Si osserva oggi una evidente manipolazione, in esistenza grazie a un interminabile alternanza ciclica di paura e speranza. Questi due aspetti essenziali per la sopravvivenza psico-fisica sono sotto abuso in tutto il mondo, siamo pervasi di persone che corrono in una ruota preconfezionata. Non serve molto per manovrare l’essere umano a piacere, è sufficiente avere a disposizione i mezzi per arrivare a quante più persone possibili, e soprattutto conoscere la mente.
L’automatismo biologico governato dalla psiche infatti è una lama a doppio taglio. Dirigendo corpo e mente, ci mantiene in uno stato subconscio di sopravvivenza. Regola tutta la fisiologia, come il respiro, il battito cardiaco o la proliferazione cellulare, e attiva in ogni istante il comportamento più opportuno, definito tale in base al vissuto individuale. Ci permette così di affrontare qualsiasi situazione percepita, senza ritardi di latenza. La sua funzione è quella di preservare la vita, salvarci dalla morte mantenendoci in “salute”, parola proveniente dal latino salus <salvezza, integrità>. Finché siamo salvi siamo in vita, perciò è un programma di risposta istantaneo al vissuto emotivo.
D’altra parte, essendo questo automatismo basato sulla percezione personale, la quale è esclusivamente soggettiva, si può facilmente subire condizionamenti. E’ la caverna di Platone, dove le ombre proiettate illudono di una realtà attraverso i sensi. L’innovazione odierna ha portato la caverna negli allevamenti di animali, con la discutibile idea di mettere alle mucche un dispositivo VR, ingannandole di stare in un pascolo armonioso per avere latte di quantità e qualità superiore. Schermi piatti con suoni e forme rapiscono dalla vita presente le mucche, come anche gli umani.
Attraverso la stimolazione percettiva, la psiche, che esiste per farci esistere, mette in funzione una risposta congruente, rendendo gli esseri viventi plasmabili. Paradossalmente la stessa cosa che ci mantiene in vita, facilmente imprigiona in una realtà di false apparenze, addomesticabili per mezzo dell’eccitazione dei sentiti; in questo caso di confusione sociale, la paura e la speranza.
La paura insorge con l’incertezza del futuro imminente davanti a una minaccia. Il suo scopo è di metterci in uno stato di allerta. Aumenta l’adrenalina e la concentrazione si sposta sul pericolo. Abbiamo così la carica per trovare la soluzione per salvarci. Uno strumento indispensabile per uscire da un pericolo reale/illusorio. Negli ultimi due anni, al primo posto senza dubbio cè quella per un virus, e giù nella classifica abbiamo anche per nanotecnologie, frequenze e… La società. Minacce invisibili per la nostra salus attivano il nostro istinto di sopravvivenza, aumentando l’adrenalina, la resistenza e l’opposizione.
La strategia per la salvezza è formata dalla moltiplicazione fra le nostre competenze, intellettuali e fisiche, e la circostanza specifica, il cui risultato è poi direttamente proporzionato con la velocità di azione. Maggiore è la conoscenza ed esperienza nel campo specifico, minore sarà il tempo necessario per agire e non percepire più il rischio. In una normale curva mono ciclica, la modalità emotiva della paura si trasforma istantaneamente quando agiamo il nostro piano: l’attacco, la fuga o la comprensione. Durante questo cambio, regna il coraggio <cuore ad agio ad affrontare il presente>, quel sentito di riuscire a fronteggiare con le proprie forze e risorse qualsiasi cosa, è una imbattibile forza d’animo.
Se tutte le possibilità di un individuo sono state agite, si passa alla speranza, che al contrario del coraggio, ripone tutta la fiducia lontana da sé e nelle azioni altrui o eventi esterni. E’un sentito di aspettativa fiduciosa di salvezza. Solo Spes rimase nel vaso di Pandora, e la speranza arriva quando non ci sono più risorse proprie, per preservare la propria vita. Dice: “Andrà tutto bene”, impossibilitata a gestire il pericolo in autonomia non avendo una strategia. La speranza è la sfiducia di sé.
Le persone ammaliate sono trasportate continuamente da uno stato di ansia ad uno di fiducia. Sono tossici inconsapevoli, drogati di adrenalina data dalla paura e aggrappati morbosamente al suo antidoto, la speranza. Dove non ci sono azioni consapevoli che permettono di acquisire conoscenza, il pericolo inizia ad essere percepito sempre più forte. Con la carota sul bastone gestito dai media che indicano la salvezza quanto la minaccia, un processo velocissimo è stato dilatato negli anni. La sovraeccitazione ha portato a un assuefazione all’adrenalina, alzando l’asticella di ciò che è percepito pericoloso, tanto che con numeri inferiori rispetto allo scorso anno si può osservare una maggiore paura, e la speranza a sua volta è aumenta in proporzione, tanto da accettare qualsiasi cosa pur di essere salvati.
Questa lunga alterazione ormonale è terreno ferile per scariche adrenaliniche in forma di rabbia verso chi non percepisce lo stesso nemico reale/illusorio, l’esclusione e discriminazione di chi non rispecchia la loro emotività. La paura è un territorio, e chiunque non lo riconosce è un ulteriore nemico, ma stavolta visibile, e quindi di necessaria sopravvivenza identificarlo ed eliminarlo dal proprio ambiente.
Gli spacciatori di speranza, sia consapevoli che inconsapevoli, ripetono continuamente che \”né usciremo presto se mettete la mascherina e se fate i bravi\” o \”la prevenzione e le cure\”. Mantengono la psiche concentrata sul pericolo con il corpo in uno stato dispendioso di energia. Quasi non si parla d\’altro con l’attenzione mondiale diretta sulla \”minaccia\”, dando vita a copiose conversazioni e una noiosa continua ricerca di nuove notizie sugli sviluppi della situazione. Chi vive nella fiducia delle azioni, ordini e idee altrui, sta abbracciando la propria ignoranza, rimanendo “zitti e buoni” e resistendo con tenacia contro il nemico suggerito o percepito.
Hanno recintato le loro possibilità cognitive perché lo dice la “scienza”, ponendo remore al possibile movimento frutto di conoscenze ed esperienze acquisite. Si affidano alla semplice attesa della salvezza da parte della medicina o di qualche leader, i quali sentenziano le loro verità giornaliere. Questa subordinazione in piena manifestazione nella fiducia nella scienza, nella tv, nel naturopata consulente e anche negli alieni, è verso chiunque regali un briciolo di speranza che risuona con il proprio essere. Tutti infatti riponiamo anche solo un po\’ di fiducia nelle mani delle competenze altrui, ovvero nella probabilistica. La vastità delle possibili esperienze da vivere in questa realtà preclude l’esistenza solitaria, ma quello che vediamo oggi non è uno scambio, è solo dipendenza.
La medaglia d’oro in manipolazione, da un lato coniata con la paura del virus e dall’altra la speranza nel vaccino, va all’ignoranza sul funzionamento del nostro corpo combinata con l’ignoranza sulle possibili competenze politiche. Se non ci sono conoscenze e curiosità di svelare la minaccia e la circostanza, approfondendo cosa è un virus, una vescicola extracellulare, un esosoma, chi lo crea e sopratutto Perché, oppure riguardo la millenaria manipolazione sociale, non ci sono i mezzi per superare il pericolo, e si passa alla lenta e ubbidiente attesa senza pianificazione.
Questo meccanismo automatico si manifesta in ogni singolo ambito ovviamente, sociale e privato, in quanto è un programma biologico in risposta a una percezione. La giostra del pericolo-paura-speranza, recinta fuori dal suo territorio la libertà di scoprire e mettersi in gioco. Intrappola schiavi con le ombre, alcune esplicitamente indotte altre autoproiettate. Ignorare ciò che ci circonda pone limiti e blocca l’azione, lasciando l’ignorante in uno stato di trance, in totale automatismo. La conoscenza attraverso l’esperienza è la salvezza dal mondo delle false apparenze, perciò siate curiosi amici lettori e aprite le vostre gabbie, perché su quelle degli altri non abbiamo alcun potere.
Dharma Bernardi
