Finalmente, dopo anni di propaganda e manipolazione da parte delle lobby farmaceutiche ed energetiche, si è compiuto l’ultimo infame atto di una lunga farsa: con un decreto ministeriale, firmato da 4 burocrati messi li dall’alta finanza internazionale, ci si è arrogati il diritto di definire “sbagliata” una pianta, di fatto bocciando il piano divino (qualsiasi sia il vostro concetto di Dio), tacciando come un “errore” la creazione di questo vegetale. Ma non era già illegale? Ma la marijuana fa più male della cannabis? Dov’è finita la canapa?

FACCIAMO UN PO’ DI CHIAREZZA. Prima di addentrarci in aspetti tecnici, partiamo da lontano: la CANAPA è una generosa pianta stagionale di medie dimensioni che cresce naturalmente in zone dal clima temperato, ma che può sopportare i climi più diversi. Essa, macerata e sfibrata, fornisce la fibra tessile.

La canapa può essere coltivata ripetutamente sullo stesso terreno dal momento che non lo impoverisce, bonificando e ammorbidendo la struttura degli stessi. Può arrivare in alcuni casi fino a 7 metri di altezza e in tre mesi dalla semina è pronta per il raccolto. Una volta estratta la fibra tessile, o dopo aver raccolto i semi, rimangono la stoppa e in più la parte legnosa, una specie di “bambù” nostrano per capirci. Oltre che per l’abbondanza, tra le sue numerose qualità spiccano quelle legate al tessile e alla carta. È meglio del cotone, più economica e pratica da gestire della seta.

In Italia la sua coltivazione e filiera produttiva è presente (badate bene) fin dall’epoca romana, e ha fornito vele e corde per i più grandi navigatori ed esploratori della storia. Grazie ad essa, la famiglia Medici (ed altre) commerciavano già con le Americhe prima ancora che fossero “scoperte”. Ad un certo punto, si narra che la penisola italica da sola producesse il 10% della canapa totale mondiale, esportando l’80% della produzione in tutto il mondo. Il Piemonte ebbe un ruolo chiave in questo, con tutta la zona dell’odierno canavese (canaPese) e la cittadina di Carmagnola (che diede il nome alla prima varietà considerata esclusivamente tessile dall’occidente moderno).

Corde, carta, tessuti, cavi, erano i prodotti più diffusi, ma i suoi olii, unguenti ed estratti sono noti in tutto il mondo nelle farmacologie autoctone e tradizionali di vari popoli. Qui un lettore attento può iniziare ad intuire chi e perché sta cercando di eliminarla…

Ora una piccola nota tecnica che ci servirà per capire il passo seguente: la canapa (o cannabis) nel corso dei secoli si è adattata molto velocemente alle varie zone in cui è stata coltivata con costanza. Da una pianta alta, robusta a fioritura lunga, a forza di coltivarla in paesi come l’India settentrionale, l’Afghanistan, il Pakistan, parti del Tibet e della Cina occidentale, è stata costretta ad adattarsi a climi più difficoltosi, terreni impervi, estati brevi e poco soleggiate, generando così una varietà diversa, che fiorisce in un tempo molto più corto, offre meno fusto e parti legnose da sfruttare, ma dà il meglio di sé sugli olii essenziali e le sostanze psicoattive e benefiche presenti nella pianta. Caratteristiche, queste, che si prestano meglio ad un uso medico/farmacologico e come possibile combustibile.

La nuova varietà prende il nome di INDICA, suggerendo una provenienza “indiana”, mentre la classica CANNABIS SATIVA prende il simpatico diminutivo di “sativa”. Per ora questo basta a livello tecnico/scientifico/botanico per arrivare ad inizio 1900.

La storia corre veloce fino ad arrivare al 1930, negli Stati Uniti. Lascio a voi immaginare il contesto, anche ricordando le numerose puntate ed articoli fatti in questo percorso insieme a Facciamo Finta Che. Vi cito solo la questione Tesla/Edison dal punto di vista economico e l’impero capitalista americano in completa espansione militare dal punto di vista geopolitico.

Il personaggio chiave è Harry J. Anslinger, il classico servo dei potenti, pronto ad obbedire in cambio dei croccantini per esaudire i suoi desideri di potere (dinamica che nel 2020 avete imparato a riconoscere da lontano). Iniziò la sua carriera nel governo federale, lavorando per il servizio doganale e in vari ruoli legati all’applicazione della legge, principalmente nella lotta al contrabbando.

Nel 1930 LA SVOLTA: Anslinger fu nominato primo direttore del Federal Bureau of Narcotics (FBN), un’agenzia appena creata all’interno del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. Questa posizione gli diede il potere e un’influenza significativa sulle politiche federali riguardanti le droghe: fu uno dei principali promotori della propaganda che collegava l’uso di “marijuana” (termine inventato apposta per iniziare ad abituare la massa al fatto che la cannabis fosse una droga) a comportamenti violenti, criminalità e degenerazione morale. Sfruttò la stampa, i media e i collegamenti politici per diffondere messaggi sensazionalistici contro la cannabis. Arrivò perfino al punto di utilizzare toni razzisti e xenofobi nella sua campagna, associando l’uso della marijuana a gruppi marginalizzati, come gli afroamericani e i messicani. Argomentava che l’uso della cannabis portava a crimini violenti e minacciava l’ordine sociale. Si trovano tutt’ora in rete dei video propaganda a dir poco imbarazzanti in cui alcuni ragazzi si gettavano da un balcone ridendo dopo aver fatto un tiro di spinello.

Inutile dire ormai, nel 2024, che si tratta di esagerazioni create ad arte. Pure se non avete mai fumato uno spinello, vi assicuro che quotidianamente incontrate persone che ne hanno appena fumato uno, e non vi succede niente di folle. Non bastava, però, convincere i bigotti benpensanti borghesi americani per riuscire a stoppare una filiera secolare che dava stipendio a milioni di famiglie e che garantiva prodotti di qualità sui quali costruire il successo economico di un paese.

Anslinger non molla. Non riuscendo a far rendere illegale la “marijuana” tramite leggi, trovò la genialata: renderla non più conveniente! Fu così che il 14 giugno 1937 il presidente Roosevelt promulgò il Marihuana Tax Act., approvato poi dal Congresso degli Stati Uniti, il tutto grazie alle pressioni del “Burioni” di turno.

Ecco in cosa consisteva il Marihuana Tax Act: la legge richiedeva a tutti i coltivatori, distributori, venditori e acquirenti di cannabis di registrarsi presso le autorità federali e di ottenere una licenza speciale. Questo includeva sia la cannabis industriale (canapa) che quella usata a scopo ricreativo o medico. (Hey amici, ecco il primo “green pass” della storia :D).

  • Tassa sulle Transazioni: ogni transazione di cannabis doveva essere accompagnata dal pagamento di una tassa. La tassa per le transazioni era di 1 dollaro per oncia di cannabis per i venditori registrati, mentre per i non registrati la tassa era di 100 dollari per oncia, una somma proibitiva all’epoca.
  • Implicazioni Legali Sanzioni Penali: chiunque fosse trovato in possesso di cannabis senza la licenza appropriata o senza aver pagato le tasse previste, era soggetto a sanzioni severe, che potevano includere multe salate e pene detentive.

Di fatto, da quel momento l’uso della canapa in ogni sua forma fu interrotto. Il suddetto “Tax Act” rimase in vigore fino agli anni ’70, quando trovarono un modo migliore a livello legale per mantenerla illegale in ogni sua forma, se non in ambito di “ricerca sotto stretto controllo” (controllo loro, ovviamente… i furbetti! Ma su questo aspetto ci torniamo in futuro se volete). Ora vedo nella mente del lettore di questo articolo farsi sempre più chiaro cosa è successo nel 2020 e come il potere muove i suoi tentacoli.

Ma cerchiamo di capire, innanzitutto, cosa spinse Anslinger ad abusare del suo potere e a odiare così tanto la libertà da insistere fino a quel punto, dedicando la sua intera vita a tale scopo e condizionando il paese più potente dell’epoca sullo scenario internazionale? Ideologia, passione, esperienza personale, amore verso l’umanità? Nulla di tutto ciò!

Allora come oggi, la frase “follow the money” si rivela quanto mai utile per capire cosa sta succedendo e a chi conviene tutto ciò.

I maggiori finanziatori di Harry J. Anslinger erano:

  • LOBBY DELLA CARTA E DEL LEGNAME, tramite William Randolph Hearst. Hearst, un potente magnate dei media, possedeva vasti interessi nell’industria della carta e del legname. Si ritiene che Hearst abbia visto la canapa, utilizzata per produrre carta, come una minaccia ai suoi interessi economici. Hearst usò i suoi giornali per diffondere propaganda contro la marijuana, contribuendo alla demonizzazione della pianta.
  • LOBBY DEL PETROLIO, tramite la società DuPont, un gigante della chimica, che aveva interessi nelle fibre sintetiche come il nylon, che si trovava in diretta concorrenza con la canapa. DuPont aveva brevettato il nylon nel 1935, e l’azienda beneficiò notevolmente dalla messa al bando della canapa, che era utilizzata per produrre corde, tessuti e altri materiali che il nylon mirava a sostituire.
  • LOBBY FARMACEUTICHE. Le compagnie farmaceutiche vedevano la cannabis come un concorrente naturale per molti dei loro prodotti, poiché la pianta aveva un vasto uso medico tradizionale. La criminalizzazione della cannabis facilitò il monopolio delle grandi aziende farmaceutiche sui trattamenti e i farmaci chimici.
  • SOSTEGNO GOVERNATIVO. Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti: Anslinger fu sostenuto dal Dipartimento del Tesoro, in parte per mantenere e giustificare l’esistenza del Federal Bureau of Narcotics. Il Tesoro, con la guida di figure come Andrew Mellon (uno degli uomini più ricchi degli Stati Uniti all’epoca e zio acquisito di Anslinger), favorì la continuazione delle campagne antidroga per consolidare il controllo federale.

L’Umarell del nostro De Graya direbbe: “Ma come è possibile che un fatto avvenuto 100 anni fa dall’altra parte del mondo possa influenzare un decreto governativo qui ora?”

Beh, facile caro vecchio mio: abbiamo perso la seconda guerra mondiale e siamo stati “americanizzati”. Dapprima il piano Marshall e poi le basi americane, i blue jeans, i fast food, i supermercati, l’abbandono dei campi e delle tradizioni, i film di merda, le serie tv, lo smartwatch, i dati in cloud, il chip al posto della password… insomma, ormai l’Italia è una colonia degli USA, il 51esimo stato, quello “non votante” che subisce solo. Non spenderei più di 2 minuti per descrivere i tempi moderni, in cui dagli anni ’90 in Italia si continua a criminalizzare la cannabis, che da sola potrebbe soppiantare plastica e derivati, fibre tessili chimiche, petrolio, medicinali brevettati ed il tutto FREE, senza copyright o brevetti, senza lobby o albi professionali, il tutto nel giardino di casa tua, semplicemente usando acqua, sole e vento, che IL BUON DIO ci ha messo a disposizione.

Liquidiamo così la questione LA CANNABIS LIGHT: è un “abominio di natura” a mio avviso, così come le genetiche ad uso ludico sviluppate negli anni ’90 in Olanda e sul modello olandese stesso. La selezione genetica spinta ha portato a potenziare, nel secondo caso, il THC, molecola collegata allo “sballo” e, nel primo caso, a depotenziare la stessa molecola della pianta, limitando l’effetto psicotropo e al contempo potenziando il CBD, molecola molto efficace dal punto di vista medico. Inutile dire che anche qua intervenire, forzando genetiche, esasperandone dei tratti, è come dire che “DIO HA SBAGLIATO”, e che la scienza può fare di meglio.

In realtà, quello che penso è che sui 120 cannabinoidi identificati nella cannabis, ne abbiamo studiati solo 4 o 5, che non sappiamo in realtà come e secondo la volontà di chi agiscano in connessione l’un l’altro, aiutandosi, potenziandosi e regolandosi a vicenda. La sccienzah inoltre ignora totalmente i piani astrali, i corpi sottili, i campi morfogenetici, le “akashe” di gruppo delle varie specie di piante o animali, o dell’uomo stesso. Ciò detto almeno il CBD e tutto il mercato e business sviluppato attorno, avevano il merito di essere utilizzati con successo in Italia da migliaia di pazienti, alleviando così i loro dolori e molte volte risolvendo il problema e guarendo completamente. Ma a Salvini, l’Anslinger dei giorni nostri, questa cosa non interessa. O forse, a parer mio, non ha gli strumenti per comprenderlo. Tanto ai burattini dei giorni nostri non serve avere un pensiero, basta applicare strettamente le “veline” ricevute dall’alto dai potenti.

A rafforzare il titolo di questo articolo voglio citare solo brevemente la recente scoperta degli ENDOCCABINOIDI., ricettori presenti nel nostro corpo, con la stessa struttura molecolare dei cannabinoidi con i quali si legano perfettamente e vanno a potenziare il nostro “sistema immumitario”. Invito a maggiori ricerche a riguardo, visto che per motivi di brevità non tratteremo ora la questione nello specifico.

La follia transumanistica parte da lontano e, purtroppo, amici, come diceva De André “anche se vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti“. Ebbene sì, perché chiunque in questi 100 abominevoli anni abbia assecondato la propaganda, anche solo per superficialità o ignoranza, è colpevole delle numerose vittime sia a livello economico, sia a livello di libertà personali, sia a livello di salute che l’IMPERO ha mietuto e continuerà a mietere, sia sulla questione cannabis, sia su tutte le altre collegate. Questo era un “puntino” importante da unire, per iniziare a vedere il quadro completo.

Chiudiamo quindi con questa riflessione: SMETTETELA di farvi fare il lavaggio del cervello dalle TV & GIORNALI, dalle UNIVERSITA’ e dai GOVERNI, da NETFLIX e da HOLLYWOOD o dai nuovi fenomeni del web finanziati ad arte per farvi stare sul divano ad aspettare il salvatore (proposto da loro). Non può esserci libertà dove comanda il capitale. DIO non sbaglia. Se ha creato una pianta, un animale o 2 sessi, ringraziamolo e godiamoci il dono divino invece di voler modificare la natura in base a dei costrutti mentali imposti dalla società del capitale.

di Giovane Mesbet

2024, Pianeta Terra

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4 pensiero su “DIO HA SBAGLIATO di GIOVANE MESBET”
  1. Fini a 40 anni fa’ in provincia di Belluno cresceva dappertutto perché era utilizzata per creare molte cose fra cui vestiti lenzuola corde etc… Oltre che come medicina… Ma il sistema è monotono e usa sempre la stessa solfa, crea il nemico, lo demonizza e poi il resto lo fa il pollaio o gregge chiamatelo come volete

  2. La canapa è solo leggermente dannosa quando la si brucia e inalata nei polmoni ,come il fumo, perché ti porta ad uno stato mentale anomalo e di quasi falsa serenità . Ma ha effetti negativi sui neuroni a lungo termine quando la quantità e la frequenza diventano numerosi . È da questo che hanno trovato il pretesto per poterla fare fuori evitando che potesse diventare usa seria concorrente di centinaia di applicazioni essendo a bassissimo costo.tacile da produrre e 100% ecologica .

  3. La canapa è come il maiale, non si butta via niente. Per gli usi aggiungo: l’utilizzo per la stabilizzazione del terreno (grazie all’apparato radicale) e l’utilizzo in edilizia (se non volete un cappotto termico che vi riduce in torcia l’intero palazzo). La canapa è stata nella farmacopea dagli egizi fino agli anni quaranta, poi è diventata sostanza mortale. Se non avessero eliminato la canapa non ci sarebbe stato il commercio mondiale del COTONE, è stato il cotone il grande affare

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