“Se stai creando un personaggio e non lo rendi vulnerabile,

ai lettori non piacerà, nemmeno se ha dei super-poteri”

Stan Lee

Non mi sono mai interessata ai supereroi, già da bambina preferivo l’antieroe del romanzo novecentesco, o le divinità e i semidei delle varie mitologie… coi loro vizi e virtù “umani, troppo umani”, con le loro storie d’amore o di morte, e di post mortem e con tutti i significati simbolici che ogni racconto conteneva, perché, come diceva Platone, il mito è doppiamente vero.

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Non me ne ero mai interessata, nemmeno quando i supereroi sono approdati a Hollywood, e da lì hanno spiccato il volo alla conquista di tutto il mondo… Sì, d’accordo, l’oscuro Batman era affascinante, ma è più che altro un ragazzo ricco e intelligente, con la classica infanzia travagliata. Se fosse nato un secolo e mezzo prima e in un milieu povero, sarebbe stato “solo” l’ennesimo protagonista di Dickens.

Ma il destino aveva in serbo un grande dono per me, perché poco meno di 6 mesi fa ricevevo la bozza di questo libro eccezionale, che prende le mosse da una frase appena accennata durante una conferenza, sapete, una di quelle che il relatore sussurra a microfoni spenti a una cerchia ristretta di uditori fedeli e curiosi che gli si stringono attorno… Solo che quella volta quell’intervento era stato registrato e trasmesso, e Davide Ramunno nell’ascoltarlo ne aveva colto le enormi implicazioni (i creatori di Superman sono ebrei e lo stesso protagonista si chiamava Kal-El, El rapido e leggero) e si era messo a studiare a fondo. Da quel suggerimento iniziale, sviluppato e approfondito e dalle successive ricerche e riflessioni di Davide sono scaturiti ragionamenti che conducono il lettore di Super-El dall’Ucraina al Kansas, e poi in Artide, a Krypton e in Palestina, per poi approdare in Germania, con un invito a ripensare l’intera figura di Jahvé e il suo rapporto col Terzo Reich… Tutto partendo dall’analisi etimologica dei nomi dei personaggi di Superman…

E dopo meno di 6 mesi dalla lettura di quella bozza mi ritrovo a Torino, seduta in prima fila, assieme a Enrica Perucchietti e Marco Enrico de Graya, entrambi graditissimi ospiti dell’evento e di molte puntate di Facciamo Finta Che, e tutti ascoltiamo incantati Davide Ramunno che ci racconta non tanto la genesi o i contenuti del libro, quanto il percorso cognitivo e metacognitivo che dovrebbe sostenere tutti noi, che leggiamo i libri ma non crediamo alla narrativa del Governo.

Davide semplicemente giganteggia, e non solo per la statura fisica (degna di un vero Supereroe) ma anche e soprattutto per la levatura morale e la conoscenza vastissima e profonda che dimostra nei libri e nelle interviste e che ha reso la sua prima conferenza un evento catartico e catalizzante allo stesso tempo. In particolare ci ha invitati a continuare ad agire secondo una legge morale interiore che non è solo kantiana (filosofo più controverso che mai adesso, essendo nato a Königsberg, all’epoca città prussiana, ma che adesso si trova in territorio russo e corrisponde a Kaliningrad)… La legge che Davide ci ha invitato a seguire è anche quella dell’analogia, quella per la quale se subiamo un torto non abbiamo bisogno di infliggerlo ad altri per sapere che è male. Esiste anche un altro tipo di legge che ci orienta: la legge di risonanza morfica, che è la stessa che istruiva le cinciallegre dell’esperimento di Rupert Sheldrake, grazie alla cui osservazione il biologo – e filosofo – arrivò a concepire l’idea del campo morfogenetico. Jung pochi decenni prima l’aveva chiamata sincronicità, e anche lui aveva fatto esperienza di tale legge grazie al regno animale, col famoso episodio del coleottero. E lo stesso Davide ha condiviso con noi una sua esperienza “psichica”, per dirla alla greca, ossia le incredibili scoperte del sapere del regno vegetale, veicolate da una farfalla, col supporto dell’antico saggio Riccardo…

Non posso dire di più perché “quello che succede alle conferenze rimane alle conferenze” (e nei cuori e ri-cordi di tutti colore che ne colgono il senso profondo).

Anche Gianluca Lamberti, vero padrone di casa, ospitale e profondo, ci ha offerto spunti di riflessione molto interessanti, invitandoci a ripensare al vero corpo sociale delle api, al reale scopo dei tamponi a cui siamo stati sottoposti durante questa psico-pandemia, al significato della lista di proscrizione che era apparsa il giorno prima sul Corriere della Serva, e alla mitologia indiana, della quale sappiamo così poco perché semplicemente non leggiamo… L’invito di Gianluca è rimasto lo stesso fin dall’inizio delle trasmissioni sul canale: Facciamo Finta Che… Già, che per un attimo riusciamo a dimenticare tutte le false conoscenze e le verità parziali che ci sono state inculcate a scuola, che oggi quanto mai è davvero cattiva, proprio nel senso latino del termine, ossia captiva, prigioniera, dell’élite globalista e del Deep State, e che quindi, Orwell docet, si è ribattezzata “buona” così come in 1984 “la guerra è pacela libertà è schiavitùl’ignoranza è forza”, e la “squola è buona”… Gianluca ci ha sollecitati a ripensare ai concetti di razza, di animali “fantastici” (e non parliamo solo di “Draghi verdi e roba simile”, come direbbe Maga Magò, ma di gatti e di altre specie di cui si accennava anche in una puntata con Marco Enrico de Graya) , di storia antica, di geografia occulta, di ciò che è terrestre e ciò che sembra non esserlo poi così tanto.

Unendo il senso profondo dei discorsi di Davide e Gianluca, l’esortazione ad andare oltre dev’essere la legge conoscitiva alla quale dobbiamo accordare le nostre esistenze se vogliamo rendere la Terra il posto in cui amiamo stare e sventare definitivamente il sogno transumano di Elon Musk di “terra-formare” Marte.

Per fare ciò è necessario liberarsi dai condizionamenti che l’umanità ha ricevuto dai gestori della “Matrix”, che, come spiega Gabriele Sannino nel suo libro “La Fine del Nuovo Ordine Mondiale” ci ha governato per millenni tenendoci incatenati all’ignoranza con la paura. Nel suo testo, Sannino offre una prospettiva non di speranza, ma di certezza, perché l’Anima immortale dell’uomo (la greca farfalla/Psyché di cui si parlava sopra, che ha guidato Davide alla scoperta di un absconditus fiore bianco) si è già da tempo svincolata dalla rete di quel ragno velenoso che è il Deep State e adesso è compito di chi si è risvegliato destare anche tutti gli altri, o almeno, tutti coloro che non hanno più sonno. Il futuro che ci attende è meraviglioso, perché lo creiamo noi, adesso, aprendo gli occhi sul passato e iniziando a porci domande, che magari resteranno senza risposta, ma che di certo rappresentano una richiesta a cui il mondo dello Spirito (o lo Spirito del Mondo) non potrà non rispondere.

Ringraziando ancora Davide Ramunno, Gianluca Lamberti, Il Giovane Mesbet, marco Enrico de Graya e dulcis in fundo Enrica Perucchietti e tutti i partecipanti allo splendido evento di Sabato 11 Giugno 2022, vi invitiamo a raggiungerci a Brescia il 25 Giugno, per imparare da Nicola Bizzi come creare il mondo di domani oggi.

Nicola Bizzi

Uscire dalla Matrix. Gli inganni e le manipolazioni della storia”

25 Giugno 2022 – Brescia


Riprendiamoci il mondo!

Che le Colonne d’Ercole non siano più la nostra meta ma la nostra linea di partenza…

PLUS ULTRA

di Stella Picarò

Di admin