In questa epocale fase di passaggio, concentriamoci su un aspetto che riguarda ciascuno di noi, indipendentemente da ciò che la storia ci chiama a testimoniare, cioè: quali che siano le vicende che ci stanno coinvolgendo, c’è un compito al quale siamo chiamati, un passaggio di Stato che va affrontato prima o poi in base a quanto ci prema la nostra evoluzione coscienziale.
Chi lo ha già compiuto ha lasciato delle indicazioni utili per questa trasmutazione da una dimensione inferiore dell’esistenza in cui veniamo a trovarci nel momento dell’incarnazione, alla sfera spirituale in cui il corpo è chiamato a traghettare la nostra anima.
Kabbalisticamente, questo lavoro consiste nella “discesa” della lettera Shin. Leggiamo un brano in proposito

Lo Spirito Santo, o Shekinah

“Lo Spirito Santo, o Shekinah, come già abbiamo visto, è simboleggiato dalla lettera ebraica Shin. Quando un uomo invoca il suo spirito, il suo Santo Angelo Custode, e ne ha ottenuta la Conoscenza e la conversazione, questo processo è descritto come la discesa della lettera Shin nel mezzo del Tetragrammaton, formando una parola nuova, Yeheshua, il Pentagramma, simbolo di un nuovo stato d\’essere, ossia quello di Adepto o Tsaddik, nel quale la nascita dello Spirito ha equilibrato i bassi elementi materiali ancora irredenti. La Yod (di Yeheshua) rappresenta il Fuoco; la prima Hè, l\’Acqua; Shin, il punto supremo, è la Shekinah, lo Spirito Santo; Vav è l\’Aria; e la Hè finale è la Terra, la sintesi di tutti gli altri elementi e principi. Il simbolo è pertanto l’emblema dell\’intera costituzione dell\’uomo.”
Pino Barbone

Questo processo si fonde con la teoria delmicrocosmo e del macrocosmo e ha un corrispettivo figurato nelle immagini emblematiche di Homo ad Quadratum e Homo ad Circulum, di cui possiamo individuare il primo imprescindibile riferimento nel De Architectura di Vitruvio per poi passare a Leonardo e altre esperienze a lui successive che non esamineremo in questo frangente.
Tale concetto in realtà è antichissimo poiché si tratta di un archetipo e vede nel cerchio il cielo quale origine soprannaturale dell‘uomo mentre nel quadrato, il suo destino terrestre.
Vitruvio tiene distinte le due modalità eseguendo cioè due disegni incolonnati ma comunque separati delle due condizioni ad quadratum e ad circulum. In questo secondo stato, ricollegabile all’avvenuta discesa della Shekinah che trasporta l’uomo in nuovo stato d’Essere trasformandolo in un pentagramma, Vitruvio pone il centro della figura umana e quindi anche del cerchio, nell’ombelico quale sezione aurea del corpo.

Secoli dopo, Leonardo, nella notissima opera conosciuta come Uomo Vitruviano poiché riferito proprio a quanto appena descritto, decide di raccogliere i due stati d’Essere in un unico disegno, ma…..qui viene il bello.
Praticamente tutti gli studiosi che si sono avvicendati nell’interpretazione di questa opera, identificano sempre nell’ombelico in quanto sezione aurea del corpo, il centro del cerchio. Questa soluzione pone un problema di discostamento rispetto alla vera circonferenza tracciata da Leonardo che viene giustificato come un errore dell’artista, cioè una imprecisione dell’autore.

Noi (di GeometriKa), supportati dalla Geometria (quindi da una scienza esatta) abbiamo invece individuato il centro che consente il tracciamento del cerchio Vitruviano senza errore. Tale discostamento di Leonardo rispetto alla versione di Vitruvio, a nostro parere è dovuta al fatto che la dimensione del pentagramma giace in un luogo geometrico ben preciso che potremmo immaginare come un orbitale. Ebbene, la costruzione di Vitruvio fuoriesce leggermente da tale orbitale. Leonardo comprende il problema e lo risolve elaborando una costruzione più precisa dimostrabile geometricamente.
Il valore simbolico di Homo ad Circulum, comunque, sia per Vitruvio che per Leonardo, rimane quello di Uomo quale emblema del sistema delle leggi universali della creazione.

Lorena Marconi (GeometriKa)

Di admin