Davide Baroni torna con un nuovissimo approfondimento su una tematica sempre controversa, stiamo parlando dei cosiddetti crani allungati. Nell’articolo troverete tutto quello che vi occorre per indagare su questo argomento: link alle puntate, al nuovo libro di Facciamo Finta Che e ad altri articoli sui crani dolicocefali. Buona lettura!
Ecco perché i crani allungati di Paracas sono dolicocefali per natura
La civiltà Paracas, che abitò l’area dell’attuale Perù dall’800 a.C. al 100 a.C., è da tempo oggetto di studi approfonditi, soprattutto a causa delle peculiarità anatomiche dei crani trovati nelle loro tombe. Questi crani presentano una dolicocefalia estrema, ovvero una forma allungata del cranio che è stata in molti casi interpretata come il risultato di pratiche di deformazione craniale artificiale, diffuse in varie culture antiche. Noi invece proponiamo una tesi diversa: i crani Paracas sono così per genetica. Questa teoria si basa su diverse evidenze morfologiche che suggeriscono differenze sostanziali rispetto ai crani deformati artificialmente.
1. Volume e peso del cranio
Una delle principali prove a supporto della teoria genetica riguarda il volume e il peso dei crani Paracas. Gli studi condotti su questi reperti hanno dimostrato che i crani dolicocefali dei Paracas hanno un volume cranico significativamente maggiore rispetto a un cranio umano medio, talvolta fino al 25% in più. Oltre a questo, il peso dei crani Paracas risulta essere notevolmente superiore a quello di un normale cranio umano. Questo aumento di volume e massa non può essere spiegato con la deformazione craniale artificiale, che altera la forma ma non ne aumenta la capacità o il peso. Se il cranio fosse stato allungato tramite bendaggi, infatti, ci si aspetterebbe una modifica della forma senza alcuna variazione nella massa.
2. Assenza della sutura sagittale
Un altro aspetto anatomico insolito è l’assenza della sutura sagittale in molti crani Paracas. La sutura sagittale è una delle principali giunture craniche presenti negli esseri umani, che unisce i due parietali del cranio. La sua assenza è estremamente rara e di solito associata a condizioni genetiche particolari o anomalie congenite. Nei crani dei Paracas, però, questa caratteristica è presente in modo ricorrente, suggerendo una conformazione genetica piuttosto che una condizione patologica isolata.
3. Diversa struttura del foramen magnum
Il foramen magnum è l’apertura alla base del cranio attraverso cui passa il midollo spinale. Nei crani Paracas, non solo la forma, ma anche la posizione e le dimensioni del foramen magnum sono anomale rispetto a quelle che ci si aspetterebbe in crani umani deformati artificialmente. Questa differenza potrebbe indicare una struttura genetica diversa piuttosto che una semplice modifica esterna alla forma del cranio.
4. Ipodentia e robustezza mandibolare
Gli studi sui crani dei Paracas hanno rivelato anche un’incidenza maggiore di ipodentia, ossia la mancanza congenita di alcuni denti. Anche questo è un tratto che suggerisce una variazione genetica rispetto all’anatomia standard degli esseri umani dell’epoca. Inoltre, la mandibola di questi crani appare più robusta del normale, indicando una forza e una struttura ossea superiore rispetto a quella di altri individui precolombiani. Anche questo aspetto può essere letto come una differenza genetica piuttosto che il risultato di una manipolazione artificiale.
5. Cavità oculari più grandi
Le cavità oculari nei crani Paracas sono notevolmente più grandi rispetto a quelle degli esseri umani moderni e di altre popolazioni antiche. Questo dettaglio potrebbe suggerire una conformazione cranica diversa sin dalla nascita, con implicazioni che vanno oltre la semplice modificazione estetica della forma cranica. Tali differenze anatomiche potrebbero influire sullo sviluppo del cervello e delle capacità sensoriali, indicando potenziali adattamenti genetici sconosciuti.
6. Capelli rossi e carnagione chiara
Un ulteriore elemento di grande interesse è rappresentato dai resti di capelli rinvenuti su molti di questi crani, che mostrano un’insolita colorazione rossastra. In combinazione con le altre caratteristiche anatomiche, questo dato ha portato alcuni studiosi a ipotizzare che gli individui Paracas potessero avere una carnagione chiara, tratto inusuale per la regione geografica in cui vivevano. È importante sottolineare che i capelli rossi, associati solitamente a popolazioni di origine europea o del Medio Oriente, sono un indizio che potrebbe rafforzare l’idea di un’origine genetica diversa e lontana da quella delle popolazioni sudamericane contemporanee.
Conclusioni
La teoria secondo la quale i crani dolicocefali dei Paracas siano il risultato di una particolare genetica piuttosto che di deformazioni artificiali, si basa su una serie di prove anatomiche consistenti e ripetute. Approfondiremo questo tema in un libro che uscirà a breve e che riguarderà una specie estinta, di cui crediamo che i Paracas siano gli eredi: l’Homo atlanticus.
di Davide Baroni
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È appena stato dato alle stampe il nono libro della collana di testi di Facciamo Finta Che, stiamo parlando di Homo Atlanticus: Il mistero dei crani “allungati”, di Davide Baroni, disponibile in formato cartaceo o digitale al seguente link: https://amzn.to/3C5SWgX
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Sul blog sono disponibili ulteriori articoli di approfondimento di Davide Baroni (basta cliccare sul titolo di preferenza per godersi la lettura):
– I MISTERIOSI CRANI ALLUNGATI DELLA CIVILTÁ PARACAS
– I CRANI DI PARACAS
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Sul canale Facciamo Finta Che è stata trattata la tematica dei crani allungati sempre insieme al nostro Davide Baroni. Per rivedere la puntata: