Rennes-le-Château è un piccolo paesino adagiato sui Pirenei francesi, divenuto celebre negli ultimi decenni grazie ad alcune misteriose vicende di cui è stato protagonista il curato del luogo nella seconda metà dell’Ottocento.
François Bérenger Saunière, questo il suo nome, ha 33 anni quando, il 1° giugno del 1885, raggiunge il paese per vestire i panni del nuovo parroco. La chiesa locale, dedicata a Maria Maddalena, non gode di buona salute e necessita con una certa urgenza di un restauro, ma il prete non dispone di liquidità.
Poco dopo il suo insediamento a Rennes-le-Château, frattanto, arriva una nuova perpetua, Marie Dénarnaud, una giovane diciottenne che resterà vicina a Saunière per tutta la sua vita e che, come vedremo, diventerà la custode dei suoi segreti.
In seguito, entrato in possesso di una discreta somma (di cui non è certa l’origine), il curato inizia i lavori, indirizzando la sua attenzione verso l’altare. Il pilastro visigoto su cui poggia la lastra di marmo è cavo e all’interno Saunière avrebbe trovato dei cilindri sigillati contenenti quattro pergamene, un paio con delle genealogie e altre due con brani in latino tratti dal Nuovo Testamento. Le iscrizioni sono redatte in una maniera strana, con errori o lettere inserite senza alcun senso logico.
Nel 1891 quello stesso pilastro verrà collocato all’aperto, vicino alla chiesa, in una posizione capovolta, come si può vedere dalla foto qui sotto. Sul pilastro sono impresse l’alfa e l’omega, e un numero: 681. Girandolo al contrario, il curato fa incidere la scritta Mission, trasformando la cifra in 1891. Sopra il pilastro viene posizionata una statua della Madonna, sovrastata da una sorta di tempio in pietra con le incisioni “Io sono l’Immacolata Concezione” e “Penitence, penitence!”.
Statua della Madonna sul pilastro visigoto
Dopo il rinvenimento dei sigilli, il curato viene inviato dal suo superiore, monsignor Félix Arsène Billard a Parigi, presso il seminario di Saint Sulpice. Saunière rimane nella capitale francese per alcune settimane in attesa della decifrazione delle pergamene. In quei giorni, ne approfitta per fare diverse visite al Louvre, acquistando anche le copie di tre quadri: il “Ritratto di papa Celestino V” (il papa che dopo soli pochi mesi di pontificato decise di dimettersi), “Le tentazioni di Sant’Antonio” di David Teniers e “I pastori di Arcadia” di Nicolas Poussin. Nel quadro di Teniers viene mostrato il santo circondato da tentazioni incarnate da donne e streghe volanti, mentre in quello di Poussin sono raffigurati alcuni pastori e una donna in un paesaggio boschivo vicino ad una lapide con su scritto et in arcadia ego, motto della famiglia Plantard (che si ritiene discenda dai Merovingi), legata sia a Rennes-le-Château che al Priorato di Sion.
Sempre in quelle settimane, il prete inizia a frequentare alcuni circoli culturali parigini, dove entra in contatto con personaggi di rilievo come la cantante lirica Emma Calvé (che stringerà stretti rapporti con lui e si recherà più volte a Rennes-le-Château). Non dimentichiamo che la donna trascorre diverso tempo in compagnia di alcuni esponenti del mondo esoterico di fine Ottocento, tra i quali Flammarion, de Gauta, Peladan e Papus.
Una volta rientrato in paese, Saunière prosegue con i lavori all’interno della chiesa: vengono trovate una lastra di pietra, la Dalle des Chevaliers (ora esposta nel museo del paese e che potrebbe rimandare, forse, ai Templari) e una scala che scende nei sotterranei. Il parroco è anche visto più volte recarsi nei territori circostanti, in compagnia di Marie, facendo ritorno la sera con dei grossi sacchi pieni di “pietre leggere” che sarebbero serviti per creare una sorta di grotta di Lourdes. Sempre in compagnia della perpetua, il curato inizia a visitare di notte il cimitero adiacente la chiesa, effettuando pure alcuni scavi. Lì rinviene la tomba di Marie de Nègre d’Ables, vedova del marchese Hautpoul de Blanchefort, morta il 17 gennaio 1781. Il prete distrugge la sua stele e la lapide, ma fortunatamente le iscrizioni che essa riportava sono giunte fino a noi grazie al fatto che in precedenza erano state ricopiate da Elie Tisseyre, un appassionato di storia locale. L’epitaffio e la stele sembrano contenere un vero e proprio messaggio in codice che, probabilmente, Bérenger (o chi per lui) riesce a decifrare.
La ricchezza di Saunière comincia dopo la scoperta delle pergamene e della tomba, non stiamo parlando di un gruzzolo di denaro racimolato dalla vendita di qualche reliquia, ma di un flusso continuo di entrate. Si è stimato che l’ammontare di soldi in suo possesso si aggirasse attorno ai 5 milioni di euro attuali, forse anche di più.
I lavori alla chiesa di Santa Maria Maddalena, intanto, proseguono e durano ben 12 anni, dal 1886 al 1898 circa. Dal 1900, poi, Saunière si dedica alla costruzione di alcuni nuovi edifici. Comincia con la Tour Magdala, una torre in stile neogotico a due piani che diventerà il regno del curato, costruita rispettando precisi criteri della geometria sacra. Al suo interno allestisce una biblioteca e la sua camera da letto.
La Tour Magdala
Lì vicino fa installare altresì una costruzione in vetro, adibita a serra, con animali esotici e, nei pressi, un parco recintato. Tra il 1900 e il 1901, il prete ancora non si ferma e fa erigere Villa Bethania, struttura composta da due piani e tre locali nel sottosuolo. In questo luogo il curato organizza sontuosi banchetti con cibi prelibatissimi per i suoi ospiti, parliamo di personaggi di spicco, tra i quali emerge la presenza di Giovanni d’Asburgo, cugino dell’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria. Per gli arredi della torre e della villa, il parroco non bada a spese, acquistando mobili, tappeti e stoffe pregiate.
Con la morte di Félix Arsène Billard, le cose prendono una piega differente. Il suo successore, monsignor Paul Félix Beauvin de Beauséjour, insospettito da tanta ricchezza, vuole vederci chiaro e convoca il parroco a Carcassonne. Saunière rifiuta in più occasioni di farsi vedere e viene anche sospeso, tanto che un altro prete si reca in paese a dire messa. Ad un certo punto, in questa vicenda interviene addirittura il Vaticano, permettendo infine al curato di restare nel suo villaggio.
Vista panoramica su Carcassonne
Il 17 gennaio del 1917, Bérenger Saunière si sente male, forse a causa di una emorragia cerebrale. L’uomo era in salute, tuttavia stupisce come solo poco tempo prima avesse acquistato una bara per sé. Inoltre, secondo alcune fonti, un parroco giunto sul luogo per fargli visita, si sarebbe addirittura rifiutato di dargli l’estrema unzione dopo una sconvolgente confessione fattagli in punto di morte dallo stesso Saunière.
Il prete di Rennes-le-Château si spegne il 22 gennaio, il suo corpo viene posizionato seduto su una poltrona (rituale usato per i maestri templari) e portato nella torre di Magdala.
L’intera eredità di Bérenger Saunière passa alla donna che è sempre rimasta al suo fianco, Marie Dénarnaud. La perpetua vivrà fino alla sua morte, avvenuta il 29 gennaio 1953, in assoluta povertà, custodendo per sempre il segreto del curato. Marie, tuttavia, non si sarebbe lasciata sfuggire alcune frasi sibilline come “con quello che ha lasciato Bérenger Saunière si potrebbe vivere centinaia di anni tutti, ma io non lo posso toccare” o, ancora “la gente di qui cammina sull’oro e non lo sa”. La donna sarebbe stata anche vista bruciare montagne di banconote per giorni. Dopo la seconda guerra mondiale, infatti, vengono introdotti dei nuovi franchi e per cambiarli Marie avrebbe dovuto giustificarne la provenienza, preferendo non farlo.
LA CHIESA
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Iniziamo il viaggio dal portale d’ingresso, coperto da una tettoia con spioventi molto inclinati. Il portale riporta alcune iscrizioni in latino, la più famosa è la scritta TERRIBILIS EST LOCUS ISTE, tratta dalla Genesi (28-17) e riguardante il viaggio di Giacobbe. Sul timpano, invece, troviamo Santa Maria Maddalena, pronta ad accogliere gli avventori che metteranno piede nella sua chiesa. Essa è posta in una nicchia, sormontata da una croce e dalla scritta IN HOC SIGNO VINCES.
L’iscrizione “Terribilis est locus iste”
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Appena varcata la soglia, ci troviamo affiancati da una strana acquasantiera in terracotta, personificata dal demone Asmodeo, secondo la leggenda custode dei segreti celati all’interno del Tempio di re Salomone. La statua è stata parzialmente distrutta in un paio di occasioni e, purtroppo, soprattutto il suo sguardo non è più identico all’originale. Asmodeo regge l’acquasantiera, con sopra quattro angeli intenti a farsi il segno della croce, con la scritta PAR CE SIGNE TU LE VAINCRAS (con questo segno tu lo vincerai). Ogni angelo ha un vestito di una diversa foggia e colore, e guarda in direzioni diverse. Il tutto è sormontato da una grande croce con al centro una rosa. Infine, sotto gli angeli vi sono due basilischi e due misteriose lettere: BS, sulle quali sono state formulate diverse ipotesi.
Particolare del volto di Asmodeo
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Segue il confessionale in legno massiccio, datato 1897. Sul frontone compare Gesù intento ad abbracciare un agnello in mezzo agli arbusti. Sopra di esso è stato collocato un gruppo statuario in cui vi è rappresentato Gesù sul Monte delle Beatitudini, in un paesaggio cosparso di rose. Interessante notare la presenza di un sacco legato da una corda, simile a quello che il curato usava quando andava a raccogliere le sue pietre per la valle circostante.
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Viene pagato fior di quattrini anche un vetraio di Bordeaux per le finestre istoriate. A tal proposito rilevante è la vetrata posta nel lato sud della chiesa, dove ogni 17 gennaio accade un fenomeno particolare, conosciuto come le mele blu. Ogni anno, infatti, in quel giorno e a mezzogiorno in punto, il sole entra attraverso la vetrata, proiettando una specie di albero all’interno dell’edificio, carico di frutti rossi, ad eccezione di tre mele che restano blu.
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Il pavimento è caratterizzato dalla presenza di mattonelle bianche e nere alternate, scacchiere di questo tipo sono spesso presenti in luoghi legati alla massoneria.
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All’interno della navata, l’attenzione è ben presto catturata dalla presenza di cinque statue, dedicate a Santa Germana di Pibrac, San Rocco (con la ferita sulla gamba destra e non sulla sinistra come d’abitudine), Sant’Antonio Abate e Sant’Antonio eremita. A queste va aggiunto San Luca, presente sui quattro pannelli del pulpito insieme agli altri evangelisti (che non sono disposti nell’ordine usuale, ma forse c’è una motivazione ben precisa). Unendo insieme le iniziali dei santi, infatti, viene fuori la scritta GRAAL e non solo, se colleghiamo con una linea immaginaria queste statue, si forma la lettera M, al centro della quale si manifesta il fenomeno delle mele blu del 17 gennaio.
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Non dimentichiamo le 14 stazioni della Via Crucis, che sembrano essere un vero e proprio percorso iniziatico o alchemico. I bassorilievi sono disposti in senso antiorario e ogni quadro è sormontato dall’emblema dei Rosacroce.
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Come già detto in precedenza, la protagonista assoluta dell’ambiente è Maria Maddalena. A lei è dedicata una statua, e non manca una sua raffigurazione anche nel bassorilievo sotto l’altare. La santa è rappresentata in ginocchio all’interno di una grotta, in preghiera di fronte a un crocifisso posto in cima ad un bastone secco con due rami, di cui uno fiorito.
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Infine, ricordiamoci di alzare gli occhi verso l’alto per osservare la volta a botte dipinta di blu, costellata da tanti piccoli gigli bianchi, che rimandano all’emblema reale francese a i Merovingi.
In conclusione, non ci è dato sapere con certezza che cosa Bérenger Saunière abbia realmente rinvenuto in questi luoghi. Possiamo avanzare delle ipotesi, pensare a un tesoro alchemico, oppure a un tesoro templare, visigoto, cataro o del tempio di Gerusalemme. Indipendentemente da quale sia la risposta, Rennes-le-Château conserva tra le sue vie un fascino misterioso perché, a distanza di decenni, porta gli avventori di tutto il mondo a porsi ancora delle domande, ad approfondire, a ricercare la verità, e questo è il primo passo verso la conoscenza.
Ovviamente le intricate vicende di Rennes-le-Château non possono essere tutte contenute nell’articolo, i misteri racchiusi in questo piccolo paesino sono talmente tanti da riuscire a riempire libri interi di aneddoti, storie ed enigmi. Prima di chiudere, però, vale sicuramente la pena riportare ancora una curiosità. Nel 2023 il villaggio di Rennes-le-Château si è gemellato con il paese di Rosazza, situato in Valle Cervo, in provincia di Biella. L’aspetto interessante è il fatto che anche questo borgo italiano celi tra le sue vie e i suoi edifici numerosi misteri, poiché interamente costellato da simbologie massonico-esoteriche e, soprattutto, “disegnato” dagli spiriti… ma questa è un’altra storia.
di Sara Perotti