Come ogni estate, il fenomeno dei cerchi nel grano subisce all’improvviso un’impennata, con la comparsa di decine di formazioni nei campi di tutto il mondo, specialmente nelle contee del sud dell’Inghilterra.
Nel 1991 due anziani signori inglesi, Doug Bower e Dave Chorley, vennero alla ribalta affermando di avere realizzato numerosi cerchi nel grano negli anni precedenti. La loro dichiarazione diede modo ai più scettici di etichettare l’intero fenomeno cerchi nel grano come una burla creata intenzionalmente dai due.
Tuttavia, se si esaminano cronache più antiche, è possibile notare come casi di misteriosi cerchi sul terreno risalgano a ben prima degli anni Ottanta.
Come riportato dallo studioso americano Evans-Wentz, nel corso delle sue ricerche gli capitò di imbattersi, nelle colline di Howth, cittadina irlandese nelle vicinanze di Dublino, in alcune persone con cui discusse di folletti e gli venne mostrato un “anello dei folletti”: costoro gli dissero che i folletti esistono e che spesso danzano nei campi, formando cerchi all’interno dei quali l’erba viene schiacciata, per poi non ricrescervi più. Egli apprese anche di casi, in Cornovaglia, relativi a folletti giunti la notte per devastare il grano dei contadini.
Questo filo rosso, tuttavia, si intravede anche procedendo a ritroso: nel Cinquecento, in Svezia, il vescovo Olaf Magnus analizzò formazioni circolari nel grano e nell’erba e giunse alla conclusione che fossero da attribuirsi alla danza degli elfi i quali avrebbero lasciato dei segni nel terreno così profondi e delle bruciature così gravi da impedire la ricrescita dell’erba.
Il collegamento con resoconti più recenti è evidente: così come fino ad alcuni anni fa il ritrovamento di tracce di forma circolare sul grano veniva connesso al passaggio di Ufo, in passato veniva ricollegato al danzare dei folletti.
Il primo caso ufficiale di cerchio nel grano risale al 1678. In un pamphlet inglese di quell’anno, intitolato “Il Diavolo Mietitore”, si vede il disegno di un campo sul quale un essere diabolico munito di falce taglia il grano, producendo una formazione circolare. Nel pamphlet si legge che un agricoltore facoltoso, irritato per l’aumento richiesto dal suo bracciante, rispose che avrebbe preferito che venisse il diavolo in persona a mietergli il terreno, piuttosto che essere costretto a riconoscergli simile aumento. La notte stessa, come testimoniato da molte persone, il suo campo andò parzialmente in fiamme e il giorno dopo l’agricoltore notò che il grano era stato tagliato e piegato come nessun uomo avrebbe potuto fare in una sola notte. La presenza di fiamme e luci può consentire parallelismi con la casistica più recente, per quanto manchino elementi conclusivi dovuti al fatto che il pamphlet stesso non spiega in maniera dettagliata quanto accaduto.
1966, due casi emblematici
Se, con riferimento al lontano passato, risulta più difficile comprendere se si stia parlando dello stesso tipo di fenomeno, dubbi non sussistono quando si analizzano eventi occorsi meno di cinquant’anni fa, come nei due casi emblematici che seguono.
Il 28 luglio 1966, un certo signor Lacoste, fotografo di Saumur, e sua moglie stavano passeggiando nei pressi di Montsoreau, in Francia. All’improvviso videro una sfera rossa molto intensa attraversare il cielo: non si trattava, tuttavia, di una meteora, dal momento che, oltre a cambiare direzione, pareva toccar terra per poi riprendere quota. Lacoste e consorte pensarono trattarsi di un velivolo militare sperimentale e poterono osservarne i movimenti per circa quattro minuti, finché non scomparve.
Il giorno successivo un contadino di Montsoreau, Alain Rouillet, raccontò che un’area di circa nove metri quadrati era stata schiacciata e risultava ricoperta da una sostanza giallastra oleosa.
Sei mesi prima, il 23 gennaio 1966, il “Sydney Sun Herald” riportava la notizia relativa alla scoperta, nel Queensland, di cerchi nel grano prodotti dall’atterraggio di dischi volanti. Quattro giorni prima, infatti, George Pedley, coltivatore di banane, guidando il suo trattore nei pressi di un acquitrino noto come Horseshoe Lagoon, dopo aver udito un sibilo molto acuto, come di aria che esce da un pneumatico, vide un velivolo di colore grigio-blu di circa venticinque metri di diametro e nove di altezza alzarsi al di sopra dell’acquitrino con un movimento rotatorio, per poi allontanarsi accelerando bruscamente.
Il reporter Ben Davie, del “Sydney Sun Herald”, giunto sul posto, scoprì che molte persone nella zona avevano avvistato un oggetto a forma di disco simile a quello osservato da Pedley e poté anche vedere di persona la traccia lasciata al suolo: un cerchio di circa dieci metri di diametro, con gli steli schiacciati in senso orario. Un secondo cerchio era costituito da una vera e propria piattaforma galleggiante formata da radici intrecciate, in apparenza strappate a forza dallo strato di fango presente negli strati più melmosi dell’acquitrino. Altri cerchi furono trovati nelle vicinanze e vennero prelevati campioni per condurre esami scientifici. Le pseudo-teorie per spiegare la formazione dei cerchi si sprecarono: coccodrilli in amore, uccelli che compivano danze, velivoli sovietici avanzatissimi, ma nessuna – come si può ben comprendere – riusciva a spiegare in maniera credibile quanto accaduto. Senza contare che vi era pure un elemento onirico-fiabesco in parte inquietante: Alberto Pennisi, abitante della zona e proprietario del Horseshoe Lagoon, disse allo stesso Pedley che da tre settimane le sue notti erano turbate da un sogno ricorrente, in cui un disco volante atterrava nella sua proprietà. Può ovviamente trattarsi di un elemento inventato dal Pennisi come dal reporter, oppure potrebbe essere un dato che lancia un’ombra oscura sul nesso di causalità tra immaginazione e realtà nelle tematiche Ufo, nel senso che il pensiero potrebbe evocare la comparsa del fenomeno, ma vi sono troppi pochi elementi per poter avanzare un’ipotesi in questo senso.
Da questi casi notiamo come il passaggio di oggetti volanti non identificati di forma discoidale fosse spesso seguito dalla comparsa al suolo delle tracce del loro atterraggio, che provocava lo schiacciamento delle spighe su cui si posavano. Questo fenomeno, molto comune tra gli anni ‘50 e ‘80, è scemato in maniera repentina, lasciando spazio a un fenomeno ancora più complesso, dal momento che, negli ultimi vent’anni, si sono viste formazioni sempre più maestose sui campi di tutto il mondo, specialmente nel sud dell’Inghilterra.
Vi sono certamente forti somiglianze tra il fenomeno dei cerchi nel grano delle origini (quello caratterizzato da mere tracce circolari al suolo senza una forte complessità geometrica) e i cerchi dei folletti. Entrambi sono ricondotti all’operato di entità non umane, siano esse folletti piuttosto che extraterrestri e, ancor più, coloro che abitano nei pressi del luogo in cui si è formato il cerchio affermano di avere visto folletti o entità aliene.
Non solo, un’ulteriore somiglianza, per quanto possa sembrare ardita, emerge da queste descrizioni: così come nei cerchi fatati i folletti danzano circolarmente prima di svanire nel nulla, così gli Ufo, quando si sollevano dalla zona sulla quale hanno formato un cerchio, sono spesso visti compiere rotazioni velocissime sul proprio asse prima di dileguarsi ad alta velocità.
Molte le ipotesi avanzate negli anni: vi è chi, come abbiamo visto, ha parlato di opere realizzate da burloni o, più recentemente, di forme d’arte realizzate da artisti. È indubbio che esistano realmente dei team di persone in grado di realizzare figure geometriche nei campi, però alcuni studiosi quali Michael Hesemann e Adriano Forgione hanno mostrato nelle loro ricerche come i “veri” cerchi nel grano presentino caratteristiche uniche: innanzitutto le spighe non risultano schiacciate bensì presentano una specie di moto che le ha piegate, come se una forza avesse loro impartito un intrecciamento oltre che il semplice schiacciamento, cosa non realizzabile dagli strumenti degli artisti dei cerchi. Altro elemento è la presenza di radioattività, unitamente a una precisione geometrica totale, che invece manca ai falsi cerchi nel grano. Del resto di notte, in poche ore, risulta impossibile raggiungere la perfezione geometrica dei cerchi nel grano genuini.
Proprio in virtù della mancata capacità di replicare le formazioni più spettacolari, gli studiosi hanno provato a cercare spiegazioni alternative. Da un lato coloro che pensano che i cerchi nel grano siano opera di intelligenze extraterrestri che vorrebbero trasmettere dei messaggi tramite queste formazioni. Messaggi il cui significato, però, risulta spesso molto difficile da interpretare, poiché i simboli utilizzati si rifanno spesso ad antiche simbologie che non molti ricercatori sono in grado di analizzare, richiedendo ciò una forte conoscenza non solo di simbologia ma anche di alchimia, dato che vi sono forti parallelismi con i simboli utilizzati in testi alchemici dei secoli scorsi.
Proprio nell’ottica della simbologia vi è chi ritiene che non si tratti di intelligenze extraterrestri bensì di messaggi provenienti da altri piani del reale che tenterebbero di elevare le coscienze umane. Purtroppo, mancando le prove, si tratta di semplici ipotesi, così come resta un’ipotesi anche la possibile origine umana anche dei cerchi nel grano “genuini”: vi è, infatti, chi ritiene che queste formazioni vengano create dall’alto da fantomatici satelliti che imprimerebbero questi cerchi al suolo.
Anche qui, come sopra, nessuna prova conclusiva. Resta il fatto che, anno dopo anno, le formazioni continuano, alcune restando totalmente inspiegabili.
di Umberto Visani
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