Dio – Cappella Sistina (Michelangelo), particolare della “creazione degli astri”

Da piccoli, andando a catechismo, imparammo che Dio era il creatore dell’universo, che aveva creato l’essere umano ed ogni cosa vivente sulla terra, che era onnipotente, onnisciente, onnipresente ed aveva molte altre qualità. Essendo unico ed eterno, non aveva un nome ed era indicato con il termine Dio. Di conseguenza tutte le altre divinità passate e presenti erano falsi Dèi.

A riprova veniva presentata la Bibbia, libro misterioso che giungeva dall’antichità, scritto da personaggi altrettanto misteriosi quali i Patriarchi ed i Profeti. E costoro citavano continuamente Dio. Dio aveva punito Tizio, aveva aiutato Caio, aveva giustiziato Sempronio e via elencando.

Da bambini non ci si faceva molte domande, si pensava: essendo lui Dio, se ha fatto così, sarà giusto; e ti insegnavano che se non comprendevi era perché lui aveva “disegni” che a noi erano oscuri e che se qualcosa accadeva, era giusto che ciò avvenisse.

Poi passano gli anni, si impara che a volte si sbatte la faccia contro il muro, che la vita è dura, che Babbo Natale c’è solo nelle pubblicità e che, sovente, quando qualcuno vuole convincerti della sua tesi, lo fa perché ha un tornaconto. A taluni viene voglia di leggere la Bibbia ed incomincia a farsene un’idea. Idee e convinzioni che si accavallano e che non esamineremo qui. Esamineremo un solo aspetto: il nome di Dio.

Leggendo e studiando, apprendemmo che gli ebrei, i titolari della Bibbia, Dio lo chiamano YHWH, sovente scritto Yahweh o Geova, nella forma italianizzata. Cosicché ci sorse il primo dubbio, ossia che Dio aveva un nome. Ma perché ha un nome? Se è unico nel suo genere, non ha bisogno di un nome. Ingenuamente pensammo: i pianeti hanno un nome, Mercurio, Venere, Marte etc, per distinguerli, la Terra è unica e quindi non ha bisogno di un nome. Allora perché gli ebrei affermano con sicurezza che Dio ha un nome? Mistero. Non solo, siccome vi è il precetto “non nominerai il nome di Dio invano”, ecco che gli ebrei lo indicano con il termine Hascem, che significa “Il nome”, proprio per non pronunciarlo incautamente ed incorrere in un peccato.

Poi gli studi proseguirono e venimmo a sapere che Yahweh era un Elohim, e siccome in medioriente vi erano diversi Elohim (Kemosh, Asherah, Baal, Milkom, Moloch solo per citare i più famosi), doveva avere un nome per distinguersi da loro. Poi venimmo a sapere che ognuno di essi era il Signore di un popolo, ossia di un gruppo di tribù: i Moabiti avevano come Signore Kamosh, gli Ammoniti Milkom, gli Edomiti Kaus (Qos) ed erano tutti “cugini” degli ebrei in quanto discendenti di Abramo. Poi vi era Asherah, che era una Elath (femminile di El), ossia una Signora, che un tempo fu indicata come la moglie di Yahweh, come attestato dal tempio israelitico di Elefantina in Egitto. Divinità femminile estirpata al tempo della riforma di Re Giosia e fatta sparire dalla Bibbia.

Studiando più approfonditamente, apprendemmo che Abramo si era recato nella terra di Canaan su ordine di El Shaddai, quindi ci viene il dubbio che il Dio (Elohim) di Abramo non fosse il medesimo di Mosè. Era forse lui a capo di tutti questi Dèi? La Bibbia, al contrario, in Genesi, afferma che a capo dell’assemblea degli Elohim vi era El Elyon; e che ogni Elohim era a capo di un popolo, che gli era stato assegnato. Quindi? Yahweh era un Elohim al pari degli altri? Era una divinità come le altre? E queste erano sue pari? Ci sfuggiva qualcosa.

Con il tempo venimmo a sapere che la Bibbia fu scritta molto tempo dopo (secoli) l’esodo dall’Egitto, e che fu rimaneggiata più e più volte, inserendo, modificando, togliendo molte parti. Pare che la versione più antica sia quella samaritana e che quella giudaica presenta oltre 10.000 differenze da quella samaritana. Poi vi è la versione alessandrina (Bibbia dei LXX) che è simile a quella giudaica (detta Masoretica), ma con differenze non di poco conto. A noi, a questo punto, poco importa quale sia la versione originale, o meglio, la più vecchia, in quanto l’originale non esiste sicuramente più. Interessa la questione del nome di Dio. Venimmo, quindi a sapere che nelle tre versioni della Bibbia il nome di Dio non appare mai, ma abbiamo, soprattutto, il termine Elohim ed il nome Yahweh. A questo punto occorre sapere cosa significa Elohim.

Elohim è il termine plurale di El, che parrebbe che significhi “i potenti”. Il singolare è anche declinato come Eloah, mentre il plurale anche come Elohay. Nella Bibbia samaritana è scritto Elowwem.

Spendiamo qualche parola per comprendere che Allah, il termine arabo, presente nel Corano, per indicare Dio, deriva proprio da Eloah. Ciò è dovuto alla medesima origine delle 12 tribù arabe (Ismaelite) e le 12 tribù israelite. In quanto le prime discendono dal primogenito di Abramo Ismaele, figlio della moglie egizia Agar, mentre i secondi discendono dal secondogenito Isacco, figlio della moglie semita Sara. Quindi israeliti ed ismaeliti sono entrambi discendenti del patriarca Abramo e pertanto imparentate fra di loro. Qualcuno potrebbe obiettare: abitavano a centinaia di chilometri di distanza e la scrittura era completamente differente. Vero, ma come (parte) degli israeliti si erano trasferiti in Egitto, gli Ismaeliti si erano trasferiti in Arabia. La scrittura degli israeliti non è loro originale, ma deriva direttamente da quella fenicia, così come la lingua, che assunsero in terra di Canaan, che era un dialetto fenicio.

A questo punto dobbiamo comprendere chi erano gli Elohim. Ci viene incontro Maimonide, ossia Moshe ben Maimon, forse il più saggio degli studiosi della Bibbia; visse fra il 1135 ed il 1204, nato a Cordova nella penisola iberica, morì al Cairo. Maimonide definì la gerarchia celeste, unificando le varie versioni esistenti. Vediamola.

Immagine tratta dal Webinar sugli Elohim

Dall’alto al basso troviamo i Chayot ha Kodesh, ossia i puri, coloro che sono più vicini a Dio. Quindi gli Ophanim che sono identificati come i comandanti delle schiere celesti, che noi potremmo chiamare (erroneamente) angeliche. Gli Erelim che vengono identificati come gli araldi, ossia coloro che portano gli ordini. Gli Hashmallin, i Seraphin, quindi i Malakim e gli Elohim. Seguono i Bene Elohim, ossia i figli degli Elohim, che vengono citati anche nella Bibbia, quando ci narra che gli Elohim, contravvenendo alle disposizioni, si sposarono con donne terrestri ed ebbero da loro dei figli, quelli che nella cultura greco-romana erano indicati come Eroi, ossia semidei. Infine i Cheruvim e gli Ishim. Questi ultimi sono gli esseri umani.

La cosa ci lascia alquanto perplessi, poiché gli Elohim sono quasi al fondo della gerarchia, non sono null’altro che gli esecutori degli ordini che gli provengono dall’alto. In effetti nei libri di Enoch viene ben spiegato che vengono puniti per non aver obbedito all’ordine di vivere separati dagli esseri umani.

A questo punto abbiamo capito che gli Elohim non sono Dio. Quindi chi è Dio? Temo che nessuno lo sappia. Ma certamente non sono gli Elohim. Ed il suo nome? Gli ebrei affermano che Dio ha 70 nomi. Questi non sono pronunciabili e derivano da lunghi e profondi studi kabbalistici della Bibbia, oltre ad avere un valore simbolico nella quantità. Più modestamente la Chiesa Cattolica afferma che Dio ha sette nomi, e li elenca in alcuni testi teologici. Vediamoli: Yahweh, El, Eloah, Elohim, Elohay, Shaddai e Tzeova’ot.

Ormai abbiamo compreso il gioco e l’abbiamo smascherato. La Chiesa Cattolica ha preso un libro non suo, la Bibbia, e ci ha giocato sopra per secoli. Ora vediamo uno per uno i termini che vengono indicati come il nome di Dio:

Yahweh: è il nome dell’Elohim che governava il popolo di Israele. Nella Bibbia è quasi sempre tradotto con “Signore”. Si tratta quindi del “Dio/Signore del popolo ebraico” al pari delle altre divinità mediorientali.

El: termine singolare di Elohim, sovente tradotto con Signore.

Eloah: l’Allah islamico, nella Bibbia tradotto con Signore, parrebbe che possa significare “Colui che arriva dal cielo”.

Elohim: termine plurale di El, tradotto con Signore, pare che significhi “I potenti”.

Elohay: poco utilizzato nella Bibbia, sempre scritto come “Elohay Elohim”, ossia “Signore dei Signori”, ma tradotto come “Dio degli Dèi”.

Shaddai: entità incontrata da Abramo e poi scomparsa dalla Bibbia. Sempre scritta come “El Shaddai”, parrebbe che significhi “Signore della montagna”, viene tradotto “Dio Onnipotente”.

Tzeova’ot: si tratta di una parola composta e significa “Signore degli eserciti”, tradotto a volte come “Dio degli Eserciti”, appellativo comune di Yahweh.

Sarcasticamente possiamo affermare che i teologi non hanno fatto un buon lavoro, ad esempio non vi hanno inserito Elyon, o meglio El Elyon, che nella Bibbia vene tradotto come l’Altissimo ed è l’entità che è indicata a capo dell’assembla degli Elohim. Semmai, pur non essendo Dio, era in una posizione gerarchica elevata.

Ed il nome di Dio? Ammesso che Dio abbia un nome, dovremo cercarlo altrove, in quanto nella Bibbia non c’è.

Di MARCO ENRICO DE GRAYA

2 pensiero su “I NOMI DI DIO di MARCO ENRICO DE GRAYA”
  1. Articolo molto bello ed esplicativo. Aiuta a fare chiarezza in modo semplice e comprensibile. Grazie de Graya è sempre un piacere leggerti. F.R.

Rispondi a Marco Enrico de Graya Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *