7 agosto 1993, tardo pomeriggio, Kelly Cahill e suo marito Andrew stavano percorrendo la strada che porta da Cranbourne ai Dandenongs, a est di Melbourne (Australia). Nei pressi di Belgrave South, Kelly notò per un istante qualcosa di anomalo fuori dal finestrino: si trattava di un cerchio di luci arancione in un prato recintato. Suo marito, intento a guidare, non vide alcunché.
La serata dagli amici trascorse in allegria e, verso le 23.30, Kelly e Andrew salutarono tutti e tornarono in auto per affrontare il viaggio di circa un’ora e mezza che li separava da casa.
Verso mezzanotte, mentre si trovavano sulla strada fra Belgrave e Hallam, presso Eumemmerring Creek, in Narre Warren Road, notarono delle luci simili a quelle viste all’andata (anche il luogo era molto vicino a dove avevano osservato in precedenza le misteriose luci).
Con un’accelerazione repentina la luce scomparve in due secondi esatti verso Melbourne.
Andrew continuò a guidare, questa volta molto stupito poiché anche lui aveva potuto vedere il velivolo sconosciuto.
Ma i misteri non erano finiti. Dopo qualche chilometro, videro una luce bianca abbagliante stagliarsi al centro della strada. Pur non sapendo cosa potesse essere, continuarono ad avvicinarsi, mentre un fenomeno inspiegabile stava avvenendo: stando al resoconto di Kelly, era come se le percezioni e pure la realtà stessero mutando. Infatti, la vettura aveva rallentato all’improvviso senza che se ne fossero accorti e Kelly provava un forte senso di disorientamento come se avesse avuto un blackout.
Non solo, pure la luce era scomparsa senza che Kelly e Andrew l’avessero vista prendere il volo.
La maggior sorpresa, tuttavia, la ebbero una volta giunti a casa: erano le due e mezza di notte. Dal momento che erano partiti verso le 23.30 e poiché il tragitto tra casa loro e quella degli amici, compiuto molte altre volte, richiedeva sempre un’ora e mezza, sarebbero dovuti tornare a casa all’incirca all’una di notte e non alle due e trenta. Vi erano quindi novanta minuti di cui essi non sapevano dare contezza di cosa fosse avvenuto, un vero e proprio “missing time” o “tempo mancante”, elemento tipico di molti casi di abduction. All’epoca, preme specificarlo, Kelly non aveva alcuna nozione in materia e ignorava completamente i resoconti relativi a rapimenti alieni. Proprio per questo motivo inizialmente pensò di avere avuto una sorta di crisi epilettica e di aver perso la cognizione del tempo.
Gli strascichi dell’esperienza avuta (per quanto ancora non fosse cosciente di quanto avvenuto) si presentarono dopo poche ore. In piena notte, una inspiegabile emorragia colpì Kelly, seguita dalla scoperta, al di sotto dell’ombelico, di un segno rosso di forma triangolare di un centimetro per lato che sarebbe scomparso cinque mesi dopo lasciando però una cicatrice come se l’epidermide fosse stata recisa.

Alla ricerca del tempo perduto
Il primo ottobre, Kelly e Andrew, poiché avevano in programma di andare a trovare gli stessi amici, ripercorsero la strada Belgrave-Hallam, luogo dell’inspiegabile episodio. Fu mentre si trovava in auto seduta sul sedile del passeggero che Kelly ebbe, per la prima volta in vita sua, una serie di flashback molto vividi come se all’improvviso avesse ritrovato tutti i suoi ricordi dimenticati: vide sé e Andrew quella notte mentre fermavano l’auto lungo la strada, gli esseri e il loro velivolo.
Sul momento, terrorizzata, non disse nulla a suo marito e si recarono insieme a cena dai loro amici. Nel corso della serata, ulteriori ricordi affiorarono alla mente come veri e propri flashback: l’oggetto in mezzo al campo aveva un diametro di oltre cinquanta metri, con cerchi rotondi di luce arancione. Accostarono lungo la strada e notarono che un’altra vettura si era fermata più indietro di loro per osservare la scena. Scesero dall’auto e si resero conto che vi erano altre persone in stato di trance che non si accorgevano della loro presenza. Dinnanzi al velivolo comparve una figura alta e nera, oltre due metri d’altezza, con la testa molto grossa.
Pur preoccupata, Kelly ricordò di aver provato a salutare questo essere telepaticamente, ma la risposta che percepì dentro di sé fu: “Uccidiamoli”. Nello stesso momento, altre sette o otto figure simili alla prima apparvero dietro di essa. Pervasa dall’energia della disperazione, Kelly cominciò a inveire contro costoro, accusandoli di essere privi di anima. A quel punto, gli occhi delle otto figure cominciarono a brillare di arancione ed esse si divisero in due gruppi, mentre Kelly veniva scagliata per aria dopo aver percepito un tremendo colpo allo stomaco che la lasciò senza fiato.
Si risvegliò dopo un periodo imprecisabile sempre sul prato, seppur ancora cieca, mentre un’altra voce maschile, rivolgendosi a un gruppo di persone di cui udiva il vociare, comunicava loro di far parte di un popolo pacifico.
Al che Kelly riprese a urlare, cercando di mettere in guardia queste persone dalle entità che definì ingannatrici e ladre di anime.
Fu allora che si sentì posare una mano sulla spalla e, con un salto logico e temporale, si ritrovò nuovamente sulla propria automobile.

Un’indagine esemplare
Comprendendo di esser riuscita a squarciare il velo d’oblio che aveva ammantato i suoi ricordi, Kelly decise di informare le autorità per avvisare tutti di una minaccia molto concreta. Dopo aver contattato il dipartimento dell’Aviazione civile, alcune università e Bill Chalker, famoso studioso del Nuovo Galles del Sud (Australia), quest’ultimo la presentò a John Auchettl, direttore del Phenomena Research Australia.
Le risposte che ottenne sono gli elementi che spostano l’intera vicenda di Kelly da un piano soggettivo a un piano decisamente oggettivo. Numerosissime le testimonianze incrociate relative all’avvistamento di uno strano oggetto in cielo la notte del 7 agosto, ma non solo: due signore, Jane e Glenda, gli raccontarono di un’esperienza impressionante che le vide protagoniste quella fatidica notte. Queste signore gli dissero che si trovavano con il marito di una delle due in automobile sulla strada Belgrave-Hallam quando, tutti colti da una nausea improvvisa e violentissima, persero il controllo dell’automobile e si schiantarono contro un palo. Scesi dall’auto per accertare i danni e capire se fosse possibile riprendere il viaggio, videro un oggetto luminoso in lontananza. Mentre stavano risalendo sulla loro vettura, vennero superati da due automobili. Fu così che ripresero il tragitto ma, dopo poche centinaia di metri, videro due auto ferme in mezzo alla strada e, molto più vicino, nel mezzo di un campo, l’Ufo luminescente con otto figure che si stagliavano in controluce come riportato anche da Kelly. Molto stupiti, scesero nuovamente e si avvicinarono alle auto in sosta: in una di esse vi era un uomo seduto, immobile.
Le due donne, a differenza di Kelly, vennero sottoposte a sessioni di ipnosi regressiva durante le quali dissero di essersi ritrovate legate con cinghie su un tavolo dal quale potevano vedere esclusivamente il soffitto, incapaci di muoversi, fin quando non comparve un essere alto e nero che compì su di loro una accurata visita medica.
Entrambe presentavano segni fisici notevoli: sia Jane sia Glenda mostravano sotto l’ombelico lo stesso segno triangolare che comparve su Kelly, mentre Glenda, inoltre, aveva sulla caviglia un ematoma prodotto da una legatura strettissima.
Trovare una risposta soddisfacente è estremamente arduo, soprattutto perché, come visto in altri casi, il fenomeno Ufo mostra molte sfaccettature che si presentano in maniera caleidoscopica.
Per quanto concerne Kelly Cahill, di sicuro ha avuto un’esperienza autentica e non si è inventata nulla: l’oggetto volante è stato visto da altre persone e ha lasciato chiari segni nella zona di atterraggio.
Ciò che invece risulta di più difficile comprensione concerne quanto avvenuto dopo il semplice avvistamento, vale a dire l’esperienza di abduction vera e propria, sulla quale si possono avere elementi a supporto ma nessuna prova da ritenere vera al di là di ogni ragionevole dubbio.
di Umberto Visani
- Altri articoli del blog scritti da Umberto Visani (vi basterà cliccare sui seguenti titoli e godervi la lettura): “Ufo scandinavi: i ghost fliers“, “Eisenhower e gli Ufo“, “Il primo caso di abduction: i coniugi Hill“, “I men in black”, “Ufo nella guerra del Vietnam“, “Il caso Pascagoula“, “Il progetto Serpo“, “Il New Jersey Devil“, “Il mistero di Buff Ledge“, “La bestia del Gévaudan“, “La battaglia di Los Angeles“, “Sfere verdi nei cieli del New Mexico“, “Matrix e universo olografico“.
- Link alla playlist di Umberto Visani sul canale Facciamo Finta Che:
- Libri pubblicati con Edizioni Facciamo Finta Che:

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