Questo giovedì si rinnova nuovamente l’appuntamento con i contributi che gli amici di Facciamo Finta Che hanno inviato alla nostra redazione, dando vita alla sezione che abbiamo chiamato Faranno Finta Che, appositamente dedicata a tutti coloro che vogliono farci pervenire un loro scritto sulle tematiche che affrontiamo sul canale. Oggi approfondiremo la figura di Leonardo Da Vinci, analizzandone alcune peculiarità.

 

Aneddoti su un genio senza tempo

Leonardo da Vinci nasce il 15 aprile 1452 ad Anchiano, vicino a Firenze, e muore ad Amboise, in Francia, il 2 maggio 1519. È una delle figure più affascinanti e complesse della storia, capace di spaziare tra arte, scienza e tecnologia, animato da una curiosità senza confini. Le sue straordinarie intuizioni scientifiche e i progetti visionari anticiparono spesso i tempi di secoli.

Ecco sei curiosità e particolarità di questo grandissimo genio poliedrico:

1. La sua scrittura era speculare.

Leonardo scriveva da destra a sinistra, capovolgendo anche le lettere. Pur sapendo scrivere normalmente da sinistra a destra, trovava quest’ultimo modo più difficile e preferiva far scrivere le sue lettere ad altri. Alcuni pensano che Leonardo scrivesse in modo speculare per nascondere messaggi segreti o rendere i suoi studi meno comprensibili. Altri, invece, ritengono che fosse semplicemente il suo modo spontaneo di scrivere. Studi neurologici hanno dimostrato che questa era una sua abitudine naturale, comune a molti mancini come lui, che non erano stati corretti fin dall’infanzia.

2. Fu l’inventore, o almeno il primo a fare largo uso e a diffondere la tecnica dello sfumato.

Questa tecnica consisteva nello sfumare i contorni delle figure, giocando sulle gradazioni e sull’uso di colori che si fondevano tra loro in modo impercettibile. Questa leggera sfocatura si otteneva usando le dita o un panno morbido. Leonardo applicò questa tecnica nei suoi quadri, sia sui volti, per ammorbidirne i lineamenti, sia nei paesaggi, per ridurre, ad esempio, l’acutezza dei profili delle montagne o degli oggetti lontani.

3. Molti dei suoi dipinti sono rimasti incompleti.

Le cause attribuite sono diverse: dai numerosi progetti e idee che desiderava sviluppare, alla noia che lo portava spesso a lasciare un’opera a metà o addirittura a interromperla allo stadio di bozza. Il professor Marco Catani, ricercatore presso l’Istituto di Psichiatria, Psicologia e Neuroscienze del King’s College di Londra, sostiene che l’incapacità del grande artista di portare a termine i progetti potrebbe essere stata causata dalla presenza di ADHD. Leonardo, infatti, poteva soffrire di un disturbo da deficit di attenzione e iperattività, all’epoca ovviamente non diagnosticabile.

4. Leonardo nelle vesti di vinaiolo.

Arrivato alla corte degli Sforza a Milano nel 1482, Leonardo diventa una sorta di gran maestro di cerimonie per Ludovico il Moro, che nel 1498 gli dona un vigneto di circa un ettaro ai margini di Porta Vercellina. Questo vigneto gli era talmente caro che Leonardo lo menzionò anche nel suo testamento, redatto nel 1519 poco prima della sua morte. Intorno al 2007, grazie alle indagini scientifiche condotte dalla genetista Serena Imazio e dal professor Attilio Scienza, massimo esperto di DNA della vite, è stato possibile individuare il vitigno coltivato da Leonardo in fondo al giardino della Casa degli Atellani: la Malvasia di Candia Aromatica, dalla quale si ricavano vini di colore giallo paglierino. Nel 2015, nel luogo stesso dove si trovava la vigna di Leonardo, gli esperti hanno reimpiantato proprio la Malvasia, e nel settembre del 2018 si è svolta la prima vendemmia. A cinque secoli dalla morte di Leonardo hanno visto così la luce le prime bottiglie del vino legato al suo nome.

5. Forse Leonardo fu anche cuoco e oste.

Insieme all’amico fraterno Sandro Botticelli, conosciuto nella bottega del Verrocchio, Leonardo amava discutere di fermentazione e abbinamenti insoliti tra cibo e vino. Tra leggenda e realtà, si racconta che i due abbiano gestito l’osteria “Le Tre Rane” nei pressi di Ponte Vecchio. Una delle caratteristiche principali del locale era il menù, scritto da destra a sinistra e illustrato dai magnifici disegni di Botticelli. Purtroppo l’osteria fallì, e una delle cause sembra essere stata la scelta di Leonardo di proporre piatti molto ricercati in porzioni estremamente ridotte, quasi da nouvelle cuisine, che non incontrarono il favore di una clientela abituata a piatti abbondanti. Esiste una testimonianza della figura di Leonardo cuoco: il Codice Romanoff, una copia di un manoscritto di Leonardo realizzata da un certo Pasquale Pisapia, il quale affermava di aver trascritto a mano il manoscritto originale, custodito all’Hermitage di San Pietroburgo. A tal proposito esistono due versioni: secondo la prima, il museo ha sempre negato di possedere tale manoscritto; secondo, la seconda, invece, il codice sarebbe stato in possesso dell’Hermitage, ma successivamente andato perduto. In quest’opera, Leonardo tratta di ricette, regole di galateo e norme igieniche che, per stile e inventiva, sembrano davvero appartenere al grande artista.

6. Molto probabilmente fu il primo a spiegare scientificamente il colore blu del cielo.

Molto probabilmente fu il primo a spiegare scientificamente il colore blu del cielo. Vediamo il cielo di questo colore perché la luce del sole, passando attraverso l’atmosfera, si scompone in vari colori; il blu viene disperso più degli altri a causa delle piccole particelle presenti nell’aria. Questa diffusione rende il blu visibile e quindi il cielo appare di questo colore durante il giorno. Ecco come Leonardo spiegò questo fenomeno. Le seguenti righe, da lui scritte, sono tratte da La Sperienza di Monboso, e fanno parte di un passaggio intitolato Del Colore Dell’Aria, contenuto nel Codice Leicester. ” Dico, l’azzurro in che si mostra l’aria non essere suo proprio colore, ma è causato da umidità calda, vaporata in minutissimi e insensibili attimi, la quale piglia dopo sé la percussion dé razzi solari, e fassi luminosa sotto la oscurità delle immense tenebre della regione del fuoco che di sopra le fa coperchio“. Il Codice Leicester è un manoscritto composto da 36 fogli in cui si trovano, oltre agli scritti sull’elemento acqua, anche dissertazioni sulla geologia, sull’astronomia e considerazioni sul corso dei fiumi e sulle potenzialità distruttive dell’acqua. Il 2 dicembre 1980, l’imprenditore statunitense Armando Hammer acquistò il Codice in un’asta da Christie’s per oltre cinque milioni di dollari. Dopo la sua morte, il manoscritto, nel 1994, fu comprato da Bill Gates per oltre trenta milioni di dollari ed è l’unica opera leonardesca di proprietà di un privato. L’unico modo per consultare il Codice Leicester è attraverso la versione digitalizzata disponibile sul sito ufficiale della British Library.

di Roberta Tassinari

  • Sul canale “Facciamo Finta Che” sono state dedicate diverse puntate al geniale Leonardo Da Vinci. Ve ne suggeriamo alcune:

 

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