, Led Zeppelin, Dire Straits, King Crimpson… Oppure i grandi cantautori italiani: Dalla, Battiato, de Andrè, De Gregori… Son cresciuto con questi riferimenti culturali.
A un certo punto durante la diretta Rai ho come un risveglio dell’anima, perché sento cantare un vero artista!
Guardo meglio: c’è una ragazza che canta Imagine – me ne accorgo non subito, perché la sua esibizione è raffinatissima, e minimalista. Si tratta di uno degli inni all’uguaglianza, alla fraternità, all’ecologia, all’amore, alla vita più alti mai scritti. In poche parole: una delle canzoni più belle e per fortuna famose di sempre!
La cantante canta e mi inebria. Mi accorgo che al pianoforte la accompagna un ragazzo. Anche lui sublime: poche note, quattro note. Minimalismo. Cuore. Emozione. Classe. Leggerezza e profondità al contempo. Semplicità. Ci son tutti gli ingredienti della vera arte musicale. Il pezzo dei pezzi eseguito da due giovani, veri artisti. Francesi!
Però…
Però mi accorgo che stanno suonando su una chiatta nella Senna adibita a isola/atollo alla deriva. E il pianoforte va letteralmente in fiamme. Un enorme rogo.
Il simbolismo subconscio è questo: “Guardate bene la Vera Arte, salutatela. Fate ciao ciao con la manina. Celebriamo la sua pira funerea. Sta morendo”.
Conclusioni
Ecco.
Io credo che abbiano messo in scena – anche – uno spettacolo geniale di magia n. Un rito contro-iniziatico di massa.
• Son riusciti in un colpo solo a distruggere e render completamente confuso l’asse sano in cui gli opposti complementari Maschile divino/Femminino sacro danzano, da millenni, insieme.
• Son riusciti a celebrare e sdoganare le due neoclassi subumane degli Zombies e dei Robotici.
• Hanno distrutto archetipi ultramillenari di Tradizioni spirituali antiche, “pagane”, proprio a casa loro: credetemi, il rito della Dea Sequana al galoppo sulla “sua” Senna è veramente pesante. Mio dovere segnalarlo, per rispetto degli antenati.
Una preghiera di cuore finale. Cerchiamo di fronteggiare il Nulla che avanza incarnando, ad esempio, uno dei pochi archetipi artistici “moderni” che, a mio parere, sono evolutivi. Quello di Atreyu.
Lo amo!
Anzi, vi invito a rivedere il film La storia infinita! Anche se è anni Ottanta e per certi versi inguardabile, in realtà è ancora guardabilissimo! Una vera opera d’arte sempre attuale. Più che mai attuale!
Promanano Luce, Vita, Amore da quel film.
Fantasia, Speranza, Immaginazione, Leggerezza, Profondità, Sogno, Arte, Bellezza, Umanità, Natura…
Possano essere questi i Valori del Nuovo mondo che si sta edificando sulle basi del Vecchio mondo!
Atreyu: Perché Fantasia muore?
Gmork: Perché la gente ha rinunciato a sperare. E dimentica i propri sogni. Così il Nulla dilaga.
Atreyu: Che cos’è questo Nulla?
Gmork: È il vuoto che ci circonda. È la disperazione che distrugge il mondo, e io ho fatto in modo di aiutarlo.
Atreyu: Ma perché!?
Gmork: Perché è più facile dominare chi non crede in niente ed è questo il modo più sicuro di conquistare il potere.
Atreyu: Chi sei veramente?
Gmork: Io sono il servo del Potere che si nasconde dietro il Nulla. Ho l’incarico di uccidere il solo in grado di fermare il Nulla. L’ho perso nelle paludi della Tristezza. Il suo nome era Atreyu.
Atreyu: Se tanto dobbiamo morire, preferisco morire lottando. Attaccami Gmork! Io sono Atreyu”.
di Andrea Cogerino
Link a video di approfondimento sulle Olimpiadi e sulla cerimonia di apertura dei Giochi:
Molto molto bello questo tuo articolo Andrea.
La ns società sta implodendo e dalle sue ceneri emergerà come una fenice il neorinascimento, il rifiorire delle arti e delle scienze.