Un avvistamento di strane luci nel cielo in un campeggio in riva al lago, ricordi che affiorano a dieci anni di distanza… Cosa accadde realmente a Buff Ledge?

1. Un giorno al campeggio

7 agosto 1969, Buff Ledge Camp, un campeggio estivo per ragazze sulle rive del lago Champlain a nord di Burlington, Vermont. Michael e Janet, due addetti al campeggio, si trovavano su un molo dopo aver passato il pomeriggio insieme a lavorare. All’improvviso apparve in cielo una luce brillante che, avvicinandosi, rivelò trattarsi di un oggetto sigariforme che, dopo aver emesso tre piccole luci bianche dal proprio interno, si allontanò dalla zona a tutta velocità, mentre le tre luci continuavano a scendere a zigzag. Guardandoli con attenzione, Michael e Janet videro che erano tre dischi muniti di cupola. Dopo cinque minuti, due di essi iniziarono un veloce moto ascensionale che li portò in breve tempo fuori della visuale dei due ragazzi, mentre il terzo iniziò ad avvicinarsi. Aveva una sorta di anello luminoso intorno, rotante, e cambiava di intensità. A occhio, i ragazzi valutarono fosse grande almeno 15 metri. Successivamente l’oggetto scese in picchiata, immergendosi nel lago, per poi riemergervi a tutta velocità, giungendo a una ventina di metri dal molo, dove iniziò un volo stazionario che consentì a Janet e Michael di scorgere i particolari dell’equipaggio. Infatti, a bordo si trovavano due entità di bassa statura, con teste larghe e grandi occhi ovali, naso appena accennato e bocca molto piccola. Vestivano delle specie di uniformi argentee, aderenti.

In questo momento, per il panico o per altro motivo, Janet cadde in trance. Michael percepì dentro di sé una voce che lo rassicurava dicendogli che non sarebbe accaduto nulla alla sua amica, che loro venivano da un altro pianeta e avevano visitato già in passato la terra ma erano ritornati a seguito delle esplosioni nucleari.

A questo punto l’Ufo si portò sopra i due giovani, talmente vicino che Michael cercò di toccarlo per sincerarsi se fosse davvero reale oppure no. Con suo gran stupore, un fascio di luce intenso partì dall’oggetto colpendo entrambi e facendoli cadere sul molo. Michael ricordò poi di aver perso i sensi in quel momento ma di rammentare chiaramente la sensazione di galleggiare verso l’alto, oltre a voci incomprensibili e delle luci soffuse in un luogo chiuso.

Una volta ripresa coscienza, Michael e Janet videro che l’Ufo era ancora sopra di loro ma dovevano essere passate alcune ore perché era ormai notte. Notando l’oggetto sospeso, due ragazze accorsero sul molo e in quel momento l’Ufo si allontanò ad alta velocità.

Janet venne riportata nella sua stanza, mentre Michael andò negli appartamenti riservati ai ragazzi che lavoravano al campeggio e parlò con un suo amico che aveva visto da lontano il misterioso velivolo. Questi lo spinse a telefonare alla vicina base Usaf di Plattsburg, dove gli risposero che avevano ricevuto varie segnalazioni concernenti avvistamenti di Ufo quella sera e che non si trattava di aerei militari.

Tra mille dubbi, Michael andò a dormire. Non riuscendo ad addormentarsi e desideroso di sapere come stesse Janet, Michael cercò di contattarla ma non vi riuscì perché gli venne detto che dormiva ancora e lui non poteva accedere al dormitorio femminile. Inoltre, eccezion fatta per Patrick, tutti mostrarono forte incredulità dinnanzi a questo resoconto, scoraggiando Michael e rendendolo incline a non voler più parlare della vicenda, al punto che non contattò più nemmeno Janet nei giorni precedenti la chiusura del campeggio.

2. L’indagine di Walter Webb

Con il passare degli anni e l’aumentare di casi di avvistamenti e di presunti rapimenti alieni, Michael iniziò a ripensare a quanto accaduto quel giorno, desideroso di comprendere più in dettaglio la sequenza di eventi che lo vide protagonista. Per questo motivo, preso contatto con alcuni studiosi del celebre CUFOS, decise di parlare con il ricercatore Walter Webb.

Webb, ascoltata la testimonianza di Michael, decise di prendere contatto subito Janet in modo da avere anche la sua versione dei fatti. Non si trattò di impresa facile dal momento che ella aveva perso da quella notte i contatti con Michael. Ciononostante, Webb riuscì a rintracciarla. Janet ricordava ancora bene quanto successo, l’oggetto sigariforme, le tre luci, l’Ufo sopra di lei e Michael, fino a quando aveva perso i sensi.

Webb, notando che non emergeva molto da questi ricordi, chiese a entrambi se volevano sottoporsi a ipnosi regressiva. Con il loro consenso li indirizzò a due ipnoterapeuti diversi, in modo che non vi potesse essere nessuna influenza reciproca nemmeno attraverso il tramite del medico ipnotista stesso.

Tra il settembre 1979 e l’aprile del 1980 Michael si sottopose a cinque sedute di ipnoterapia, mentre Janet a tre. Ciò che emerse risultò di grandissimo interesse.

Michael ricordò che, mentre stava sotto l’Ufo sul molo, udì una sorta di strano fischio. Dopo poco si sentì avvolto da una luce che lo faceva galleggiare verso l’alto e nella propria testa vedeva tante luci colorate. Il ricordo successivo è all’interno dell’Ufo. In piedi, accanto a uno degli occupanti che già aveva visto pochi minuti prima. Attraverso la cupola del velivolo poteva vedere le stelle, la Luna e anche un’astronave sigariforme, mentre notò anche Janet distesa su un tavolo, attorniata da altri due esseri che la stavano esaminando, compiendo vari test tra cui prelievi ematici. Su un muro vicino al tavolo dove giaceva Janet, Michael vide degli schermi con dei simboli, come se fossero dei dati relativi agli esami che le stavano facendo. Osservando meglio questi esseri, Michael vide che avevano una testa grande e delle membra lunghe e sottili, con mani palmate dotate di sole tre dita, occhi oblunghi e grandi, con grosse pupille nere, mentre la pelle era verdastra chiara. Percepiva una voce dentro di sé, che gli faceva da interprete con gli altri. Dopo alcuni istanti, gli dissero che era il suo turno di venire esaminato sul tavolo, ma perse coscienza per lo spavento. Al risveglio, Michael ebbe l’impressione che il disco su cui si trovava si fosse spostato all’interno dell’astronave sigariforme. Sulla testa si ritrovò una sorta di elmetto, anch’esso per fini di analisi scientifica, stando a quanto comunicatogli dalla voce. Il ricordo seguente è rappresentato dal ritrovarsi nello spazio con la sensazione di cadere verso un globo con tante facce costituite da schermi simili a quelli televisivi. In uno di essi vide se stesso e Janet sul molo con l’Ufo ancora sopra di loro. Passando attraverso uno di questi schermi, Michael si risvegliò sul molo e qui terminano i dettagli recuperati nel corso dell’ipnosi regressiva.

Non meno interessanti i particolari emersi nelle ipnosi di Janet che, al contrario, in stato cosciente non aveva più ricordi particolarmente precisi di quanto successo quel giorno. Janet rimembrava la luce scesa dal cielo da cui erano emersi i tre oggetti discoidali, al cui interno aveva intravisto degli esseri umanoidi, così come ricordava anche il fascio improvviso a seguito del quale si era ritrovata dentro l’Ufo, dove, circondata da questi esseri mentre si trovava distesa su un tavolo, venne sottoposta a ripetuti esami clinici. Molto interessante notare come la descrizione degli esseri coincida con quanto raccontato da Michael, così come vi sia pure il riferimento al pannello con gli schermi vicino al tavolo dove si trovava nonché la presenza dello stesso Michael all’interno dell’oggetto. Poi Janet ricordò di essersi risvegliata sul molo, mentre Michael era ancora molto affascinato da quanto appena accaduto. Una stanchezza improvvisa si impossessò di lei, inducendo due ragazze del campeggio a portarla nel dormitorio.

Webb notò come i due resoconti collimassero in maniera molto precisa, nonostante fossero passati 10 anni e malgrado i due testimoni non solo si fossero persi di vista, ma non avessero nemmeno avuto un confronto nei giorni successivi.

3. Testimonianze incrociate

A questo punto Webb decise di procedere con l’indagine e riuscì a rintracciare Susan e Barbara, le due ragazze che avevano accompagnato Janet a dormire. Costoro non ricordavano nel dettaglio quanto accaduto ma avevano entrambe l’impressione di aver osservato un oggetto scuro, circolare e con delle luci lungo il bordo che si spostava in cielo sopra il lago. Webb contattò anche Patrick, l’amico di Michael che gli consigliò di chiamare l’Aeronautica militare, ma questi non ricordava nello specifico l’episodio. Gli tornò però in mente il fatto che Michael aveva detto di aver visto un Ufo quell’estate e che lui stesso aveva osservato strane luci in cielo alcuni giorni dopo.

Molto interessante la testimonianza di una certa Elaine, una ragazza all’epoca venticinquenne, impegnata a dirigere una rappresentazione teatrale al campeggio, che ricordava che durante le prove qualcuno era entrato all’improvviso gridando che c’erano delle luci in cielo, al che i bambini erano corsi fuori a vedere e anche lei aveva notato un oggetto luminoso argenteo che si muoveva sopra gli alberi.

4. Considerazioni

Nella casistica riguardante presunti rapimenti alieni il compito principale di ogni seria ricerca è quello di riuscire a spostare la vicenda dall’ambito iper-soggettivo in cui si trova (rappresentato dal fatto che non vi sono prove oggettive in merito alla realtà del resoconto relativo al rapimento in sé) a un ambito più oggettivo in cui vi siano elementi di contorno molto precisi e circostanziati che possano portare a presumere la verità del quadro delineato.

Nel caso di Buff Ledge le prove a supporto sono molteplici. Il primo elemento di estrema importanza è costituito dalla considerazione che, pur dopo dieci anni e sotto ipnosi condotte da due professionisti diversi, Michael e Janet hanno riportato un evento estremamente simile con gran precisione. Non solo, Webb è anche riuscito a rintracciare persone che hanno confermato che effettivamente quell’estate e quel giorno in particolare furono avvistate delle luci anomale nei pressi del lago Champlain. Questo insieme di dati porta a una conclusione: Michael e Janet non hanno creato a tavolino un racconto a base di alieni e rapimento ma sono davvero stati involontari protagonisti di un evento fuori del comune da entrambi percepito come reale. Infatti, per quanto il quadro di insieme collochi sulla scena un Ufo sulle sponde del lago e per quanto le ipnosi regressive facciano trasparire un resoconto di un classico rapimento ai danni di entrambi, tuttavia è impossibile stabilire con certezza che i due ragazzi sono stati portati a bordo di un oggetto volante non identificato e lì fatti oggetto di test medici da parte di esseri extraterrestri.

Infatti, manca l’anello di collegamento chiave rappresentato da un’eventuale testimonianza di un terzo che avesse visto l’Ufo interagire con i due ragazzi e portarli a bordo tramite il raggio di cui entrambi hanno parlato sotto ipnosi. In assenza di questo collegamento permane un alone di soggettività sull’esperienza a bordo del disco. Certo, la sostanziale uguaglianza dei resoconti ottenuti sotto ipnosi può far propendere per la realtà di quanto raccontato, ma permarrà sempre il dubbio che si possa trattare di “ricordi schermo” sovraimposti o di una più banale folie à deux momentanea causata da un oggetto volante non identificato, la cui presenza è invece provata al di là di ogni ragionevole dubbio. Link alla playlist di Umberto Visani sul canale Facciamo Finta Che:

di Umberto Visani

 

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