Il 27 Aprile, a due giorni dai disordini registrati in varie città italiane relativamente alla “festa” per la “Liberazione” dal fascismo e dal nazismo (salvo poi sdoganare i nazisti ucraini perché quelli vanno bene) e nel bel mezzo dello stato d’emergenza per la guerra (decretato dal Cerbero del sistema, Draghetto Grisù, il 28 Febbraio fino al 31 Dicembre – salvo prevedibili proroghe), nonché anche nel bel mezzo della crisi p(l)andemica (perché mica pensavate che fosse finita col 1° Maggio e l’abolizione dell’obbligo – anticostituzionale – vedi Legge Reale – d’indossare la Musk-erina), ebbene, nel bel mezzo di tutto questo fermento politico, sanitario ed economico globale, la nostra cara Corte costituzionale ha creduto di non aver nulla di meglio da fare che dichiarare l’illegittimità dell’automatica attribuzione del cognome paterno ai figli.

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Che c’entra? si chiederà qualcuno, la Corte costituzionale avrà un ordine del giorno da seguire e per il 27 Aprile era previsto questo importantissimo punto, che, se non fosse stato esaminato proprio quel giorno, avrebbe gettato nel caos le anagrafi di tutto il Bel Paese perché i dipendenti non avrebbero più saputo come registrare i nuovi nati… (e sul tema del certificato di nascita versus ESTRATTO del certificato, rimando all’enorme tema di OPPT).

Sì, appunto, risponderei io: la Corte dovrebbe avere un ordine del giorno, e mi stupisce che abbia trovato il tempo d’infilarci questa questione, quando da 2 anni riceve migliaia di appelli sul covid e deve smaltire un’infinità di ricorsi sulla legalità o meno delle multe e dei vari obblighi che ci sono piovuti addosso in questi due anni di folle info-demia.

Ma poi ci rifletto meglio e mi spiego tutto. Certo che la Corte ha trovato un attimo per sbrigare questa questione, perché fa parte del piano, e ve lo dimostro.

La Corte si è pronunciata sulla norma che impediva ai genitori di attribuire al figlio, di comune accordo, il solo cognome della madre e quelli di entrambi i genitori. Secondo i giornal(a)i di regime si tratterebbe addirittura di un risultato storico perché la sentenza, non ancora pubblicata, rappresenterebbe il traguardo di un lungo percorso giurisprudenziale volto a proteggere la parità di genere. Infatti, l’automatica attribuzione del cognome del padre (ma non si chiamavano genitore 1 e Genitore 2?) viola gli articoli 2, 3 e 117 primo comma della Costituzione, quest’ultimo in relazione agli articoli 8 e 14 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Le motivazioni alla base della sentenza sarebbero infatti le seguenti: “nel solco del principio di eguaglianza e nell’interesse del figlio, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome, che costituisce elemento fondamentale dell’identità personale”. Quindi a partire dal 27 Aprile, ai figli verrà attribuito automaticamente il cognome di entrambi i genitori, salvo che essi decidano di comune accordo di attribuire solo un cognome, che potrà essere quello paterno o quello materno (di nuovo, ma non si diceva Genitore 1 e Genitore 2?). Benissimo… O quasi… perché nel caso che i due non raggiungessero il comune accordo (sul numero di cognomi o sull’ordine), ci si dovrebbe rivolgere a un giudice, il quale dovrebbe deliberare in base alle norme che – speriamo – verranno elencate chiaramente nella sentenza, altrimenti apriti cielo.

Ora, molti youtuber hanno colto l’occasione per girare video di 5 minuti in cui si finge sgomento nel caso in cui poi i cognomi proliferassero al punto che un bambino e una bambina nati oggi ne avrebbero 2 a testa, il loro figlio 4, il loro nipote 8 e così via. Questo ovviamente è un falso problema perché in ogni caso il limite sarà due (uno dal padre e uno dalla madre, pardon… uno dal Genitore 1 e uno dal Genitore 2)…

I veri problemi sono ben altri.


Esaminiamo allora il contesto esterno, ossia gli altri casi di cui la Corte si sarebbe dovuta interessare invece di perseguire quest’altro diabolico punto dell’agenda mondialista, e anche quello interno.

  1. In primo luogo, il 23 Aprile l’AGI ci ha informato che “la lista delle armi che inviatmo all’Ucraina (in totale violazione della Costituzione) è secretata per non mettere a rischio il Paese e non informare colui (e chi sarà mai questo colui?) che sta aggredendo il popolo ucraino”. Ah ecco… Quindi non solo violiamo la Costituzione mandando armi a un esercito nazista, ma non possiamo nemmeno sapere per quali armi vengono spesi i nostri soldi, dal momento che ci era stato detto “tranquilli, sono solo armi difensive”… Se vabbé
  2. In secondo luogo, qui ormai si fa finta che due anni di plandemia non siano mai esistite, ma i casi di morti senza alcuna correlazione col siero diabolico sono sempre più frequenti e l’obbligo vaccinale per gli over 50 e per i lavoratori del settore sanità vige ancora… e tutta sta gente ha fatto ricorso ma la Corte non ha tempo di esaminare le loro richieste… E va bene anche qui.
  3. Venendo alle obiezioni “interne” alla sentenza, la prima che mi viene alla mente è che se DAVVERO la motivazione era quella di garantire un trattamento paritario ai due genitori, nel pieno rispetto della parità di genere, forse la Corte prima di tutto doveva sentenziare sugli stipendi del pubblico e anche del privato, dal momento che, a parità di lavoro svolto, una donna riceve tuttora uno stipendio più basso del suo collega maschio (“uomo” è una parola grossa)… Circa il 10% in meno, stando agli ultimi dati di Ottobre 2021.

Risulta dunque evidente che la preoccupazione non è affatto quella di trattare la donna in modo paritario: il fine anzi è quello di distruggere l’individuo.

  1. Ve l’avevo detto che si sarebbe arrivati dritti dritti al progetto mondialista. Sì, perché qui non si tratta affatto di “sradicare una memoria patriarcale”, ma di proseguire il processo di destrutturazione dell’individuo, tanto bene evidenziato sia da Enrica Perucchietti in Unisex, sia dalla ineccepibile Elisabetta Frezza, che nel volume MalaScuola. “Gender”, affettività, emozioni. ll sistema “educativo” per abolire la ragione e manipolare i nostri figli ha enucleato perfettamente i punti attraverso cui si è snodato questo piano diabolico.

Il decreto Lorenzin per i vaccini obbligatori, l’eliminazione di alcune materie dalla scuola, lo svolgimento pedissequo del “programma” ad ogni costo (whatever it takes direbbe qualcuno) a scapito della comprensione reale da parte del discente, perché “bisogna arrivare alla fine del programma”, l’inserimento dell’agenda 2030 nei suddetti programmi, che per trattare anche di sessualità (leggi masturbazione all’asilo) , ecologia (leggi Teoria di Gaia, ovvero l’umanità è il cancro della Terra) ed educazione civica (leggi: addestramento all’obbedienza) ha ridotto ulteriormente le ore a disposizione della cultura, quella vera… Senza dimenticare ovviamente l’alternanza scuola-lavoro (cos’è tutto sto lusso? A 16 anni bisogna già lavorare) che contribuisce a immergere ancora di più lo studente in un mondo che ancora non conosce e che non gli deve essere familiare fino a che non sarà pronto…

Assieme a tutto ciò ovviamente c’è l’agenda gender, volta a destrutturare l’individuo a partire dal suo stesso corpo, a scinderlo totalmente dalla sua biologia, che gli diceva (e gli direbbe tuttora) infallibilmente CHI e COSA è… E invece no… L’individuo queste cose non deve saperle più. Deve essere una monade svincolata da ogni legame: dal suo corpo (col gender fluid) dalla famiglia (perché la famiglia una volta era anche una forza, un sostegno, una sicurezza, ed è per questo che siamo passati dalla famigerata famiglia patriarcale a quella nucleare), dalla coppia biologica (e allora via libera a tutte le lettere dell’alfabeto a partire dalla LGBT – e sia chiaro, non abbiamo nulla contro gli omosessuali, diciamo solo che se vogliono stare insieme, lo facciano pure, ma non pretendano di crescere anche un figlio, a cui SERVE la presenza di entrambi i genitori, PADRE E MADRE)…Persino dalla carriera deve essere svincolato l’individuo, in modo che non abbia più il tempo, la passione e le opportunità di approfondire… Ci hanno fatto credere che “il posto fisso” fosse una condanna e Checco Zalone ci ha pure ironizzato sopra in un film, e ci hanno illusi che cambiare lavoro periodicamente ci avrebbe resi più liberi, più maturi, più moderni… più “ammericani”… sempre questo mito del sogno americano (che da brava colonia noi giustamente coltiviamo…) Peccato che in “Ammerica” il mercato del lavoro sia infinitamente più dinamico che in Italia, e peccato anche che in 2 anni di plandemia il Governo dello stivale non abbia fatto nulla per tutelare le piccole imprese, che hanno chiuso la serrando a migliaia; ma era ovvio, perché, manco a dirlo, anche questo punto faceva parte del Piano globalista, che prevede un solo prodotto venduto da un solo negozio (Amazon) a un solo individuo clonato milioni di volte…

E allora torniamo al soggetto di questa chiacchierata: il doppio cognome. Il solito ingenuo spettatore degli eventi potrebbe dire che la facoltà di scegliere tra più cognomi renderà ogni individuo unico e irripetibile (come se non lo fosse già per sua stessa natura, quando non interviene lo scienziato pazzo a clonare a destra e a manca…), ma in realtà questa apparente scelta non fa altro che parcellizzare ulteriormente il già frammentato Homo Novus. E a ben guardare questa sentenza potrebbe avere anche un altro fine: confondere le acque della genealogia. Chi ha letto gli ottimi saggi del Prof. Pietro Ratto sulle famiglie più potenti del mondo si sarà imbattuto in stranissimi alberi genealogici nei quali il patrimonio (e le conoscenze) si tramanda per via matrilineare, proprio per confondere meglio le acque. Fate le vostre ricerche sulle famiglie Rotschild, Rockefeller, Warburg, e scoprirete che i rami più in vista, ossia quelli che mantengono il cognome “famoso” in realtà sono i meno potenti, che servono a coprire gli altri, quelli con cognomi degni del classico “illustre sconosciuto”…

Che poi, se la Corte avesse voluto davvero garantire liberà di scelta ai genitori, perché non permettere anche di fare una bella fusione? Nel telefilm The Big Bang Theory, per esempio, gli amici si riferiscono alla coppia Sheldon ed Amy come a “gli Shamy”… o ancora meglio, nel film Il padre della sposa 2 i neosposi, Annie Banks e Bryan McKenzie, decidono che il figlio si chiamerà “Zenkman”. Per inciso, la motivazione fornita è che “un doppio cognome sarebbe un peso troppo grande per un bambino”.

Ecco, che dire? Come al solito dall’estero seguiamo sempre gli esempi peggiori. Comunque la sentenza non è ancora stata pubblicata e da qui a 2 settimane si farà in tempo a peggiorarla ulteriormente, per rendere la nostra burocrazia ancora più farraginosa e per dare ai signori giudici ancora più incombenze, in modo che sia loro fisicamente impossibile occuparsi dei casi giudiziari utili, perché invece dovranno decidere se un bambino dovrà chiamarsi Bianchi o Rossi…

Per ora è tutto dalla vostra

(Maria) Stella Sophia Picarò Giannelli

P.S. per gli appassionati del Prof. Alessandro Barbero, ecco una breve storia dei cognomi. Forse, prima di cambiare le cose, bisognerebbe conoscerne l’essenza… https://www.youtube.com/watch?v=uMYCIE5qifc

di Stella Picarò

Di admin