Il tema delle abductions è da sempre un argomento scottante all’interno delle stesse tematiche ufologiche. Se si esamina a ritroso la casistica più rilevante, si possono individuare degli avvenimenti che, per le modalità in cui si sono svolti, sono avallati da molteplici prove.
Questo quanto accaduto 51 anni fa con la vicenda passata alla storia come “il caso Pascagoula“, dal nome del paese del Mississippi che l’11 ottobre 1973 fu teatro dei fatti.
Il 1973 fu un anno ricco di avvistamenti di Ufo in tutti gli Stati Uniti. Luci incandescenti avevano cominciato a percorrere, a partire da giugno, i cieli di Missouri, North e South Carolina, Georgia, per poi ampliare il proprio spettro d’azione e interessare anche California e molti Stati del Midwest.
Il 10 ottobre, quindici persone, tra cui due agenti di polizia, dichiararono di aver osservato un Ufo grande e argenteo che volava alla periferia di New Orleans, Lousiana.
Il giorno successivo, Charles Hickson, operaio di cantiere quarantacinquenne, sposato e con tre figli, era andato a pescare sul fiume Pascagoula insieme a Calvin Parker, ragazzo di diciotto anni, anche lui operaio. Verso le sette di sera, ultimata la battuta di pesca e già sulla via del ritorno, l’attenzione di Hickson e Parker venne attratta da un forte ronzio alle loro spalle. Stupiti, si voltarono entrambi e videro la fonte del misterioso rumore: un oggetto di forma ovoidale, grigio, di circa sei metri di lunghezza per due di altezza, circondato da un alone bluastro, privo di qualsiasi giunzione di saldatura, come se fosse stato costituito di un unico blocco. Colti da un panico indescrivibile, motivato anche dal continuo avvicinarsi del misterioso oggetto, i due cercarono di fuggire, ma si sentirono come paralizzati e non riuscirono a fare un passo. Nel frattempo si aprì una sorta di botola, dalla quale si diffuse una luce brillante. Alcuni secondi dopo ne emersero tre esseri dall’aspetto orrido che, toccato il terreno, cominciarono a fluttuare nella direzione di Hickson e Parker. Erano poco più alti di un metro e mezzo, teste a forma di proiettile, prive di collo; al posto di naso e orecchie avevano delle sottili protuberanze coniche, privi di bocca, ad eccezione di una sottile linea, così come di occhi, una pelle grinzosa grigiastra, piedi rotondi, senza alcun indumento, braccia lunghe fino a metà gamba, terminanti con delle sorte di chele di granchio. A incredibile velocità, i tre esseri giunsero nel punto in cui i due uomini si trovavano paralizzati. Due di loro afferrarono Hickson, il quale percepì una puntura sul braccio a seguito della quale si sentì svenire e perse la cognizione del peso del proprio corpo mentre si sentiva fluttuare verso il velivolo, riuscendo solo a vedere che la terza creatura aveva causato il completo svenimento del suo amico Parker.
Una volta portato a bordo dell’Ufo, in una stanza molto illuminata, ebbe inizio un’esperienza terrificante. Egli, ancora paralizzato, sebbene perfettamente conscio di quanto gli stava accadendo, venne posto in posizione trasversale a 45 gradi, quando uno strumento dalla forma di occhio comparve da un muro della stanza, galleggiando a mezz’aria in direzione del suo volto. Giunto a circa quindici centimetri, il grande occhio procedette avanti e indietro lungo l’asse del corpo, come se stesse scannerizzandolo.
In seguito, i tre umanoidi lo lasciarono da solo nella stanza per un periodo di tempo che a Hickson parve tra i quindici e i quaranta minuti, non riuscendo a fornire una approssimazione più accurata. Successivamente, i tre rapitori tornarono da Hickson e lo riportarono fuori, nelle vicinanze del punto in cui era stato prelevato. Qui Hickson rivide Parker, profondamente scosso e ancora paralizzato; gli si avvicinò e lo aiutò a riprendersi. Nello stesso momento, udirono nuovamente il ronzio che aveva dato il via alla terribile vicenda: il velivolo stava prendendo quota a una velocità impressionante e scomparve alla vista in meno di un secondo.
Le indagini
I due amici tornarono alla loro automobile comprensibilmente alterati e turbati. Discussero a lungo su quanto appena accaduto, incerti su come procedere e inizialmente restii a divulgare un’esperienza che, molto probabilmente, sarebbe stata ritenuta un’invenzione. Tuttavia, convintisi che un’invasione aliena potesse essere imminente, cercarono un telefono pubblico e contattarono la base aerea di Keesler a Biloxi, a 30 miglia a ovest di Pascagoula. Fu loro risposto che l’Aeronautica militare non trattava i casi di avvistamento di Ufo e, pertanto, era opportuno si rivolgessero allo sceriffo. Non soddisfatti della risposta e desiderosi di avvisare la gente di quanto stava accadendo, si diressero alla redazione di un quotidiano locale, il “Mississippi Press Register“. Data l’ora tarda, l’edificio era già chiuso. I due allora dovettero ripiegare sulla soluzione prospettata dal funzionario della base aerea, vale a dire telefonare allo sceriffo. Rispose un aiutante il quale, avendo compreso la valenza di quanto narratogli, li invitò a presentarsi in ufficio al più presto, per raccontare nel dettaglio gli eventi appena accaduti.
Alle 22.30 Hickson e Parker entrarono nell’ufficio dello sceriffo, portando con sé due pesci pescati prima del fatto, per dimostrare come fossero effettivamente andati a pesca. In precedenza, quando ancora si trovava in auto, Hickson aveva bevuto del whisky per cercare di riprendersi dallo spavento. Di fronte a questa specificazione lo sceriffo, pensando trattarsi di una storia costruita ad arte, condusse i due in una stanza nella quale erano nascosti dei microfoni, credendo che così, dall’ascolto di quanto Hickson e Parker si fossero detti reputandosi da soli, sarebbe emerso che si trattava di uno scherzo. Ma così non fu; i due amici, nella solitudine della stanza, non dissero alcunché che potesse rivelare la natura mendace di quanto testimoniato, denotando anzi un fortissimo spavento, non certamente frutto di uno scherzo. Parker, in particolare, era sconvolto, al punto che, quando Hickson venne portato in un’altra stanza, incominciò a pregare a voce altissima e a blaterare come in preda a un forte stress di natura post-traumatica.
Fu proprio l’ascolto di quanto i due si dissero nella stanza che fece mutare opinione allo sceriffo, che avrebbe poi dichiarato che, se si fosse trattato di una burla, Hickson e Parker avrebbero dovuto essere due attori di primo piano per riuscire a inscenare in maniera così credibile il loro turbamento.
Seguirono due ore di interrogatorio, durante il quale Hickson e Parker narrarono nel dettaglio quanto era successo. Hickson precisò che gli esseri si comportavano come robot programmati; non percepì in loro intenti ostili, ma era terrorizzato dal fatto di essere portato via con loro.
Entrambi dissero che non volevano che i loro nomi venissero resi noti, e che però la vicenda doveva essere divulgata, poiché ritenevano trattarsi del preludio a un’invasione su larga scala.
Nel tentativo di dare maggior credibilità alla propria testimonianza, entrambi si dissero pronti a sottoporsi al test della macchina della verità. Hickson venne interrogato tramite poligrafo, come richiesto, per due ore e mezza ed emerse che stava raccontando la verità.
Il giorno successivo, sia Parker sia Hickson andarono al lavoro, ma dopo poco vennero chiamati dallo sceriffo, il cui ufficio, per una fuga di informazioni, era assediato da giornalisti che volevano ulteriori dettagli sulla vicenda.
Nel frattempo, Hickson cominciò a temere di aver subito un avvelenamento da radiazioni. Poiché l’ospedale del luogo non aveva le apparecchiature adatte ad individuarlo, Hickson e Parker vennero condotti all’ospedale della base di Keesler dove, a seguito di alcuni esami, emerse che non erano stati sottoposti a radiazioni ma che si trovavano in uno stato di forte stress mentale causato da una esperienza estremamente traumatizzante vissuta da entrambi.
Vennero interrogati anche da alcuni funzionari della base (malgrado al telefono fosse stato detto loro che l’Aeronautica non era interessata agli Ufo…), cui fecero le stesse dichiarazioni.
Complice la crescente fama mediatica di quanto accaduto, l’Aerial Phenomena Research Investigation (APRO) mandò il professor James Harder, dell’Università della California, a indagare. Sul posto giunse anche il celeberrimo investigatore Joseph Allen Hynek.
Il professor Harder decise di sottoporre Hickson a ipnosi regressiva, ma dovette interrompere la sessione dopo poco tempo a causa di uno stato di terrore indescrivibile manifestatosi nel soggetto. Harder spiegò come la paura sia assolutamente irriproducibile ad arte nel corso della regressione ipnotica e che questo era un elemento che faceva propendere per la realtà della testimonianza dei due.
Lo stesso Hynek, dopo aver parlato a lungo con Hickson e Parker, giunse alla conclusione che i due fossero entrati in contatto con qualcosa di non terrestre. Un elemento degno di estremo interesse, in un’epoca in cui questo aspetto era ignoto, consiste nel fatto che Hynek ventilò a Hickson la possibilità che egli avesse un impianto in corpo, attraverso il quale i rapitori sarebbero stati in grado di rintracciarlo a loro piacimento, come sarebbe puntualmente accaduto anni dopo.
Prove incrociate
Mentre Hickson e Parker erano interrogati dallo sceriffo, il suo ufficio venne sommerso da telefonate concernenti la presenza di oggetti sconosciuti in cielo. Un ex-pilota chiamò dicendo di aver visto un Ufo verso le ore 20 in prossimità del fiume Pascagoula. Questa testimonianza venne in seguito corroborata dall’avvistamento effettuato da un consigliere comunale e da altre persone del posto.
Sempre quella sera, altre tre persone, che guidavano sulla Interstate 90, telefonarono dichiarando di aver osservato un oggetto che emetteva una luce blu proprio nella zona in cui Hickson e Parker erano stati rapiti.
Quel giorno, inoltre, un certo Larry Booth, abitante di Pascagoula, disse di aver scorto fuori della finestra, alle 21, un grosso oggetto con luci arancioni stazionare a circa tre metri sopra un lampione stradale, ma pensò si trattasse di un aereo sperimentale.
Due giorni dopo, il 13 ottobre, un metereologo di Columbia rivelò di aver visto la presenza di un oggetto sconosciuto sul radar, capace di procedere a elevata velocità e di fermarsi a mezz’aria repentinamente.
Cinque giorni dopo, un uomo raccontò alla polizia di essere stato oggetto di una vicenda simile: stava guidando sulla Interstate 10, tra Mobile e Pensacola, a una settantina di miglia da Pascagoula, quando il suo pick-up fu sollevato da un Ufo all’interno del quale egli venne esaminato da sei piccoli esseri.
Alcune settimane dopo, vari pescatori e membri della Guardia Costiera raccontarono di aver visto un oggetto metallico sommerso, del diametro di circa tre metri e di colore ambra che, quando si avvicinavano, si spostava istantaneamente altrove senza produrre alcun sommovimento nell’acqua.
Cosa sia successo quella notte a Hickson e Parker difficilmente potrà essere stabilito con certezza. Di sicuro un’esperienza comune a entrambi e percepita secondo le medesime modalità, in un periodo storico in cui il fenomeno abductions non aveva raggiunto l’esposizione mediatica di cui è stato fatto oggetto nell’ultimo ventennio.
di Umberto Visani
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Se vi ha appassionato “Il caso Pascagoula“, vi invitiamo a rileggere, se ancora non lo avete fatto, altri nostri articoli dedicati al fenomeno delle abductions e agli ufo. In particolare: “Eisenhower e gli Ufo“, “Il primo caso di abduction: i coniugi Hill“, “I men in black” e “Ufo nella guerra del Vietnam“.
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