Elementi “pagani” alla Sacra

Nel precedente articolo, il primo in questo bellissimo Blog, abbiamo parlato della Sacra di San Michele e del Portale dello Zodiaco.

Ho cercato di portare il mio punto di vista: alla Sacra ci son chiari segni di tradizione alchemica e templare, ma questi ultimi erano in un certo senso anche dei “druidi” moderni (moderni del XII secolo). Devoti alla Dea.

Molti simboli “pagani” sono presenti all’abbazia. Ci parlano di alcune caratteristiche che non esiterei a definire “druidiche”, in quanto fanno parte della tradizione celtica e di quelli che vissero prima dei Celti, vale a dire i nativi europei o Liguri (il cui nome deriva probabilmente dall’antico “dio” irlandese Lug, uno dei Thuatha de Danaam – ne parleremo ampiamente). Lug è anche l’antico archetipo europeo del Maschile divino, per certi versi precursore dell’archetipo di Michele, guerriero di Luce – Lug diventa in inglese Light, in latino Lux).

Riassumo alcune “anomalie” nei bassorilievi e sculture della Sacra (si tratta, non dimentichiamolo, di un luogo in teoria cristiano, cattolico, che niente dovrebbe avere a che fare con la Tradizione “pagana”). Ecco invece alcune “stranezze” incomprensibili. Sono presenti nell’abbazia:

  • alcuni personaggi fatti di foglie e di bosco, in tutto e per tutto simili al cosiddetto “Green man inglese” (uomo verde, l’arcaico custode dei segreti del Bosco sacro);
  • creature dalle orecchie allungate che ci ricordano gli Elfi (gli Elfi del Signore degli Anelli, una trasposizione moderna degli antichi modi di sentire la realtà e i mondi, sono in sostanza i “Thuatha de Danaam”, gli eroi leggendari della tradizione irlandese, che a un certo punto decidono di andarsene da questo piano di realtà e abitare le terre cave, vale a dire cambiano dimensione e vivono nell’Altromondo).

Quando vediamo nelle chiese medievali creature del cosiddetto “piccolo popolo” (elfi, fate, gnomi, mostriciattoli…) dobbiamo sempre pensare che un tempo, anche nel Medioevo, credevano che esistessero. Li onoravano e rispettavano. Molto spesso li temevano.

Solamente noi donne e uomini dell’evoluta epoca moderna contemporanea crediamo che non esistano. Così come crediamo non esistano il drago, il grifone, l’unicorno… tutti animali mitologici presenti alla Sacra.

Ma veniamo al Femminino sacro. Qui vale lo stesso discorso fatto sul Piccolo popolo. Due cose, a mio modo di vedere, e sentire, distinguono il mondo antico dal nostro. Loro amavano, rispettavano e onoravano:

  1. il Piccolo popolo
  2. il Femminino sacro.

Nell’abbazia abbiamo una donna coi seni nudi a cui si abbeverano due serpenti. La mia interpretazione è questa (parlo di interpretazione perché, anche se nessuno vuole ammetterlo, i significati reali, le reali intenzioni dei costruttori di cattedrali, nessuno oggi le conosce: era una conoscenza esoterica, iniziatica, segreta; nessuno oggi può dire con certezza cosa si celi dietro alcuni dei bassorilievi “blasfemi”, “anomali” del Portale dello Zodiaco): si tratta della madre Brighid che nutre le linee di energia, o linee sincroniche (o linee del drago o del serpente, appunto).

Vicino all’altare della chiesa, invece, abbiamo un solo affresco che ritrae un essere di genere femminile. E, guarda caso, rappresenta una “fantomatica” santa Brigida patrona d’Europa.

Stiamo parlando della dea Brigid, probabilmente il più antico archetipo europeo di dea Madre. Uno dei Tuatha de Dannam.

Insieme a Lug, Brighid è forse la più importante “divinità” della Tradizione antica. Una Tradizione europea, dei nativi europei, che probabilmente è rimasta viva per diecimila anni (secondo alcuni, ventimila anni, cioè dal paleolitico, dall’epoca delle statuine di pietra cicciottelle delle “Veneri”). Con la venuta del Cristianesimo e della cultura nostra moderna, greco-romana-cattolica, i valori del Femminino sacro sono andati, purtroppo, via via perduti. E ci ritroviamo in un’epoca i cui valori e archetipi sono “patriarcali”. Un’epoca maschile, se non maschilista.

Colle Braida

A Colle Braida, poco sopra la Sacra di san Michele, c’è un antico sito legato al sacro con altari celtici, ruota scolpita su roccia, megaliti e muri a secco, e soprattutto menhir (tra i più grossi d’Italia – Sardegna esclusa, ovviamente: la Sardegna fa sempre storia a sé, è fuori categoria; ne parleremo abbondantemente, essendo, in un certo senso, il sito archeologico più interessante, ricco e misterioso del mondo).

Questo luogo (Colle Braida, non la Sardegna, anche se in effetti…), ancora oggi fa risuonare le nostre corde dell’anima. Si sente.

Il Bosco sacro di bellezza e purezza incomparabili (soprattutto abeti, querce, faggi e betulle, tutte piante di estrema eleganza), le grandi rocce dal potere vibrante, l’atmosfera in generale che ancora aleggia e promana dal sottosuolo… tutto questo fa di colle Braida un luogo di geografia sacra in cui è possibile sentire quello che Rudolf Otto chiamò “il numinoso”:

«numinóso agg. e s. m. [dal ted. numinos, der. del lat. numen –mĭnis «nume»]. – Termine coniato dal teologo ted. Rudolf Otto (nella sua opera Das Heilige «Il Sacro», 1917) e da lui introdotto nella filosofia e nella storia delle religioni per indicare l’esperienza peculiare, extra-razionale, di una presenza invisibile, maestosa, potente, che ispira terrore ed attira: tale esperienza costituirebbe l’elemento essenziale del «sacro» e la fonte di ogni atteggiamento religioso dell’umanità. Con sign. simile, ma fuori dell’uso strettamente scientifico: in questa atmosfera n. passavo le mie giornate (C. Levi)» (Fonte Treccani).

Quando si cercano tracce della tradizione antica druidica, celtoligure, precristiana, si lavora a 360 gradi. Una linea di ricerca passa indubbiamente dai toponimi: anche se nessuno sembra saperlo, moltissimi nomi dei nostri monti e città hanno origini celtiche.

Dea Brighit
Dea Brighit

Braida sta per Bride, la sposa divina, vale a dire la dea Brighid. Si tratta pertanto di un luogo associato, nella notte dei tempi, alla dea Madre delle nostre latitudini. Brighid in inglese diviene poi Bright, la splendente, la luminosa. E ancora oggi in piemontese, la lingua della mia regione, si dice “andare su per un brìc” laddove brìc significa altura scoscesa. Ecco, questo è un termine celtico che deriva da Brighid la elevata, la luminosa (le cime dei colli sono elevate e luminose, per l’appunto).

Il termine stesso Alpi secondo molti deriverebbe dal celtico Arp, che significa montagna. Ma potrei fare centinaia di altri esempi.

Il Femminino sacro

Quello che qui vorrei scrivere è che l’antica tradizione druidica era molto molto legata, come abbiamo accennato, a quello che oggi chiamiamo il Femminino sacro. La Terra stessa era considerata un essere vivente. Nei miti irlandesi si parla della dea Brighid come colei che crea la vita sulla Terra; ma è allo stesso tempo la Terra stessa: gli alberi sono i suoi capelli, le rocce le sue ossa, i fiumi le sue vene…

Stiamo parlando della visione di donne e uomini antichi, secondo cui tutto era vivo, ogni parte del pianeta veniva rispettata e amata e onorata, in quanto manifestazione della Dea (oggi diremmo una sorta di “Animismo”, un po’ come per gli Indiani d’America – questo è anche il motivo principale per cui chiamo i Liguri “nativi europei”).

Se vogliamo provare a capire le nostre radici spirituali e storiche, quelle vere, più antiche – a mio e nostro modo di vedere – è molto utile secondo me fare anche ricerche nei miti celtici e irlandesi. I Celti furono un popolo che si creò dalla fusione delle tradizioni dei nativi europei, e del druidismo, con popolazioni di guerrieri a cavallo giunti dal Nord Est nel I-II millennio a.C.).

Considero le nostre terre del Centro-Nord Italia “il Sud delle Terre del Nord”. “Purtroppo” vinsero i Romani 2000 anni fa e poi i cattolici portarono avanti l’operazione chirurgica di “rilettura” delle nostre radici spirituali, e fecero un buon lavoro: in Italia, oggi, ci consideriamo infatti di cultura e religione cristiana e greco-romana.

Il fatto è che per centinaia di secoli, molto più di questi ultimi 2000 anni, nelle terre del Centro-Nord Italia la cultura e la spiritualità non era dissimile da quello che avremmo trovato nelle odierne Francia, Nord della Spagna, Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda…

L’ultimo colpo di coda di questa tradizione legata ai misteri della natura, custoditi da donne, è il fenomeno – nella nostra regione – chiamato delle masche, le streghe medievali (ne parleremo).

Le masche furono pertanto cercate, individuate, torturate, bruciate vive. In definitiva, estirpate come piante infestanti nel nome dell’Unica verità.

La Dea Madre

Dalla notte dei tempi, per migliaia e migliaia di anni, l’archetipo della “Madre” divina animò le menti e i cuori delle donne e degli uomini che precedettero la nostra cultura “al maschile” e Crearono una cultura cosiddetta “gilanica”, in cui in equilibrio danzavano le due energie femminile e maschile.

Non erano gli uomini scimmia scesi dagli alberi o nascosti nelle grotte con la clava che ci hanno insegnato i libri di scuola, barbari e assetati di sangue, primitivi nell’accezione negativa del termine.

Erano invece donne e uomini legati alla terra e ai misteri dell’esistenza. Persone libere e sane che onoravano il Grande Mistero e la Dea Madre e vivevano in pace tra di loro e in armonia coi cicli della natura – e onoravano e rispettavano i grandi e piccoli Misteri dell’esistenza.

La domanda che più che mai oggi, tutti quanti, secondo me ci dovremmo serenamente ma spietatamente porre (noi uomini e donne moderni occidentali evoluti iperrazionali ipertecnologici iperintelligenti…), è la seguente:

Erano loro i primitivi retrogradi assetati di sangue sempre in guerra (dentro e fuori di sé)?

Una Ecologia spirituale

Termino con una citazione tratta dal mondo dell’Arte o della letteratura: considero questo mondo (insieme alla connessione sana con la Natura) la nostra salvezza. La canzone ispirata, ovviamente, è del mitico Franco Battiato – e del filosofo Manlio Sgalambro:

«Shock in my town,
velvet underground.
Ho sentito
(Shock in my town)
urla di furore
di generazioni, senza più passato, di neo-primitivi,
rozzi cibernetici signori degli anelli, orgoglio dei manicomi…»

Io credo che il nostro futuro debba passare dalla riscoperta del nostro passato, delle nostre radici sane di nativi europei.

Purtroppo, come canta Battiato, siamo diventati dei neoprimitivi, totalmente decadenti e decaduti da tutti i punti di vista. E la nostra civiltà “cittadina” sta collassando.

Possano i valori del Femminino sacro e della cosiddetta Ecologia spirituale aiutarci nel processo inevitabile di morte e quindi rinascita.

L’antica Dea Brighid ed i suoi Misteri ci potranno – o vorranno – salvare?

di ANDREA COGERINO

Link all’articolo precedente:
https://facciamofintache.com/2023/08/28/sacra-san-michele-cogerino/

Un pensiero su “COLLE BRAIDA E FEMMININO SACRO di ANDREA COGERINO”
  1. Questo tema non stanca mai, abbiamo veramente bisogno di ritrovare le nostre vere radici, la nostra umanità più profonda legata alla Madre. Ci salverà la Dea?
    Spero nella continuità di questi articoli.
    Grazie Andrea 🙏

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